Parlando con Lorenzo Maria Dell’Uva, autore del recentissimo La corsa infinita. La guida completa alla New York City Marathon: la storia, la gara, le info, i consigli e le curiosità sulla maratona più famosa del mondo, si viene sopraffatti dall’amore per la città che lui scoprì anni fa decidendo subito di trasferirsi qui parte dell’anno. Amore reso ancora più radicato una volta che Lorenzo si è imbattuto nella maratona, la prima volta fu da fotografo, che ora ha corso già sei volte. “Conosco molti italiani che corrono e in questi anni ho scoperto un mondo, quello dei runner. Mi sono però reso conto che molti nostri connazionali, il gruppo più numeroso di quelli che vengono dall’estero, secondo solo agli USA stessi si trovano preparatissimi nella tecnica, ma impreparati di fronte alla città, e così, io che nella vita faccio molte cose ma non sono uno scrittore ho deciso di scrivere una guida che, senza pretese li accompagni nei vari quartieri”.
Il libro è pieno zeppo di itinerari, dritte, consigli di esperti ed è godibilissimo anche da parte di chi non corre. Il tono è quello di un amico, ed è proprio la ragione (assieme all’ammirazione per la can-do attitude dell’autore) per cui qui ne parliamo: noi che amiamo camminare da soli esplorando l’inesauribile Gotham, abbiamo trovato una voce spiritosa ma attenta alle sottigliezze e ai dettagli, una voce con cui è piacevole girare.
Abbiamo domandato in esclusiva a Lorenzo per la Voce un esempio che ci era piaciuto, dal capitolo “Come essere un New Yorker”:
A New York ognuno fa quasi tutto quello che gli pare. Nessuno giudica gli altri più di tanto e nemmeno ha il tempo di farlo: ci si può quindi sentire davvero liberi di vivere la città come meglio si crede, nei limiti della decenza e delle leggi, ovviamente. Eppure, ci sono una serie di piccole abitudini e convenzioni che è meglio conoscere per essere un buon “cittadino” ed evitare di irritare quasi immediatamente i super indaffarati abitanti della Grande Mela. Eccoli elencati in ordine sparso.
- A New York nessun pedone aspetta che il semaforo pedonale sia verde: basta una rapida occhiata (la stragrande maggioranza delle strade sono a senso unico) e se non arriva nessuno o se, più probabilmente, il traffico è paralizzato, si attraversa in maniera spedita. Attenzione alle auto però: se hanno il diritto di passare, sfrecciano a tutta velocità non curanti di chi attraversa.
- I New Yorkers non si impallano mai in luoghi di passaggio: se scorgete una o più persone bellamente piantate in mezzo al marciapiede, in un passaggio pedonale, in un corsia delle bici o proprio all’ingresso di un negozio… avete appena avvistato un turista.
- Il blocco dei passanti può essere causato da stupore, una conversazione con qualcuno, un messaggio urgentissimo cui rispondere, la consultazione di una mappa… non conta: genererà subito un indispettimento se, in qualsiasi forma, crea un blocco o causa un rallentamento all’incessante passaggio di persone. Fateci davvero molta attenzione. Stesso discorso quando si è in fila per ordinare qualcosa in un bar: siate sicuri di arrivare sapendo già quello che intendete ordinare. Anche se il vostro inglese non è il massimo troverete qualcuno subito disposto ad aiutarvi, ma non fatevi trovare impreparati su “cosa” volete.
- In metropolitana è molto gradito, quando si approcciano i tornelli, avere già la MetroCard carica e pronta ad essere strisciata. Lunghe pause alla ricerca della card perduta proprio davanti al punto di passaggio, che funziona sia da entrata che da uscita, sono davvero poco apprezzate. Specie all’ora di punta. Sempre a proposito della metropolitana: in molte stazioni i binari sono molto in profondità e richiedono lunghe scale mobili: chi non ha fretta deve stare sulla destra, in modo che chi vuole possa salire o scendere camminando sulla sinistra.
- A New York la maggior parte delle indicazioni stradali si comunicano utilizzando gli incroci. In questa specie di gigantesca “battaglia navale” tutti (ma proprio tutti) si aspettano un riferimento di questo tipo.
I due tipi di indicazioni più diffuse sono:
– per indicare un luogo su una strada si comunica la street e le due avenue tra cui la destinazione è compresa. Ad esempio il MoMA che “formalmente” si trova in 11 West 53rd Street in “pratica” è sulla 53rd tra Fifth e Sixth Avenue. “Tra” si traduce “between” e potrete leggerlo in giro un po’ dovunque, persino nei cartelloni pubblicitari;
– per indicare un luogo che si trova all’angolo tra una street ed una avenue… si indica proprio l’angolo. Ad esempio la libreria Strand, il cui indirizzo è 828 Broadway, si trova, per tutti, a Broadway & E 12th.
- I newyorkesi si salutano, costantemente. E vi saluteranno tutti. E quasi tutti vi chiederanno “come va?” con un sonoro e molto tipico “how’re you doing?”. La risposta di default è “Okay!” cui, volendo, si può aggiungere il medesimo “how are you doing?” cui seguirà inevitabilmente un altro “Okay!”. Questa conversazione / non conversazione vi capiterà decine di volte durante il giorno: ovunque andiate, in qualsiasi negozio entriate, con chiunque interagiate. Prendetela come una versione un pochino più elaborata di “ciao” ”ciao”.
- L’ultimo consiglio è quello più importante per affrontare la città e dovrebbe essere anche il più ovvio: New York è una città estremamente variegata e multiculturale. Qui si fondono, confondono, mescolano, moltiplicano tutte le diversità del genere umano. Abitudini, gusti, orientamenti, religioni, modi di fare e sensibilità comprese. Quel che nel vostro paese d’origine può essere considerato normale, per alcune delle persone che vi circondano potrebbe non esserlo affatto. Ed ovviamente vale anche l’esatto contrario. Si potrebbe assistere a modi di fare, parlare, vestirsi, comportarsi che potrebbero lasciarvi basiti, perplessi o persino infastiditi. Ma non sarebbe giusto.
New York è una città che va affrontata con la mente aperta, libera da qualunque preconcetto o convenzione forzata e, se possibile, liberi da qualsiasi barriera. È il modo migliore per vivere la città ed allo stesso tempo essere un vero New Yorker.
Per saperne di più: maratona.nyc