Il liceo Notre Dame di West Haven in Connecticut vuole cancellare il programma di italiano perché non crede che sia una lingua per il futuro.
Il Connecticut vanta la seconda più alta percentuale di abitanti di discendenza italiana, circa il 16,6%, ed è il secondo stato negli USA per il maggior numero di persone che parlano l’italiano a casa. Quindi, cancellare il programma di italiano al liceo Notre Dame sarebbe una grande perdita per la comunità italiana. A parte questo, abolire un programma di italiano con l’assunzione che non sia una lingua del futuro è una discriminazione verso la lingua e la cultura italiana.
Gli studenti che vogliono imparare l’italiano devono essere in grado di poterlo fare senza che nessuno li scoraggi dicendo loro che non è la lingua del futuro. Eppure il caso del liceo Notre Dame non è unico. Di tanto in tanto si legge o si sente di altre scuole che cancellano le classi di italiano con una scusa o con un’altra, e non solo negli USA. Nella scuola dove io insegno il preside aveva cancellato le classi di italiano 4 anni fa, e tutti gli studenti erano stati costretti a iscriversi alle classi di spagnolo, circa 200 studenti di seconda media che poi hanno continuato nella terza media e al liceo. Una decisione presa dopo che due docenti di spagnolo erano andati in pensione. Quest’anno insegno 5 classi di italiano, 4 di seconda media e una di terza media, ma ci sono voluti 4 anni affinché io riuscissi ad insegnare solo italiano invece di italiano e spagnolo. I nuovi studenti che si sono iscritti alle classi di italiano sono stati tanti e ho 4 classi di seconda media, ma non so se potrò avere lo stesso numero di nuovi iscritti l’anno prossimo perché sono la sola insegnante di italiano in questa scuola e insegno entrambi livelli, seconda e terza media. Dunque, se l’anno prossimo ci sarà lo stesso numero di studenti iscritti alla seconda media la scuola dovrà assumere un altro docente di italiano perché io non potrei insegnare tutte le classi; un docente insegna al massimo 5 classi al giorno.

I responsabili a consigliare, o sconsigliare, gli studenti quale lingua studiare nelle scuole pubbliche sono i consulenti scolastici. Sono loro che nella prima media decidono cosa gli studenti devono studiare durante la seconda e terza media. La lingua scelta nella seconda media sarà quella che poi gli studenti continueranno a studiare al liceo e in seguito all’università. Comunque, chi decide di promuovere o di cancellare un programma di lingua in una scuola o di ridurre le classi è il preside, anche se a finanziare le spese e assumere i docenti sono i dirigenti scolastici. Però la comunità e i genitori sono quelli che hanno l’autorità di implementare e promuovere un programma di lingua. Purtroppo il Governo fornisce sempre meno finanziamenti per l’insegnamento delle lingue e la ricerca linguistica e questo porta ad un supporto minimo per i dipartimenti linguistici e le classi di lingue, e spesso la decisione di cancellare un programma di lingua o di ridurne le classi è legata anche alla mancanza di interesse politico per le lingue che regna nelle scuole e negli Stati Uniti in genere.
L’Italia continua a godere di un’immagine positiva come paese di grande cultura, non solo con l’arte e la cultura classica e letteraria, ma anche con la musica e il cibo. E di solito la scelta da parte degli studenti per lo studio dell’italiano è legata a fattori intrinseci, come essere di discendenza italiana, così come per motivi culturali o commerciali. Ma tornando sull’argomento, tutte le lingue sono strumenti di comunicazione utili e l’italiano è sicuramente uno strumento che serve a chi da importanza all’economia italiana e aspira a fare affari con l’Italia. La lingua italiana ha una storia estremamente ricca e impararla è fondamentale per avvicinarsi alla comprensione della società italiana e conoscere la storia di una delle culture più ricche del mondo. L’economia italiana non è affatto da sottovalutare e saper parlare italiano è indispensabile per chi vuole lavorare in Italia, avere contatti commerciali nel Paese, o per chiunque entri nel mondo delle imprese finanziarie o culturali italiane. Pertanto, chiunque voglia avere forti legami con l’Italia e con la sua cultura, la sua storia, e la società italiana deve sapere la lingua italiana.
