“Tutte le cose si potrebbero fare molto meglio se si potessero fare due volte”
Johann Wolfgang Goethe, “Viaggio in Italia”, 1816
Nome: Stuart
Cognome: Warner
Vive a: New Haven, Connecticut
Età: 59 anni
Professione: avvocato
Ha frequentato: corso di lingua italiana presso la scuola “Passepartout”
Stuart, la tua voglia di studiare la lingua italiana ti ha portato sei mesi a Milano. Ci racconti la tua esperienza?
“Con piacere! Mio marito è un professore e lavora nel Connecticut. L’anno scorso ha deciso di prendere un anno sabbatico e siamo venuti in Europa. Abbiamo trascorso sei mesi in Francia, a Parigi, e poi siamo venuti in Italia. Da piccola, a scuola, studiavo francese e poi, all’università, ho studiato un po’ la lingua italiana. Durante questo viaggio in Europa, mi è venuta voglia di riprendere lo studio dell’italiano ed ero molto attratta da Milano, perché non conoscevo quella città né tantomeno persone che provenissero da lì, quindi ho deciso di iscrivermi a un corso di lingua italiana presso la scuola Passepartout. Ho trovato questa scuola facendo una ricerca su internet, li ho contattati e loro hanno risposto immediatamente. Dopo una piccola intervista effettuata da un loro operatore molto cortese, Roberto, sono stata inserita in un primo momento in una classe presso la quale le lezioni erano già cominciate da qualche tempo, per poi essere trasferita in una nuova classe. In questo periodo ho conosciuto molte altre donne, un po’ più giovani di me, e tanti ragazzi. Gli studenti della Passepartout provenivano da Germania, Sudafrica, Corea, Cina, Messico e Svizzera. In questa scuola mi sono trovata molto bene perché i docenti sono competenti, in particolare Barbara e Marzia, e il personale sempre gentile e disponibile. Con mio marito abbiamo affittato un appartamento vicino al Duomo di Milano. La mattina facevo i compiti e nel pomeriggio visitavo musei e chiese; pranzavo con le mie amiche e facevo shopping. È stata un’esperienza molto bella e rilassante e spero di poter usare il mio italiano qui nel Connecticut, dove sono da poco rientrata. Nella zona dove vivo ci sono tanti italiani e anche diverse università presso cui si studia la lingua del Bel Paese”.
In questo periodo hai girato un po’ l’Italia. Dove sei stata?
“Prima di andare a Milano, ho fatto un giro in Toscana e ho visitato Siena e Firenze. Poi, non sono mancate piccole gite nei weekend: sono stata a Stresa e sul Lago Maggiore, dove ho visitato tre stupende isolette, raggiungendole con una piccola imbarcazione. Per Pasqua, sono stata anche in Sicilia, precisamente a Palermo, dove ho assistito alla processione della “Passione di Cristo”. Questo evento mi ha colpito molto per l’intensità con cui è vissuto e io e mio marito abbiamo provato un po’ di imbarazzo nel prenderne parte, dal momento che non siamo abituati a questo genere di manifestazioni religiose. Ho scoperto una parte dell’Italia che non conoscevo per niente e che non dimenticherò facilmente. L’Italia l’avevo già girata un po’ con l’agenzia di viaggi “Backroads”, con le mie due sorelle più piccole. Durante quel viaggio, abbiamo visitato il nord Italia, in particolare Parma, Venezia e Verona. A Verona ci sono, poi, ritornata con mio marito perché mi era piaciuta molto e non avevo avuto il tempo necessario per visitarla per come avrei voluto. Il viaggio con “Backroads” l’ho fatto in bicicletta. A me piace molto andare in bicicletta, ma la mia insegnante mi ha consigliato di non usarla a Milano, anche se lei la usa, ma sicuramente lei ha molta più dimestichezza di me con quelle strade!”.
Che cosa hai messo in valigia quando sei rientrata negli USA, dopo il tuo semestre in Italia?
“Glassa di aceto per le insalate, qualche paio di scarpe e una nuova borsa di pelle. Mi piace la moda italiana e, ovviamente, il cibo! Quando mi trovavo in Italia, usavo una tecnica che consiglio a tutti: una volta a settimana, facevo sport con un personal trainer e questo mi ha aiutato a tenermi in forma, nonostante tutto ciò che quotidianamente mangiassi! In valigia ho anche messo un regalo di compleanno per mio marito: un collare per cani in pelle. Ancora, in realtà, non abbiamo un cane, ma contiamo di prenderlo in autunno. Il collare italiano è già pronto!”