Per rilanciare lo studio della lingua italiana nelle scuole pubbliche, seicento professori universitari hanno scritto un appello al governo e al Parlamento.
Non è la prima volta che si legge sugli studenti italiani e della loro incompetenza nella lingua italiana. Però di docenti che chiedessero aiuto ai politici per errori grammaticali non si era ancora sentito. Il Governo ignora le ragioni della situazione, e spesso cerca di risolvere tutto con controlli ed esami standardizzati; test a risposta multipla che impediscono il miglioramento delle competenze e l’organizzazione del pensiero. Per questo motivo, molti docenti della scuola secondaria hanno trovato contraddittorio che un gruppo di accademici abbia chiesto alla politica, o al Governo, di intervenire.
Sono una docente di italiano LS a New York e posso testimoniare che il problema sollevato in Italia è reale anche negli USA con l’inglese. Anche a New York notiamo un gran numero di studenti che non sa scrivere o leggere nella loro lingua madre. Insegno dal 2003, sei anni nelle università e dieci nelle scuole pubbliche, e nel corso della mia esperienza di docente – e di madre – ho visto un lento deterioramento del ruolo e dei contenuti del curriculum in tutte le scuole. Cambi fatti dalle riforme dei vari governi che si sono succeduti, i quali hanno obbligato controlli, test, verifiche, modifiche, e persino eliminazioni di importanti materie. In seguito, i docenti si son dovuti allontanare dalla loro funzione primaria, l’istruzione, per dedicare più tempo alla didattica personalizzata, agli esami standardizzati e ai DSA. E così, da una riforma all’altra, la scuola è arrivata a un’istruzione passiva e priva di pensiero o capacità critica.
Prima di incolpare i docenti delle scuole medie ed elementari, bisognerebbe fare un’analisi della società, della sua evoluzione, e delle difficoltà che si riferiscono all’educazione, e a essa connesse. Se in Italia gli studenti parlano e scrivono male le cause possono essere tante. Secondo molti il problema inizia nella scuola primaria, dove la grammatica non si studia piu’ come un tempo, e dove gli studenti non scrivono, e non leggono i libri che dovrebbero. Oggi, la passione dei ragazzi non è la lettura bensì il telefonino; strumento utile ma non per imparare la grammatica o scrivere correttamente. La tecnologia che connetta il mondo impedisce agli studenti di usare un linguaggio corretto o il pensiero critico. Per non parlare poi dei messaggi abbreviati scritti con il telefonino che hanno ormai stabilito un circuito dal quale difficilmente si potrà uscire e ritrovare equilibrio tra conoscenze e competenze, importanti nello studio di ogni disciplina.
Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative al settore di studio, descritte come teoriche e/o pratiche. Invece il concetto di competenza è legato alla capacità di usare consapevolmente ed efficacemente le conoscenze di contesti comunicativi, che riguardano le prestazioni produttive e la soluzione di problemi; per esempio le competenze di base nella lingua madre, in quella straniera, e in quelle scientifiche e matematiche. L’introduzione del concetto di “competenza” nella pedagogia scolastica è piuttosto recente, e non esiste una sua definizione precisa condivisa da tutti. Ciò che rende la competenza tanto potente, e la distingue dalle conoscenze e dalle abilità prese da sole, è l’intervento e l’integrazione con le risorse e le capacità personali, e il nuovo scoprire di altre conoscenze e abilità, alimentando e accrescendo cosi la competenza stessa.
Quando molti giovani hanno una bassa competenza nella lettura e nella scrittura, il problema è del sistema scolastico, ma non necessariamente dei docenti. Secondo i dati di Tullio De Mauro del 2008, oggi non si legge abbastanza, e sviluppare la lettura è un problema internazionale, non solo italiano. Per leggere bisogna avere la passione di informarsi e di migliorare la propria competenza. Anche se ci possono essere alcuni docenti impreparati che non leggono e/o non sanno scrivere, la responsabilità è anche dei genitori e della società. La lettura è fondamentale in ogni didattica, per tutti, studenti, insegnanti, e anche per i genitori. L’istruzione delle competenze e conoscenze incomincia alle elementari con l’ortografia, la grammatica, e la scrittura corretta. Per questo, prima di chiamare la politica sarebbe stato meglio fare una seria analisi su come ha operato e continua a operare il sistema di istruzione italiano nel campo delle otto competenze europee , e come funzionano i vari enti per difesa della lingua nazionale. Il tema delle competenze linguistiche degli studenti interessa tutta l’istruzione in generale, e spesso gli istruttori accusano i governi di rovinare l’istruzione pubblica invece di chiedere aiuto a esso.
