Kate McGarrigle è la migliore cantautrice di cui non abbiate mai sentito parlare. E come non pochi degli autori anglofoni più geniali degli ultimi anni — Leonard Cohen, ad esempio, o Rufus Wainwright (ossia il figlio di Kate) — è canadese o, per essere precisi, lo era, perché Kate purtroppo ci ha lasciato nel 2010. Ma uno splendido documentario in programma al Film Forum, un doppio disco tributo, una serata di beneficenza alla Brooklyn Academy of Music e la riedizione dei primi dischi di Kate e di sua sorella Anna ci permettono di tuffarci nelle loro canzoni singolari, insieme toste e di filigrana.
Lontano quindi dagli auricolari le sbavature di Britney, Miley e simili sgualdrinette e ascoltiamo musica di qualità, d’accordo?
Kate nacque a Montréal nel 1946 e crebbe nel paesino di Saint-Saveur-des-Monts nel Québec. Non a caso, visto lo spessore del personaggio e della sua arte, in casa McGarrigle non c’era un televisore, e la famiglia si divertiva la sera cantando intorno al pianoforte inni e motivi tradizionali in inglese e francese. Kate e Anna fecero gavetta come cantanti folk a Montréal negli anni sessanta, formando più tardi il duo the McGarrigle Sisters.
Il primo loro disco, Kate and Anna McGarrigle (1975), è un capolavoro assoluto del folk-rock, da mettere accanto a monumenti quali Tapestry di Carole King e Bridge Over Troubled Water di Simon & Garfunkel. L’album inizia con Kiss and Say Good-bye, una dichiarazione impavida e gioiosa di desiderio femminile, dopodiché i gioielli dilagano: Heart like a Wheel, scritta da Anna, una canzone fragile, color neve al crepuscolo, di un cuore ferito; Talk to Me of Mendocino, che evoca percorsi terrestri e dello spirito (“Chiudo gli occhi e sento il mare. Non mi dirai: Vieni con me?”); Tell My Sister, la cronaca di un viaggio di ritorno fatto a sorpresa da sola; e Go Leave (guarda il video su YouTube) che bilancia sul filo del rasoio rancore e serenità, generosità e amarezza, e che nel clip del 1984 che segue Kate canta da sola.
Nelle canzoni delle sorelle McGarrigle si sentono le voci cristalline e le buone vecchie armonie della musica da chiesa, i suoni rustici della fisarmonica e del banjo e una sensibilità da signora non priva di scatti d’abbandono — quasi un centrino in pizzo macchiato dai bagliori taglienti di un lampadario. Nel 2011 il primo disco fu ripubblicato dalla Nonesuch insieme al secondo album delle sorelle, con incisioni demo e brani inediti. Il cofanetto Tell My Sister è d’obbligo per tutti coloro che amano la canzone d’autrice (sì, maschietti, “d’autrice”: nel mondo esistiamo anche noi).
E perché allora non conoscete Kate e Anna? Innanzitutto perché erano musiciste ma anche mamme che hanno scelto di far crescere i figli invece di abbandonarsi alla kermesse dello show business. Kate sposò il cantautore Loudon Wainwright III nel 1971; divorziarono nel 1978, e dalla loro unione nacquero Rufus e Martha Wainwright, artisti sopraffini tutti e due. (Da non lasciarsi sfuggire: Over the Hill, l’unico duetto messo giù da Kate e Loudon.) Amatissime nel Canada, le sorelle bilingui incisero una decina di album, esibendosi sovente con figli, nipoti, cognati, vicini di casa e amici; un altro disco riedito dalla Nonesuch, The McGarrigle Christmas Hour (2005) è una perla del genere quasi sempre abominevole dell’album natalizio, con canzoni originali e canti tradizionali intonati da tutto l’allegro ed eterogeneo clan.
Nel 2010, una quarantina di mesi dopo la diagnosi di malattia terminale, Kate fu stroncata da un sarcoma all’età di 63 anni. Lian Lunson, la regista di Leonard Cohen: I’m Your Man (2005), ha girato un documentario su Kate e la sua musica, riprendendo in particolare un grandioso concerto al Town Hall in cui Rufus, Martha, Anna, familiari e colleghi di prestigio quali Norah Jones, Antony Hegarty e Emmylou Harris hanno eseguito le canzoni di Kate. Al Town Hall c’era pure la vostra umile scriba, e vi assicura che Sing Me the Songs That Say I Love You, in programma al Film Forum da mercoledì prossimo, coglie tutto l’amore e tutta l’emozione di una serata indimenticabile. Su vimeo trovate un brano del film, la canzone inedita I Am a Diamond presentata e cantata dagli splendidi figli di Kate.
Ascoltate per bene le parole: “Mangerò la mela che fu offerta ad Eva, la mangerò tutta e manderò tutto all’inferno, perché son leonessa e non pecora”. La musica di Kate non è solo di vecchia scuola, è di scuola antica. C’è tutta una corrente mitologica che attraversa le sue canzoni, dalle allusioni al re Mida e alla pietra filosofale di I am a Diamond alle grida di “Torna dalla mamma” della sua ultima canzone, la straziante Proserpina, scritta per la stagione natalizia che Kate poche settimane prima di morire vedeva “nera, nera, nera”.
Il doppio album Sing Me the Songs, sempre della Nonesuch, raccoglie una trentina di interpretazioni dal concerto del Town Hall e da serate simili a Londra e a Toronto; tutti i fondi radunati andranno a favore del Kate McGarrigle Fund per la ricerca sul cancro. E la settimana prossima Rufus, Martha, Norah Jones e colleghi renderanno di nuovo omaggio a Kate alla Brooklyn Academy of Music col concerto Kate’s Kids, una serata di beneficenza.
Quindi non avete proprio scuse. Procuratevi i dischi, correte al Film Forum e alla BAM e fate la conoscenza di una cantautrice troppo poco conosciuta e scomparsa troppo presto ma che vive nella sua musica e nell’arte della sua meravigliosa famiglia.
Sing Me the Songs That Say I Love You è in cartellone al Film Forum dal 26 giugno sino al 9 luglio: www.filmforum.org o 212.727.8110. Una proiezione di beneficenza è in programma alla BAM il 25 giugno. Il disco-tributo Sing Me the Songs è reperibile presso iTunes e altri venditori in rete. Il concerto Kate’s Kids alla Brooklyn Academy of Music avrà luogo il 26 giugno alle 19,30. Biglietti e informazioni: www.bam.org o 718.636.4100.