Allo United Center di Chicago è in corso la Convention Nazionale Democratica, che durerà fino a giovedì. Se da un lato il convegno si concentrerà sull’entusiasmo degli elettori per Kamala Harris come candidata democratica alla presidenza e per il governatore del Minnesota Tim Walz come vicepresidente, dall’altro l’attenzione sarà rivolta anche alla moda. Molto spesso legato a vere e proprie strategie, da tempo i politici usano lo stile personale per trasmettere messaggi durante le loro campagne. Meno incisivi gli uomini, quando si tratta di moda le comunicatrici migliori rimangono le donne, capaci di parlare agli elettori attraverso outfit e accessori.
Sulle note di Freedom di Beyoncé, per la prima serata della Convention Democratica Harris ha indossato un abito su misura color sabbia offerto dalla casa francese Chloé. Nonostante di facile mira in quanto non abbastanza patriottica la scelta del designer, il power suit in lana grain de poudre con blazer a due bottoni e pantaloni a gamba larga è diventato subito virale. Secondo Google Trends, l’outfit di Harris rifinito da una camicetta bianca in crepe de chine è rimasto al primo posto delle ricerche per tutta la notte.
Nel 2014, l’allora presidente Barack Obama aveva suscitato polemiche per aver indossato un abito della stessa nuance (poco più chiara), con l’opinione (dei Repubblicani) che la tonalità fosse non “appropriata” per la carica. Chissà se la decisione di Harris di indossare il colore tan non abbia voluto contrastare questo sentimento. Una scelta certamente consona ad una candidata che porta avanti ideali progressisti.
Prova è, in quanto a stile, che la vicepresidente Harris è capace di comunicare con diversi gruppi elettorali. Le sue scelte la vedono sostituire le abituali collane di perle, che richiamano allo stile classico, incorporando spesso la camicetta con fiocco sotto i power suit, un cenno alla storia femminista molto recente. Importantissime, se di comunicazione si parla, le Converse Chuck Taylor, quintessenza degli Stati Uniti. Se l’autenticità si determina attraverso lo stile di una persona, allora è un bene che i gusti di Kamala traspaiono.
Di gusto pieno denso di significato anche quello della First Lady degli Stati Uniti. Il primo giorno, la dottoressa Jill Biden ha optato per un abito con paillettes blu talco dello stesso stilista. La First Lady non ha mai perso occasione per dimostrare il suo sostegno agli stilisti a stelle e strisce. L’ultima volta lo ha fatto per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi il mese scorso, dove ha indossato un look sempre di Ralph Lauren. Durante il suo mandato, il guardaroba di Jill Biden è servito a dimostrare il forte attaccamento al Paese, sfoggiando patriottismo indossando i modelli di Sergio Hudson, Christian Siriano, Markarian e altri ancora.
Presente alla prima serata della Convention anche l’ex segretaria di Stato Hillary Clinton, che ha indossato un completo con giacca in tweed bianco, per alcuni un sottile richiamo al movimento del suffragio femminile del XIX secolo. Nel 2016, per la sua campagna come candidata alla Casa Bianca contro Donald Trump, Clinton cambiò radicalmente il guardaroba, scegliendo lo stile di Ralph Lauren. Nonostante i tailler con giacca lunga fossero noiosi (il parere è soggettivo), anche la sua scelta sapeva di patriottismo.
Un altro particolare fashion degno di nota è stato l’outfit della vicegovernatrice del Minnesota Peggy Flanagan: un blazer e un abito stampato firmato Jamie Okuma, un importante designer e artista indigeno. Mostrando il suo sostegno a Okuma, Flanagan – che appartiene alla nazione degli Ojibwe – ha portato sul palco anche i cittadini nativi, spesso elettori chiave negli Stati in bilico.