Il Dizionario di filosofia firmato da Nicola Abbagnano, definisce l’aforisma una “proposizione che esprime in maniera succinta una verità, una regola o una massima concernente la vita pratica”. In greco antico il termine stava per “determinazione”, “delimitazione”. Due proprietà, quindi, spettano di diritto all’aforisma: concisione e utilità. Non sorprende che a raccogliere aforismi abbia dedicato un bel po’ del suo tempo un uomo di legge che, per professione e vocazione personale, di concisione e praticità si è ritrovato a impastare la vita.
Chi ha la fortuna di frequentare da decenni il prof. Fausto Capelli, valoroso avvocato nel foro di Milano e presso le Corti dell’Unione europea, la sua raccolta di aforismi, aneddoti e frasi, l’attendeva da sempre, avendone ricevuto anticipazioni a getto continuo, in occasioni conviviali e professionali. Vedendo Il libro aperto degli aforismi, quattrocento pagine con più di tremilacinquecento tra citazioni, frasi ad effetto, pillole sapienziali, appena edito da Rubbettino, ho pensato che finalmente l’amico metteva a disposizione del grande pubblico la miniera di saperi, umorismo, ironie dei millenni di cultura europea, e non solo, riversati su un’infinità di quaderni già dal liceo.

La copertina
Il libro è organizzato su settanta tematiche in successione alfabetica, da “Abito” a “Zelo” (che testacoda, curatore! zelo sprecato quello per l’abito che non farà mai un monaco, come conferma la tua citazione da Hazlitt: “Coloro che fanno del vestito una parte principale di se stessi finiranno, in generale, per non valere più dei loro vestiti”). Riporta in introduzione la guida per la consultazione rapida ed efficace e in chiusura l’indice per autore e tema. Il curatore confessa preferenze ampiamente condivisibili: La Rochefoucauld, Wilde, Flaiano, Longanesi, Twain, sono sale dell’esistenza, compagni dei momenti complicati, che sanno rischiarare e rendere accettabili con i lampi di ironica grazia del loro genio. Ma ci sono assenze che sorprendono: per dire, Chaplin (in Monsieur Verdoux: “Un assassinio, e siete un bandito; milioni di morti e siete un eroe”) e Totò (in Totò al Giro d’Italia: “Si dice che l'appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni”), viste le numerose citazioni da Groucho Marx e Woody Allen, avrebbero meritato di essere considerati. Il cortesissimo curatore, che nell’introduzione auspica lettori che contribuiscano, via rete, con ulteriori testi, potrà condividere.
In tempi di chiacchiere ovunque e sempre, cicalecci ossessivi televisati e retificati, gossippate che s’intrufolano nei reconditi e discettano anche del moccio delle zanzare, disporre del testo curato da Capelli, fondato sul silenzio luminoso della parola sintetica e pratica, significa, tra l’altro, poter donare alle persone care un libro destinato a mai annoiare e invecchiare. Ci sarà sempre, in quelle pagine, una pensata, una battuta, una complicità col nostro modo di vedere le cose e ricercarne il senso, che le renderanno utili per tenere la barra diritta nella ricerca di verità e motivo.
Un’informazione, per istigare all’utile acquisto, tanto più che la prima edizione del libro è andata esaurita nel periodo natalizio. I diritti d’autore de Il libro aperto degli aforismi sono destinati a un conto, controllato da qualificato istituto di credito, che sostiene iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di far crescere associazioni, organizzazioni e fondazioni che operano per la tutela dei beni culturali, della protezione dell’ambiente, degli aiuti a scopo sociale e a favore dell’assistenza sanitaria. Si veda la relazione dell’autore riportata in fondo al volume, presentata a palazzo Marigliano di Napoli la primavera scorsa.