L’influsso delle diverse culture che vissero all’interno della penisola italiana ha una storia antica che inizia con la civiltà Etrusca, un popolo vissuto prima dell’Impero Romano e della Magna Grecia in un’area che include la Toscana, l’Umbria e il Lazio. In seguito con Greci e Romani si raggiunsero nuovi apici di progresso tecnico, architettonico ed artistico e molte delle conoscenze di questi popoli furono trasmesse nei secoli fino ai nostri giorni.
La storia ci dimostra che l’Italia da sempre è stata il punto d’incontro delle numerosissime civiltà che arrivavano dal Mediterraneo e queste svariate influenze culturali, dagli Etruschi, all’Impero Romano, al Cattolicesimo fino a fenomeni successivi come l’Umanesimo (sviluppatosi alla fine del Trecento) il Rinascimento (il più importante momento di sviluppo artistico e culturale nell’Europa moderna iniziato a Firenze) e il Barocco (movimento artistico-culturale che abbraccia gli anni 1600-1700) resero l’Italia uno dei maggiori centri di sviluppo della civiltà occidentale.
Una delle molte virtù dell’antica Roma era quello di lasciare libere le diverse popolazioni di mantenere le proprie tradizioni e caratteristiche culturali. Questo ha influito nei secoli sulla cultura italiana accumulando un patrimonio letterario, artistico e scientifico che tutto il mondo, allo stesso tempo, ammira e invidia. Però, queste diverse culture che si sono sviluppate, e ancora oggi convivono con le loro particolarità nelle varie regioni hanno avuto, da sempre, una propria cultura e identità individuale. Particolarità che si estendono al linguaggio evolutosi nelle diverse aree geografiche della penisola con caratteristiche molto diverse e che si riflettono, a loro volta, nei tanti dialetti o lingue regionali. Ognuno di questi idiomi è una vera lingua a sè evolutasi nei secoli.
Nonostante in Italia il latino fu la lingua dell’Impero Romano e quella usata dai grandi poeti italiani fino al Trecento, il crollo dell’Impero Romano si manifestò anche come una frammentazione linguistica che diede vita ai vari linguaggi poi confluiti nella lingua italiana moderna.
Gli storici della letteratura hanno individuato l’inizio della lingua italiana nella letteratura della prima metà del XIII secolo, e in particolare nei manoscritti della Scuola Siciliana sviluppatasi intorno alla corte dell’imperatore Federico II di Svevia. I poeti siciliani provenivano dai ranghi più elevati della società dell’epoca: notai e dottori in legge che arricchirono il volgare con l’eleganza dello stile latino. Partita dalla corte di Federico II, la diffusione del messaggio poetico in lingua siciliana si diffuse a Bologna e nei comuni toscani anche se, per molto tempo, la fruizione di questi scritti restò prerogativa della ricca borghesia in grado di leggere e scrivere. Grazie a questi manoscritti si ha la consapevolezza nella letteratura italiana delle origini, di una lingua scritta distinta dal latino venuta alla luce a partire dall’XI secolo anche se il primo documento letterario in volgare è considerato il Cantico delle Creature di san Francesco di Assisi, composto intorno al 1224.
Eppure, il mondo conosce Dante come “il padre della lingua italiana” e l’italiano come “la lingua di Dante.” Questo perché l’unità linguistica fu un processo che iniziò proprio con Dante attraverso il De Vulgari Eloquentia, opera dedicata al tema della lingua e alle sue strutture retoriche e letterarie. Nel dodicesimo capitolo del primo libro del trattato del De Vulgari Eloquentia Dante ricorda quello siciliano come uno tra i più illustri volgari italiani del suo periodo con queste parole: “Il volgare siciliano si attribuisce fama superiore a tutti gli altri per queste ragioni: che tutto quanto gli Italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano; e che troviamo che molti maestri nativi dell’isola hanno cantato con solennità”.
Dunque, la tradizione letteraria italiana inizia nel Duecento con un linguaggio arricchito da apporti dialettali. Dal Cantico delle Creature alla Poesia Siciliana si arriva al capolavoro più celebre della storia della letteratura: la Divina Commedia di Dante Alighieri, capolavoro e testimonianza letteraria della civiltà medievale nonché una delle più grandi opere della letteratura universale. L’opera viene definita “comedia” in quanto scritta in stile “comico”. Un’altra interpretazione si fonda sul fatto che il poema descrive circostanze dolorose e termina con la pace e la sublimità della visione di Dio. Dante iniziò a lavorare all’opera intorno al 1300 e la continuò nel resto della vita, pubblicando le cantiche man mano che le completava.
Col passare degli anni naturalmente, l’evoluzione della lingua e della cultura italiana si sviluppa ulteriormente attraverso nuovi mezzi espressivi come il cinema, la cui evoluzione in Italia inizia pochi mesi dopo la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière a Parigi, avvenuta il 28 dicembre 1895. L’Italia, grazie al Futurismo, fu il primo paese a portare un movimento d’avanguardia nel cinema. Nell’ultimo dopoguerra la cinematografia italiana diventa una delle più influenti e premiate a livello mondiale.
Attributo fondamentale all’apporto della cultura italiana nel mondo inoltre è quello della musica che iniziò nel Medioevo e proseguì nel Rinascimento raggiungendo, in tempi più recenti, fama mondiale. Per gli italiani la musica fa parte dell’identità nazionale e quindi ha una grande importanza culturale in ogni parte della penisola. Molti termini musicali sono italiani e gli studenti di musica devono imparare l’italiano in molte scuole. Tra i grandi musicisti italiani citiamo Giuseppe Verdi, uno dei più grandi compositori italiani e autore di melodrammi che fanno parte del repertorio operistico dei teatri di tutto il mondo. In Italia la musica si esprime anche in lingua regionale come le canzoni napoletane di fama internazionale. Famose sono anche le gare canore come Sanremo, il Festival della canzone italiana che si svolge annualmente al Teatro Ariston tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. La manifestazione di musica leggera italiana più famosa che viene trasmessa anche in Eurovisione. Anche se il Festival è diventato uno dei principali eventi della televisione italiana e non manca di sollevare dibattiti e polemiche ad ogni sua edizione.
L’Italia è stata e resta terra di scambi e di incontri tra popoli diversi, una caratteristica che ne ha formato la ricchezza linguistica e culturale. La sua identità riflette i valori tramandati nei secoli da queste diverse culture che precedono di secoli l’unità nazionale. E questo ne ha fatto uno dei principali centri culturali d’Europa e un paese di grande influenza culturale nel mondo.