Tornando al discorso dell’italiano, che fosse un problema in crescita nel nostro Paese non è una novità, basta accendere la TV per rendersene conto. La televisione che aveva unito linguisticamente gli italiani, oggi invece non aiuta la nostra lingua per via degli inglesismi usati in abbondanza dai media. Molti linguisti hanno evidenziato il problema de linguaggio dei media e politici italiani, dicendo che molti di loro usano un italiano misto con termini inglesi e facendo discorsi incomprensibili per gli italiani. Sono stati molti gli interventi del presidente della Crusca, Claudio Marazzini , sul tema degli inglesismi, per incoraggiare l’uso di termini italiani dei discorsi pubblici al posto di quelli stranieri. Anche nelle scuole il problema è stato sollecitato dai docenti, sia con consigli di classe e sia nelle riunioni dei vari dipartimenti, ma la questione non è stata mai ritenuta prioritaria. Anzi, alcuni colleghi venivano incolpati di essere tradizionalisti nell’impostare ancora la didattica sul lessico, sullo scritto, sugli esercizi di grammatica, sui riassunti, sui temi, e sulle sintesi.
Tullio De Mauro sui problemi della scuola. Video:
Quindi, questi professori universitari lanciano un SOS annunciano al Governo una fatto vecchio, un tema su cui il linguista De Mauro aveva fatto un’indagine, pubblicata nel 2008, dal titolo “Analfabeti d’Italia “ ma passata pressoché inosservata. Anche se i docenti delle scuole pubbliche hanno osservato il problema da anni senza riuscire a colmare i divari di apprendimento dei loro studenti; alunni non di intelligenza limitata, non con un problema neurologico o di apprendimento, o i figli di famiglie in difficoltà economica e/o sociale, ma studenti intelligenti che non leggono e non sanno scrivere correttamente nella lingua madre, che sia italiano o inglese. Risultato negativo delle riforme scolastiche degli ultimi dieci anni, che adesso ci fa vedere una generazione cresciuta senza imparare a leggere e a scrivere correttamente.
Un altro problema è di aver impoverito la scuola primaria con tagli a carico dell’italiano, inserendo l’inglese nel curriculum senza aumentare l’orario della scuola; deprivando cosi il tempo dell’italiano, e impoverendo anche il carico concettuale della storia e della geografia. Allora, se il problema inizia nella scuola primaria e perché la grammatica e lo scrivere non si insegnano più come si faceva in passato durante i primi cinque anni di scuola. E poi, quando gli studenti arrivano alla scuola media si trovano in difficoltà. Però di ottime scuole elementari ne esistono tante nelle città italiane. Per esempio, una collega in Sardegna, Graziella Pinna Arconte, insegnante della scuola primaria italiana, e autrice del libro “Universo della lingua italiana e dintorni” , insegna la grammatica e la scrittura ai suoi alunni usando un metodo molto creativo e divertente. Come possiamo vedere dalle foto e dal video .
Perciò, se i nostri studenti non mostrano capacità di lettura e di comprensione di un testo, e/o la capacità di produrre un testo corretto dal punto di vista grammaticale, sintattico e coerente ed efficace nel contenuto, i fattori sono molteplici. Tuttavia, nessuno nega le cause di un mancato raggiungimento di obiettivi e di traguardi, quasi mai riconducibili a svogliatezza degli alunni, che spesso la promozione alla classe successiva aumenta il grado di frustrazione di un alunno che, già in difficoltà con i livelli e con gli obiettivi dell’anno appena trascorso, dovrà affrontare con maggiori difficoltà livelli e obiettivi ancora più complessi.
Con ciò, vero, la didattica spesso è inadeguata, e ci sono anche docenti attenti alle problematiche socioeconomiche e socioculturali degli alunni che spesso consegnano alle scuole superiori studenti con competenze e conoscenze ridicole. Com’è pure vera la consapevolezza degli alunni che pensano che non serva studiare, tanto loro saranno promossi lo stesso con la sufficienza. E alla fine del percorso istruttivo, tutto questo non fa bene né agli alunni, né alla scuola, né alle famiglie, né alla Società.
La lettera dei docenti per intero è leggibile qui “Molti studenti scrivono male, intervenite!”
Le competenze chiave europee sono otto e costituiscono il bagaglio di abilità e attitudini necessarie per il cittadino europeo.