“Il confronto con le risorse impiegate da altri Paesi europei per promuovere la propria lingua fa capire quanto sarebbe necessario un impegno finanziario maggiore da parte dello Stato”. Sergio Mattarella
La storica Società Dante Alighieri, fondata nel 1889 per dare sostegno culturale e linguistico agli emigrati italiani sparsi nel mondo in un periodo in cui l'Italia aveva poche ambasciate all'estero, diffonde da allora la lingua italiana all'estero con gran successo. La Società organizza un Congresso Internazionale biennale, il quale quest’anno è avvenuto in concomitanza con il 750° anniversario della nascita del Sommo Poeta ed Expo2015. Il Congresso, tenuto nel Museo Diocesano e presso l’Auditorium Padiglione Italia di Expo2015, è stato un grande evento reso ancora più importante per l’intervento del Capo dello Stato Italiano, Sergio Mattarella, primo presidente della Repubblica a partecipare a un convegno sull’insegnamento dell’italiano.
Sergio Mattarella, accolto da Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri, ha iniziato il suo intervento lodando la nostra cultura e il made in Italy: “Nel mondo c'è una forte richiesta di Italia. Lo ha dimostrato anche l'Expo, una scommessa pienamente riuscita, nonostante tante perplessità iniziali. Lo dicono molte statistiche, che pongono lo stile di vita italiano nella parte più alta della classifica dei desideri mondiali. Lo verifico, personalmente, ogni volta che incontro, in Italia o all'estero, le autorità di altri paesi. Ovunque si vada, si apprende che ci sono tanti italiani ai vertici di istituzioni economiche, scientifiche, culturali, artistiche. Sono molto numerosi i campi in cui Italia e italiani sono sinonimi di eccellenza: l'arte, la moda, il cibo lo sport, il design, la musica, la tecnologia, la scienza, l'ospitalità…” (Qui il resto del discorso)
Il marchio italiano su un prodotto è apprezzato in tutto il mondo, e il “Made in Italy” è simbolo di bellezza e di qualità e garantisce ottimi affari all’estero e in Italia. Al contrario, diffondere il nostro idioma nelle scuole del mondo non è per niente facile, perché quando si tratta di inserire la nostra lingua nel curriculum delle scuole pubbliche senza fondi, in particolare negli USA, diventa un problema complesso e politico anche se l’italiano è richiesto.
Su questo tema ha parlato Andrea Riccardi, centrando direttamente l’obiettivo con parole chiare e domande precise: “… far amare l’Italia, vendere le cose italiane, parlare italiano… Ma qui giungo alla domanda centrale: è possibile un’estroversione di popolo, che recuperi il tempo perduto? Si vuole investire sull’italiano? Ricordo solo che l’investimento sulla lingua è una decisione storica della Francia da più di un secolo, oggi con 760 milioni annui di euro come finanziamento statale. La Gran Bretagna, nonostante la grande domanda d’inglese sul mercato, mette a disposizione del British Council ben 826 milioni. La Germania offre al Goethe 218 milioni. Lo spagnolo Cervantes ne riceve 80 e il Portogallo ha da poco attrezzato l’Istituto Camðes dotato di 12 milioni annui. La Dante riceve 600.000 euro. Eppure si dice che l’italiano sia la quarta lingua più richiesta al mondo come apprendimento. Si vuole investire sull’italiano? È una decisione che possiamo sollecitare, ma che non spetta a noi. Anche se consideriamo – lo dico con la sensibilità delle nostre antenne (quasi 500 e 164.000 studenti) nel mondo – uno scialo, non far fruttare i pezzi d’italianità nel mondo, alimentarli, promuovere legami e simpatie, lingua e cultura..” (Qui il resto del discorso del 26 settembre)
Rispondere alle domande di Andrea Riccardi non è facile perché l’impegno per la diffusione della lingua italiana nel mondo non dipende solo dalla passione e devozione dei docenti, e da quella delle associazioni italiane che raccolgono fondi e offrono borse di studio agli studenti di italiano, ma deve, soprattutto, dipendere dalla responsabilità e dall’impegno dello Stato Italiano. Come ha affermato Andrea Riccardi: “Gli insegnanti di italiano lavorano molto per attirare studenti nelle loro classi e i tempi che ci aspettano sono carichi di sfide, di prospettive, anche, come sempre, di incognite”. Andrea Riccardi ha dimostrato di aver analizzato molto bene i pro e i contro sull’insegnamento dell’italiano all’estero, evidenziando anche il problema di fondi, e ricordandoci che i fondi della Società Dante Alighieri sono stati tagliati dell'80% negli ultimi anni, ma ci sembra assurdo che lo Stato francese investa 760 milioni l'anno, la Gran Bretagna 826 milioni, la Germania 218 milioni, la Spagna 80 milioni, mentre la Dante riceva solo 600 mila euro…
Tuttavia, anche se la Società Dante Alighieri si gestisce in modo autonomo, come tutte le altre sedi estere de La Dante, queste istituzioni si dedicano all'insegnamento della lingua per persone di classi medio-alte. Eppure molti non sanno che ci sono enti de La Dante i quali ultimamente lavorano in collaborazione con il Ministro degli interni e offrono corsi gratuiti , per immigrati di italiano L2.
