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October 22, 2014
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AP Italian ad un passo dall’obiettivo: intervista con l’ambasciatore Claudio Bisogniero sui dati dell’esame del College Board

Filomena Fuduli SorrentinobyFilomena Fuduli Sorrentino
Time: 7 mins read

Molto incoraggianti le notizie che ci giungono da Washington sul futuro della lingua italiana negli Stati Uniti: l'ambasciatore d'Italia Claudio Bisogniero, rispondendo alle domande de La VOCE di New York, ha rivelato che il raggiugimento dell'obiettivo dei 2.500 studenti che devono sostenere l'esame AP Italian entro il 2016 è ormai prossimo e questo risultato consentirebbe alla nostra lingua di essere confermata come esame di Advanced Placement Program dal College Board allontanando così il rischio di una mortificante eliminazione dal programma (ricordiamo che i corsi AP e l'esame consentono agli studenti liceali di accumulare in anticipo crediti universitari). Un obiettivo che fino ad un paio di anni fa sembrava ancora troppo distante, diventa ormai alla portata dell'italiano.

Ecco quindi le risposte alle nostre domande dell'ambasciatore Bisogniero che ringraziamo per questa intervista concessa in esclusiva al nostro giornale e in cui, nel rivelare gli ultimissimi dati ufficiali, fornisce anche la sua analisi su questo importante risultato proprio mentre a Firenze in questi giorni si svolge la mega conferenza degli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo. 

Ambasciatore Bisogniero, qual è il futuro dell’AP Italian negli USA e come evitare imprevisti con l’esame?  L'obiettivo dichiarato per il 2015-2016 è di almeno 2,500 studenti che sosterranno l’esame AP Italian: siamo vicini al traguardo?

Nel corso degli anni il numero degli studenti che hanno sostenuto l’esame Advanced Placement di italiano è sempre stato in costante crescita. La tendenza, quest’anno, è particolarmente positiva: al 30 giugno 2014 abbiamo raggiunto il numero di 2331 esami contabilizzati, il che rappresenta un record assoluto, con il più alto incremento in termini percentuali (17,73%) rispetto a tutte le altre lingue ammesse all’esame AP. Per dare un termine di paragone: nel 2012, anno della ripresa del programma AP Italian, il numero di esami contabilizzati si era attestato a 1806. Nel 2013, a 1980, con un incremento del 9,6%. Abbiamo pertanto ragione di essere ottimisti sul futuro, anche se siamo consapevoli che ci sarà ancora moltissimo da lavorare per arrivare alla soglia di 2500 esami all’anno, che dovrà essere raggiunta nel 2016 per confermare l’inclusione dell’italiano nel programma. Anche il numero delle scuole in cui si sono svolti i corsi autorizzati dal College Board è in costante aumento: nel 2012 siamo partiti con 200 istituti, nel 2013 siamo saliti a 213, nel 2014 a 236. Agli studenti che sostengono l’esame nelle loro scuole si aggiungono quelli provenienti da istituti in cui non è ancora presente un corso d’italiano per l’esame AP.

Quali sono i punteggi degli studenti che hanno sostenuto l’esame? 

Secondo i dati che ci ha comunicato il College Board, il 19,7% dei candidati ha ottenuto cinque punti, il livello massimo, mentre il 20,6% ha ottenuto quattro punti, il 28,3% tre punti, il 22,7% due punti e l’8,7% un punto. C’è stato dunque un significativo aumento percentuale nella fascia di coloro che hanno ottenuto il punteggio più alto: dal 10,1% del 2013 al 19,7% del 2014, mentre sono diminuite le due fasce più basse (2 punti e 1 punto), che passano dal 34,4% complessivo del 2013 al 31,4% del 2014. Questi risultati dimostrano un miglioramento qualitativo generale nella preparazione dei candidati.

Negli USA molte scuole pubbliche non hanno un programma d’italiano, o non hanno un corso di AP Italian Language and Culture (anche molte scuole nel sistema scolastico del NYC). Come si possono incoraggiare questi istituti a includere sia il programma d’italiano sia l’esame AP Italian? L’Italia potrebbe aiutare di più su questo?

Non tutti sanno che l’italiano, per numero di studenti, è al quarto posto tra le lingue straniere studiate negli Stati Uniti.  Come ha sottolineato di recente il Sottosegretario agli Esteri Mario Giro, l’italiano, “lingua della scelta e del cuore”, è al quarto posto anche nel resto mondo tra le lingue più studiate, e l’ottava lingua più utilizzata su Facebook. E’ su questa base che dobbiamo costruire.  La nostra lingua è peraltro già inclusa nei programmi di più di 600 scuole americane. Queste cifre sono non solo il riflesso dell’interesse crescente per la cultura italiana cui da tempo assistiamo negli Stati Uniti, ma anche il frutto dell’impegno sostanziale e capillare profuso negli anni dal Ministero degli Esteri, dalla nostra Ambasciata, dai Consolati e dagli Istituti di Cultura italiani negli Stati Uniti. Penso per esempio ai trecento eventi culturali di prestigio organizzati nel 2013 – Anno della Cultura Italiana – in oltre 60 città statunitensi, con il coinvolgimento di centinaia di partner pubblici e privati, sia dall’Italia che dagli Stati Uniti. O al lancio, all’inizio di quest’anno, di ItalyinUS.org, il portale grazie a cui è possibile informarsi sugli eventi culturali italiani nel Paese che ci ospita (finora ne abbiamo segnalati oltre 500). Si tratta di un grande lavoro di squadra, che sarà necessario continuare a svolgere con strumenti di coordinamento sempre più efficaci: lo scorso anno abbiamo istituito in tutte le nostre circoscrizioni consolari gli “Osservatori della lingua italiana”, con l’obiettivo di unire le nostre forze con le energie espresse dalle comunità di Italiani e italo-americani e dagli altri attori a vario titolo interessati sul territorio. Tra le iniziative realizzate, l’attivazione di  borse di studio a studenti e insegnanti coinvolti nel programma AP, la promozione di corsi di AP italiano on-line, e l’offerta di un ciclo di seminari di aggiornamento per insegnanti di concerto con il consorzio universitario ICoN – Italian Culture on the Net – iniziativa che quest’anno abbiamo replicato in undici diverse località degli Stati Uniti, dalla East Coast al Midwest, dalla West Coast alla Florida. Altri tasselli della nostra strategia: il sito dedicato www.usspeaksitalian.org,  le campagne informative,  l’invio di lettere a vari livelli per favorire il più possibile la partecipazione ai corsi di AP Italian. Come dicevo, si può – anzi si deve – fare sempre meglio e di più, e da parte nostra assicuriamo il massimo impegno: la promozione dell’italiano  è una priorità.

