È un'alchimia di sonorità mediterranee con calde contaminazioni della grande madre Africa il concerto allo Stage 48 di Pino Daniele, che replica anche stasera 19 giugno alle ore 21.
Due concerti in cui il canatautore partenopeo propone al pubblico newyorchese i brani del suo ultimo lavoro discografico Tutta n'ata storia intercalati in chiave inedita da alcuni dei suoi più popolari successi.
Una carriera straordinaria, la sua, iniziata nel 1977 e segnata principalmente dalla continua ricerca musicale che ha spaziato negli anni dalla musica popolare napoletana fino blues, al jazz al fusing pop.
Pino Daniele chitarrista autodidatta, figlio di quella Napoli poco aristocratica, fin dall'esordio canta nelle sue canzoni, rigorosamente in napoletano, le ingiustizie sociali di una città difficile e spigolosa, lasciando spazio a malinconici temi personali: brani che sono diventati dei veri pilastri della musica leggera italiana. In oltre trenta anni di carriera collabora con tantissimi artisti, italiani ed internazionali, scrive le colonne sonore di quattordici film, pubblica oltre 30 album, di cui sei live, riassunti in una collection dal titolo Ricomincio da 30 dedicata all'amico Massimo Troisi.
È unico Pino Daniele ed il tempo che passa non fa che darcene conferma. Una personalità artistica unica, fortemente caratterizzata, inconfondibile come il filato della sua voce. Ascoltarlo dal vivo a distanza di anni è sorprendente. Ti colpisce quella vitalità artistica con cui ri-elabora la sua musica: un continuo restilyng di classe che ringiovanisce le melodie, impreziosite di contaminazioni internazionali e di virtuosismi mai banali o eccessivi.
Il merito è anche dei grandi musicisti che lo hanno accompagnato in tutti questi anni, contribuendo in maniera vitale a quell'espressione musicale che è divenuta un marchio DOP made by Daniele. La formazione newyorchese che accompagna il cantautore è un vero lusso che varrebbe anche il doppio del biglietto. Elisabetta Serio al pianoforte e tastiere, Awa Ly giovane corista di colore con una naturale inflessione alle sonorità africane, Rino Zurzolo al basso e Tullio De Piscopo alla batteria, apprezzatissimo anche lui dal pubblico che lo applaude con calore.

Pino Daniele allo Stage 48 con Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Elisabetta Serio e Awa Ly. New York, 18 giugno 2013. Foto: Stefania Zamparelli
Pino Daniele, 58 anni, arriva sul palco con il suo fare sornione, è ormai cristallizzato in un'immagine familiare, che è cara a tutti: i suoi capelli sale e pepe, il suo pizzetto nobile, i jeans, una giacca scura. Lo Stage 48 si trasforma nel San Carlo di Napoli, spunta dal pubblico anche qualche bandiera bianco celeste. Lui sorride divertito, e parte la musica. Sono gli ultimi brani del nuovo disco, ancora tutto da scoprire. Immagini semplici le fotografie scattate nelle sue canzoni, mai consuete, che raccontano momenti autentici di vita, in maniera facile, senza troppe impalcature inutili. "Sono occhi che tagliano il silenzio, mi piace parlarti di me, davanti un bicchiere di rosso, il sorriso più bello che c'è….". La musica arriva dritta allo stomaco, riempie la sala, il pubblico è attento e letteralmente sedotto. La vicinanza con il palcoscenico elimina quella distanza tipica dei concerti da stadio in cui siamo stati stati abituati ad ascoltare Pino Daniele in Italia, in quelle produzioni mastodontiche da migliaia di persone. Adesso è li, vicino, lo ascolti e lo guardi emozionarsi, ed è fantastico! Tenta di parlare, ma il pubblico non gli da modo, chiedono canzoni, gli parlano sopra. Lui ride, " guagliò non vi fate sempre riconoscere…".

Il bassista Rino Zurzolo. Foto: Stefania Zamparelli
Canta Tu dimmi quando colonna sonora de Il Postino di Troisi, O scarrafone, A me me piace o' blues. Nessun brano è come ce lo ricordiamo, come lo abbiamo cantato negli anni. Tutto diverso nella forma, e forse più bello. Tonalità fusion che non dispiacciono in cui emerge il suono della chitarra di Pino, che segue con la voce le scale ed i virtuosismi come un George Benson partenopeo, senza niente da invidiare a nessuno. La musica prosegue con un pezzo che Pino ha scritto per Save the children dal titolo The water of life – L'acqua della vita. Ci spiega che per lui ha un significato particolare, per l'importanza di sostenere certe realtà depresse. Lo canta con Awa Ly, impeccabile senza sbavature. Brava anche la pianista, che interrompe la monotonia delle band tutte al maschile. Zurzolo (nella foto in alto) e De Piscopo sono ormai delle pietre miliari: suonano magistralmente e si divertono da pazzi. E anche questo conquista!
La serata si conclude con un bis applauditissimo, e sulle note finali alcuni ragazzi si arrampicano sul palco per poterlo toccare, il loro Pino Daniele. Come fosse una reliquia che arriva da quella Napoli irrequieta a portare benedizione per quei figli che ormai vivono nella grande mela.