Viviamo in un’era dove il lavoro dei docenti diventa sempre più difficile e frustrante. Anno dopo anno noi docenti siamo costretti ad adottare nuovi e complicati standard accademici e nuovi programmi.
Le scuole pubbliche sono diventate un incubo a causa degli esami standardizzati e l’eccessivo controllo e sorveglianza su esami ed esaminatori. Eppure, nonostante le incertezze sull’esito dei test standardizzati, usati come metodo per misurare le competenze degli studenti, lo Stato di New York dal 2010 continua ad utilizzare i Common Core States Standards anche come modalità di valutazione dei docenti, e li penalizza senza alcun rispetto. Una violazione alle regole degli esami di stato può costare il posto a presidi e docenti. Perciò, mettere in pratica un approccio critico-analitico che si basa su esami standardizzati creati dallo Stato non è facile in nessun istituto. E così, la scuola media fatica ad agevolare la crescita della funzione logica analitica degli studenti, anche perché né la scuola primaria né le famiglie avviano i ragazzi di oggi all’esercizio logico-critico-analitico.
Il famoso detto di Thomas Alva Edison il genio è l’1 per cento ispirazione e il 99 per cento sudore è applicabile anche allo sviluppo delle competenze analitiche dei ragazzi. La mente analitica bisogna svilupparla sin dalla nascita.
A scuola si può stabilire l’obiettivo di sviluppare il pensiero critico analitico ma questo non si realizza dalla sera alla mattina, o senza l’aiuto di genitori o familiari. La gradualità è importante e si deve incominciare nell’infanzia. La mentalità logica analitica è un processo di pensiero che include un’attenta analisi di fatti, eventi, fenomeni, la capacità di costruire catene logiche, di separare l’importante dal superfluo nel flusso di informazioni, e la sequenza di inferenze.
Ci sono studenti che nascono con un’intelligenza superiore alla media, ma il maggior numero dei ragazzi deve sviluppare la propria intelligenza addestrando il cervello con esercizi stimolanti. Questo è stato anche dimostrato da uno studio di un gruppo di ricercatori guidati da Susan Levine pubblicato nel 2012. Lo studio ha dimostrato che impegnarsi nei puzzle durante l’infanzia favorisce la crescita di alcune competenze cognitive. Quindi, risolvere puzzle con o senza l’aiuto dei genitori è utile per potenziare la capacità di manipolare mentalmente figure e risolvere problemi, ed è anche una componente importante per il successo nelle materie scientifiche. I puzzle rappresentano una fonte di apprendimento e allenamento per il cervello, e stimolano la capacità di osservazione e la manualità nel bambino.

Alcuni metodi da usare nelle scuole dove i docenti hanno libertà di scegliere materiali didattici con i loro studenti possono essere: la soluzione di puzzle e di cruciverba, gli scanword, la lettura di storie detective con riflessioni sulle azioni, letture e scritture sulla motivazione, giochi di parole, le danze o le partite a scacchi. Esercizi e attività che richiedono tempo e libertà di scelta della programmazione e dei materiali didattici, cose di cui, spesso, molti docenti e molte scuole sono sprovvisti.
Risolvere puzzle, rimbalzi, esercitarsi a trovare differenze nelle immagini e cercare oggetti mancanti può essere un divertente passatempo tra genitori e figli e può anche aiutare a migliorare la loro vita quotidiana, le loro capacità di ragionamento e di pianificazione nella vita di tutti i giorni. Ottimo anche leggere la narrativa nel genere giallo; la letteratura speciale sullo sviluppo del pensiero contribuisce a migliorare le capacità analitiche. Addestrare il cervello a concentrarsi e anche una necessità di rapporto fra processi cognitivi e adattamento sociale. Gli studenti giornalmente affrontano diverse situazioni ed eventi imprevisti e non sempre sono preparati a pensare a una soluzione o a risolvere il problema.
Un po’ di storia sul puzzle: iI primo puzzle fu inventato attorno al 1760 da John Spilsbury, un cartografo e incisore di Londra. Originariamente si realizzava dipingendo il soggetto su una tavola di legno e ritagliandola successivamente in piccoli pezzi con un seghetto. Il termine Puzzle è una parola di origine inglese che significa “rompicapo”. L’anglicismo è passato poi al francese nel 1909 e due anni dopo all’italiano. Nel corso degli anni i puzzle hanno subito diverse evoluzioni, cambiando materiali, forme, e temi trattati. Oggi ne esistono moltissimi, per esempio i puzzle di parole ad incastro con il meccanismo di scrabble, un gioco per formare parole e frasi, ed un ottimo esercizio mentale che affascina e intriga milioni di appassionati. Cliccando sul link potete navigare un sito e scaricare molti puzzle per insegnare parole italiane ai vostri studenti.