Negli USA, i licei offrono già corsi delle diverse università statali e private. Questi corsi, di quattro crediti, sono più facili e meno stressanti in paragone all’esame AP, perché le prove sono programmate in collaborazione con i docenti che danno il voto finale. Perciò, sia gli studenti sia i docenti li preferiscono. Esiste quindi un problema di concorrenza e opportunità tra le università e il College Board. Ambasciatore, queste classi possono diventare un problema per l’avanzamento dell’AP Italian?

Stando ai dati che citavo, la presenza di offerte differenziate non sembrerebbe aver costituito un problema per l’incremento del numero degli studenti AP Italian. E’ vero che il sistema educativo americano offre un’ampia gamma di test ed esami promossi da diverse istituzioni e che gli studenti, le famiglie, gli insegnanti e le scuole operano scelte diverse a seconda dell’offerta disponibile sul territorio, delle opportunità organizzative, delle contingenze e delle attitudini personali. Ma la nostra carta vincente è l’interesse crescente che in sé riesce a suscitare lo studio della lingua e della cultura del nostro Paese: si tratta di una tendenza generale, che va ben al di là dell’esame AP, e che si rispecchia nell’attenzione vivace che in generale registriamo nella società americana verso la cultura e lo stile di vita italiani – penso per esempio, per citare un settore soltanto apparentemente estraneo agli studi universitari, ai dati positivi sulla crescita delle esportazioni Made in Italy verso gli Stati Uniti. Va considerato che, oltre ad abbreviare il corso di studi universitari ed essere economicamente conveniente (89 dollari  contro generalmente 2-3.000 dollari per  ogni credito acquisito tramite esami all’università), l'AP d’italiano è allettante perché la nostra lingua può rivelarsi una risorsa importante nel curriculum di un neolaureato.

Ambasciatore Bisogniero, secondo i dati da Lei consultati sui punteggi degli studenti e sui docenti che insegnano l’AP Italian, l’insegnante che insegna il corso di AP può essere un problema per il successo dell’esame? Cosa ci dicono i dati riguardo al docente di madrelingua e non di madrelingua?

Non disponiamo di un’analisi specifica in questo senso, né dipende da noi certificare la qualità degli insegnanti. Ma in generale direi che i migliori punteggi ottenuti dagli studenti agli esami sono un segnale incoraggiante e gli insegnanti di italiano sono una risorsa e non certo un problema per il raggiungimento del nostro obiettivo. Come dicevo, facciamo comunque del nostro meglio per assicurare un sostegno alla loro formazione ed aggiornamento, anche attraverso corsi offerti dall’Università per Stranieri di Perugia.  

Il programma AP Italian è un corso molto caro per l'italiano, che non è riuscito finora ad autofinanziarsi con il numero degli studenti che pagano per dare l'esame. Il governo italiano è ancora disposto a investire? E quanto invece dovrebbe essere la parte che richiede un intervento economico dalla comunità italiana d'America?

A livello delle Istituzioni siamo impegnati soprattutto, come dicevo, in termini di ottimizzazione e miglioramento del funzionamento del network già poderoso su cui possiamo contare. Il coinvolgimento attivo della comunità italiana è e rimarrà fondamentale per il consolidamento dei risultati già ottenuti: ci sono già tanti esempi virtuosi in termini di fund raising spontanei a sostegno dell’esame. L’unione e la collaborazione saranno la nostra carta vincente per generare risorse e attuare iniziative di successo.

 


FiloFilomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY.  Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive  a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures.  Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.

 

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Filomena Fuduli Sorrentino

Filomena Fuduli Sorrentino

Calabrese e appassionata per l’insegnamento delle lingue, dal 1983 vivo nel Long Island, NY. Laureata alla SUNY con un AAS e in lingue alla NYU con un BS e un MA, sono abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento K-12 in italiano, ESL e spagnolo. Insegno dal 2003 lingua e cultura italiane nelle università come adjunct professor e come docente di ruolo in una scuola media del Newburgh ECSD. Nel mio tempo libero amo scrivere, leggere, cucinare, ascoltare musica, viaggiare, visitare i centri storici (soprattuto italiani) e creare cose nuove. Tra le mie passioni ci sono la moda, il mare e la natura.

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