Eccone alcuni esempi:
E presso la sede Dante Alighieri a Bolzano.
Eppure seguendo discussioni di docenti su FB ho notato che molti di loro non sono d’accordo con queste iniziative da parte di enti private, e per fare un esempio includo un commento di Alice Berdini con il suo permesso: “Il Ministero degli Interni si dovrebbe concentrare di più sulla questione dell'italiano L2 nei CPIA (enti pubblici) invece di finanziare iniziative sporadiche ed effimere come quella della Dante di Venezia che da sempre si è dedicata all'insegnamento dell'italiano LS avendo sedi in tutto il mondo e organizzando da sempre corsi a pagamento”.
Da quello che si capisce facendo ricerche, tutti i CPIA possono accedere ai fondi EX FEI che non sono fondi MIUR ma Europei, quindi non estratti dalle tasche degli italiani, come molti invece pensano. Cioè gli immigrati non sono aiutati con i soldi degli italiani.
Infatti, la maggior parte, o quasi tutti, dei corsi per immigrati sono gestiti dalle organizzazioni di volontariato, CPIA, (Centri per l’istruzione degli adulti ). Il volontariato aiuta gli immigrati a imparare la lingua ma non risolve il problema della lingua e dell’integrazione. Invece se si organizzano corsi gratuiti di L2 (italiano come lingua seconda) nelle scuole con la collaborazione del Ministero dell'Interno negli enti pubblici si otterrebbe un gran successo con gli immigrati. In questo modo si agevolerebbe tutta la comunità italiana, perché sono migliaia i migranti che vivono in quartieri degradati, i quali parlano un italiano appreso per strada, avranno l’opportunità di imparare bene la nostra lingua. I docenti italiani si lamentano degli Enti statali che non ricevono finanziamenti per corsi annuali di L2 per gli stranieri che vivono in Italia. E anche se in alcune scuole ci sia qualche corso per migranti non cambia la situazione e la necessità di corsi specializzati come italiano L2.
Tornando al discorso di Mattarella, il Presidente si è pronunciato in merito alla promozione dell’insegnamento dell’italiano agli immigrati in Italia, affermando che la lingua è strumento di comunicazione che abbatte le barriere della paura favorendone l’integrazione. “L'Italiano è diventata la lingua della reciproca comunicazione. Comunicazione significa conoscenza e la conoscenza abbatte i muri della diffidenza e della paura. Previene la formazione di ghetti che sono innanzitutto linguistici e culturali. Credo che dovremmo essere più impegnati nel promuovere e nell'assicurare la conoscenza della nostra lingua agli immigrati che si insediano nel nostro Paese.”
Perciò, il fatto che Mattarella abbia partecipato al Congresso Internazionale e abbia parlato della necessità di insegnare italiano agli stranieri in Italia, ammettendo anche il bisogno di un maggiore impegno finanziario da parte dello Stato, ci appare un'ottima notizia. E su questo argomento i docenti di LS e L2 concordano con il Presidente Mattarella.
Il problema sull’insegnamento dell’italiano è evidente anche all’estero come lingua straniera. Per esempio, nello stato di NY non tutte le scuole pubbliche hanno un programma di italiano. Nelle zone ricche lo studio della lingua italiana viene offerto perché le famiglie vogliono l’italiano e gli Enti scolastici sono gestiti con i soldi dei cittadini. Invece nelle zone o quartieri poveri, o di basso reddito, se non arrivano fondi Statali o Federali per il programma di lingue lo studio dell’italiano non è offerto. Gli istituti italiani di cultura, sparsi per il mondo, offrono un servizio con corsi di italiano, però queste classi sono rivolte a persone di medio-alto reddito, quelli che possono permettersi di pagare un contributo anche se non alto per imparare l’italiano. Quindi, è evidente che il vero problema sia di soldi ma anche di impegno e gestione. Ed è evidente che ci siano sempre meno fondi disponibili per l’insegnamento della lingua italiana sia in Italia che all’estero. La soluzione sarebbe che il Ministero dell'Interno insieme al Ministero degli Esteri avessero come obiettivo non solo le classi di reddito medio-alte ma anche quelle basso che hanno la passione per voler imparare la nostra lingua, ma non hanno la possibilità di pagare.
Perciò, lo stesso presidente della Repubblica Italiana riconosce che ci sarebbe da spendere molto di più per la lingua italiana se volessimo veramente che il numero degli studenti che studiano il nostro idioma aumenti sia in Italia che all’estero, e questo lo possiamo notare guardando quanto investono gli altri Paesi per lo studio della propria lingua.
Andrea Riccardi, discorso del 25 settembre “Raccontiamo l'Italia, abbattiamo il confine”
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Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.