Da docente di italiano che insegna nelle medie posso dire che gli studenti nutrono un genuino interesse allo studio della nostra lingua, e il numero degli iscritti dovrebbe essere in continuo aumento in tutte le scuole. Invece, nonostante le statistiche degli iscritti alle classi di italiano si mantengono buone, la sopravvivenza della lingua italiana affronta molte sfide nelle scuole americane a tutti i livelli. Spesso quando un docente di italiano va in pensione difficilmente ne assumono un altro; a volte non trovano nuovi professori di italiano, oppure le scuole nemmeno li cercano. E cosi gli studenti iscritti alle classi di italiano aumentano in alcune scuole e diminuisco in altre. La scusa degli amministratori scolastici è quella di non trovare docenti abilitati e qualificati all’insegnamento, ma spesso i motivi sono altri e si basano sul vantaggio o l’indotto economico che ne possa derivare. Comunque, quando una scuola favorisce il programma di spagnolo o di qualunque altra lingua all’italiano, si tratta di una manipolazione discriminatoria e non si deve giustificare con scuse diverse.
Molti colleghi professori universitari hanno sottolineato la diminuzione relativa degli studenti d’italiano nei livelli avanzati in molte università. Di questo ne avevamo discusso nel 2016 al Consolato a New York, con una delegazione guidata dal senatore Claudio Micheloni per una “indagine conoscitiva” sui problemi inerenti alla promozione della lingua e cultura italiana all’estero. Studiare solo la grammatica italiana nei livelli avanzati può scoraggiare gli studenti, perciò l’apprendimento della lingua italiana deve andare oltre il concetto della grammatica anche nei licei per aiutare gli studenti ad arrivare alle università con una sufficiente conoscenza della cultura italiana. È importante imparare la cultura allo stesso tempo della lingua perché attraverso lo studio di questa si scopre il paese in modi diversi e si acquisiscono competenze che possono essere applicate in altre discipline. Inoltre, lo studio della cultura amplia il modo di pensare e aumenta la capacità di comprendere l’Italia come Nazione. Per questo motivo è importante sostenere i programmi italiani in tutte le scuole e incoraggiare gli insegnanti ad aggiornare continuamente la loro formazione, sia per mantenere la loro conoscenza della lingua e cultura e sia le loro capacità di insegnamento.
Indubbiamente in molte scuole c’è un aumento nello studio delle lingue come il cinese, l’arabo e il giapponese, e questo interesse continuerà in futuro, ma anche la lingua italiana continuerà ad attrarre lo stesso interesse che ha attratto fino ad adesso. Quindi, credere o no che l’italiano possa essere la lingua del futuro non è importante. Sicuramente è importante sapere che l’italiano non si parla solo in Italia e spiegare agli studenti che ci sono comunità di lingua italiana in tutto il mondo: in Svizzera, a Malta, in Libia, in Somalia, in Eritrea, in Slovenia, in Croazia, nel Regno Unito, e nelle comunità di espatriati negli Stati Uniti, in Canada, in Argentina, in Australia, in Brasile, in Venezuela…
Per concludere, l’italiano è utile a tutti gli studenti e in particolare a quelli che aspirano a studiare medicina, storia, scienze, e legge; la terminologia scientifica è in latino e l’italiano è il più vicino al latino. La nostra lingua è bella, informativa, insegna la cultura, il cibo, l’arte, la musica, una lingua romanza con circa 70 milioni di parlanti madrelingua, ed è la lingua ufficiale d’Italia e parte della Svizzera. Parlare italiano non è solo bello, può essere anche un’opportunità.