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March 9, 2022
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William Barr sul suo ex boss Donald Trump: “Era distaccato dalla realtà”

L'ex ministro della giustizia, nel suo nuovo libro e in interviste, sui giorni alla Casa Bianca di Trump dopo la sconfitta elettorale: "Era livido e tremante"

Massimo JausbyMassimo Jaus
William Barr sul suo ex boss Donald Trump: “Era distaccato dalla realtà”

La copertina del libro

Time: 4 mins read

“Era livido dalla rabbia. Tremava per la collera” afferma l’ex Procuratore generale Bill Barr descrivendo Donald Trump dopo che i media avevano dato la notizia della sua sconfitta alle elezioni del 2020. “Poi però cominciò a mostrare un comportamento allarmante, insistendo che aveva comunque vinto lui”, ha proseguito l’ex ministro della Giustizia parlando con Bret Baier di Fox News, che lo intervistava per promuovere il suo libro di memorie One Damn Thing After Another, dopo che già domenica sera l’ex membro dell’amministrazione repubblicana si era fatto intervistare da Lester Holt di NBC News.

Barr, che si è dimesso da Attorney General nel dicembre 2020 per la falsa insistenza di Trump che le elezioni fossero state truccate, nel corso dell’intervista ha descritto il momento in cui ha parlato con Donald Trump dopo che era arrivata la conferma che aveva perso contro l’attuale presidente Joe Biden. “È stato certamente inquietante quando sono andato a parlare con lui delle elezioni”, ha detto Barr. “Era livido e tremante e urlava a tutti. È stato inquietante”.

Barr ha aggiunto che un momento altrettanto “inquietante” è stato quando ha rassegnato le dimissioni subito dopo aver rivelato che il dipartimento di Giustizia non aveva trovato prove di una diffusa frode elettorale. “Ha cominciato a parlare di come aveva effettivamente vinto le elezioni, di come le macchine elettorali erano state truccate e di come sarebbe rimasto alla Casa Bianca per un altro mandato. E lo diceva con convinzione. Era molto fiducioso”, ha detto Barr. “Mi rendevo conto che era distaccato dalla realtà. Rimasi sbalordito. Era disposto a credere a qualsiasi fantasticheria, non importa quanto fantasiosa, purché non lo rendesse un perdente alle elezioni”.

Il presidente Donald Trump e l’Attorney General William Barr (Wikimedia/Photo by: Shane T. McCoy/U.S. Marshals, Office of Public Affairs from Washington DC)

Quando Bret Baier ha chiesto a Barr cosa avrebbe detto ai sostenitori di Trump che sono arrabbiati con lui per aver smentito le false affermazioni di frode elettorale, Barr ha risposto: “La verità è importante. E la verità è che Trump ha perso le elezioni. Il movimento Make America Great Again deve maturare e andare oltre le sue radici se spera di avere successo nel 2024. I repubblicani devono capire che bisogna eleggere persone che abbiano la pazienza di tenere insieme il partito in modo da avere una maggioranza che possa portare a termine le cose, non ridimensionare il partito in base alla lealtà personale”.

Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie l’ex presidente, che in una lettera di 3 pagine sostiene di aver licenziato William Barr perché “non aveva spina dorsale”. “Immagino che se il libro è qualcosa di simile a lui, sarà lungo, lento e molto noioso”, scrive l’ex presidente.

Ieri sera, intanto, l’aereo su cui viaggiava Donald Trump ha dovuto fare un atterraggio di emergenza a New Orleans. Il jet era partito verso le 11:00 dalla Louisiana ed era diretto all’aeroporto di Palm Beach. Poco prima, l’ex presidente aveva preso parte ad un incontro privato con alcuni dei suoi maggiori sostenitori al Four Seasons Hotel di New Orleans, in cui aveva affermato che gli aerei Stealth americani avrebbero dovuto cambiare le bandiere e le insegne sulle fusoliere e sostituirle con quelle dell’aviazione cinese e bombardare la Russia. “In modo da far scoppiare una guerra tra Russia e Cina”.

L’aereo, un Dassault Falcon 900, oltre al presidente e alla scorta del Secret Service aveva a bordo numerosi collaboratori di Trump. Uno dei motori avrebbe avuto un guasto. I portavoce di Trump non hanno voluto commentare la notizia.

Le accuse infondate dei brogli elettorali sono tornate nuovamente in tribunale ieri. Il giudice David Cohen, della Corte Suprema dello Stato di New York, ha disposto che Smartmatic, la società che ha costruito le macchinette elettorali,  può portare avanti la sua causa per diffamazione da 2,7 miliardi di dollari sostenendo che Fox News Network, Rudolph Giuliani, Sydney Powell e altri hanno falsamente accusato Smartmatic di aver contribuito a truccare le elezioni.

Il giudice ha anche respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Fox Corp per Maria Bartiromo e Lou Dobbs. Il magistrato ha anche affermato che Smartmatic può perseguire Rudy Giuliani e Sydney Powell, che nei tribunali diffondevano senza alcuna prova false narrative di brogli. Rimossa invece dalla lista Jeanine Pirro, i cui commenti televisivi a sostegno delle false accuse di brogli elettorali non nominavano la Smartmatic. Nella motivazione della sua decisione il magistrato ha scritto che Fox News “ha chiuso un occhio su una litania di affermazioni oltraggiose, senza precedenti nella storia delle elezioni americane, così intrinsecamente improbabili da mostrare uno sconsiderato disprezzo per la verità”.

La governatrice del Michigan Gretchen Whitmere

Da tribunale di New York a quello in Michigan. Un avvocato di uno degli uomini accusati di aver pianificato il rapimento della governatrice del Michigan, Gretchen Whitmer, ha rivelato mercoledì che Adam Fox, il maggior imputato, era uno sfortunato “disadattato tossicodipendente” influenzato da un informatore dell’FBI e non il leader di una milizia suprematista. L’avvocato Christopher Gibbons ha insomma detto ai giurati che Adam Fox era un senzatetto con problemi di droga, e non il capopopolo di una milizia suprematista.

Insieme a Fox, sul banco degli imputati ci sono Brandon Caserta, Barry Croft Jr. e Daniel Harris. I pubblici ministeri affermano che gli uomini avevano messo a punto un piano per rapire la governatrice democratica perché erano arrabbiati per le restrizioni imposte dalla sua amministrazione per far fronte alla pandemia. L’assistente procuratore Jonathan Roth ha detto durante la sua dichiarazione di apertura che gli uomini facevano parte di una milizia che aveva pianificato di entrare nella casa della Whitmer, legarla e portarla via. Gli imputati avrebbero anche pianificato di far saltare in aria un ponte per impedire alla polizia di intervenire rapidamente con l’intento di creare una “zona di guerra qui nel Michigan”.

I 4 del processo Whitmore

L’FBI ha affermato di aver sventato il complotto del rapimento con l’arresto di sei uomini nell’ottobre 2020. Due di loro, Ty Garbin e Kaleb Franks, si sono dichiarati colpevoli e appariranno come testimoni per il Governo, offrendo ai giurati una visione dall’interno di ciò che era stato pianificato. In un procedimento separato si sta istruendo il caso per altri otto persone accusate di aver aiutato finanziariamente il gruppo.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga.

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