Tornaniamo agli esami standardizzati che non lasciano tempo a giochi ed esercizi divertenti nelle classi di lingue. La settimana del 11-13 aprile 2018 circa il 175,000 studenti nello Stato di New York si sono rifiutati di dare l’esame Common Core English Arts Exam (ELA) perché i loro genitori sono contrari agli esami standardizzati. A NY è permesso agli studenti di rifiutare di dare l’esame di Stato. Anche se gli studenti danno l’esame il voto di questo test non è calcolato in quello degli studenti, quindi conta solo per lo Stato. Questo ci fa riflettere sul tempo impiegato dai docenti costretti a preparare gli studenti per questo esame, tempo che potrebbe essere usato in modo più produttivo. Comunque, nonostante i dibattiti e le proteste dei cittadini, lo Stato di New York continua ad amministrare gli esami d’inglese a tutti gli studenti, dalla terza elementare alla terza media, dal 2010.

Con abilità cognitive si intende l’insieme dei processi e attività mentali, come la soluzione dei problemi, il ragionamento, il pensiero, e le capacità deduttive che coordinano le nostre conoscenze. L’esame ELA è un’analisi di cognizione analitica con un tempo stabilito di un’ora e mezzo, ma gli studenti rimangono nelle classi per due ore; contiene diversi tipi di domande ed è suddiviso in tre giorni. Quarantadue domande sono a scelta multipla, e sono basate su brevi brani che gli studenti leggono come prova di comprensione; le altre sono domande di scrittura-forma aperta su storie, brevi articoli, o poesie che gli studenti ascoltano e/o leggono. Creare questi esami è una decisione del personale politico, con l’aiuto di tecnici e esperti di materie tecnico-scientifiche, o di studiosi quali scienziati, sociologi e altri. Ma comunque, si tratta di estranei al mondo della cultura scolastica delle scuole pubbliche, specie quelle di fascia economica bassa.
Gli esami ELA valutano tutti gli studenti nello Stato allo stesso modo e allo stesso livello. Il numero di analogie di questi esami standardizzati per misurare gli apprendimenti degli studenti nello Stato di New York è impressionante se pensiamo alla diversità di mentalità analitica, di lettura e scrittura, e di culture diverse fra gli studenti presenti in ogni aula. Come la relazione di crescita personale, l’integrazione sociale, la capacità di comunicare in madrelingua, la consapevolezza e l’espressione culturale, le diversità social economici. Inutile dire che oggi più che mai, per favorire l’eccellenza accademica, la preparazione didattica, la cultura scolastica, e il rapporto con la comunità è necessaria la leadership e il lavoro di squadra tra colleghi.
Come se non bastasse, la sfida aumenta quando ogni anno negli istituti cambiano preside e vicepresidi; questo significa più lavoro, nuove regole e più stress anche per i docenti motivati e preparati.
Dal 2011 io insegno alla South Middle School, una delle scuole più difficili della città di Newburgh, dove non manca un po’ di storia italo americana. Ogni anno che passa, insegnare italiano in questa scuola diventa più difficile e più frustrante. Le lingue non hanno una priorità nelle scuole pubbliche americane, però sono un requisito per il diploma liceale.
Nel 2011, il preside era Michael Ragusa, un italo americano che era stato anche vicepreside per quattro anni nella stessa scuola prima di prendere l’incarico di preside. Tuttavia, alla fine dell’anno scolastico 2014-15, dette le dimissioni a causa del troppo stress che non riusciva più a gestire. Dal suo congedo da preside ogni anno abbiamo un nuovo preside e nuovi vice presidi, siamo arrivati al quarto cambio di amministratori e ogni anno diventa sempre più stressante per noi docenti. Ogni nuovo preside cambia le regole di disciplina, e sempre a favore degli studenti.
La scuola dove insegno si trova nella parte storica di Newburgh, un quartiere povero, 97 km a nord di New York City sulle sponde dell’Hudson. Vicino, c’è il George Washington’s Headquarters State Historic Site, la casa più antica della città di Newburgh e una delle più antiche dello Stato di New York. La zona fu colonizzata nel 18° secolo da tedeschi e inglesi, e durante la Rivoluzione americana Newburgh servì come quartiere generale dell’esercito continentale di George Washington. La città ha anche una lunga storia italiana, per questo motivo gli italo americani che vivono nei dintorni tengono molto al programma di italiano. Lungo il fiume che bagna la città c’è il bellissimo parco ‘UNICO Park’, il quale prende il nome dall’UNICO National, un’organizzazione che promuove la lingua e la cultura italiana.