In questa rubrica abbiamo sempre dato spazio, accanto alle uscite delle case editrici più importanti, anche a quelle riconducibili al lungo, paziente e troppo spesso nascosto lavoro di "scavo" compiuto dai piccoli editori. Un lavoro che spesso porta alla luce piccole gemme.
Questa volta ci occupiamo di Edizioni Incontropiede, nata quest'anno a Riviera del Brenta (in provincia di Venezia) per iniziativa di tre amici appassionati di libri e di sport (Alberto Facchinetti, Nicola Brillo e Federico Lovato). Già l'intenzione è lodevole, in un periodo di crisi economica prolungata che è ancora più pesante per l'editoria cartacea, dal momento che in questo settore, agli effetti della crisi vera e propria, si sommano anche quelli derivanti dalla (per ora speriamo solo presunta) obsolescenza del prodotto, insidiato dall'elettronica. Per non dire delle difficoltà che da sempre i piccoli editori in Italia incontrano con la distribuzione, e che Incontropiede cerca di superare con le vendite on-line (sul sito incontropiede.it). Ma qui ad essere interessante è anche e soprattutto il progetto: pubblicare non più di dieci volumi all’anno di letteratura sportiva, suddivisi in varie collane. Spazio dunque a romanzi, saggi, biografie, antologie di articoli, raccolte di racconti. Con lo sport a farla da padrone, il calcio soprattutto, cosa intuibile fin dal nome scelto per questa nuova impresa editoriale, un omaggio a Gianni Brera, uno dei più grandi cantori dello sport italiano (Brera diceva che il contropiede corrisponde al carattere degli italiani, per questo con quel modulo vincevamo tanto).
Estraiamo da un catalogo per ora naturalmente ancora limitato questo Campo per destinazione – 70 storie dell'altro calcio, di Carlo Martinelli, giornalista innamorato dello sport e della narrazione, anzi, dello sport come narrazione, che sembra incarnare il perfetto prototipo di scrittore (e di lettore) che le Edizioni Incontropiede hanno in mente.
Chi scrive non segue lo sport e quando, all'estero, viene interpellato sulle vicende del calcio italiano, rischia di fare sempre brutta figura. Un italiano che non segue il calcio, all'estero, è un po' come un italiano a cui non piace la pizza, o che non parla gesticolando, qualcosa di realmente anomalo, al limite della blasfemia. Tuttavia, le 70 storie contenute nel libro sono fatte apposta per catturare l'attenzione anche di chi, come me, del mondo del pallone conosce a malapena i colori delle divise dei calciatori. Basta scorrere l'indice per accorgersene: per ogni storia, un nome, ma quali nomi? Marilyn Monroe e Fabrizio de Andrè, Albert Camus e Cesare Battisti, Enzo Jannacci e Pier Paolo Pasolini, solo per citarne alcuni. Assieme ad altri che ovviamente hanno fatto la storia del calcio italiano (e non solo), spesso raccontandola minuto per minuto, questa storia, nomi come Nicolò Carosio o Sandro Ciotti.
In queste "pillole" scritte con intelligenza e amore, scopriamo anche storie di splendidi perdenti, degne, chessò, di una canzone di Tom Waits. Eccone una scelta a caso: quella di Alberto Coramini, che nel 1964 diventa senza volerlo il protagonista di una clamorosa rottura, quella fra Heriberto Herrera, paraguayano, "sergente di ferro", che la Juventus aveva scelto come suo allenatore, e Omar Sivori, "argentino dal talento immenso e assai poco incline alla disciplina". L'episodio è questo: Herrera, teorico del gioco collettivo, dichiarò alla stampa che per lui tutti i giocatori erano uguali, "Coramini come Sivori". Quest'ultimo, un fuoriclasse assoluto, non ci vide più: decise di lasciare la Juventus, squadra con cui aveva vinto tutto quello che si poteva vincere, o quasi, per chiudere la carriera italiana qualche tempo dopo, nel dicembre del 1968, giocando al San Paolo proprio contro la Juve, partita che terminò con una rissa colossale. E Coramini, chiamato involontariamente in causa? Nel '64, quando era stato paragonato a Sivori, non giocò neanche una partita. La sua carriera si consumerà nel giro di pochi anni, e dopo essere scivolata, senza lode ma senza neanche troppa infamia, come spesso accade, dalla serie A alla serie C.
Ma nelle pagine di Martinelli c'è spazio anche per le leggende: ad esempio quella del St. Pauli, squadra di Amburgo che conta milioni di tifosi in tutto il mondo, squadra-simbolo di un modo di essere "alternativi", non solo allo stadio, il mitico Millerntor, dove è vietato l'ingresso a "razzisti, fascisti, sessisti, omofobi" (viene da pensare che se lo stesso succedesse negli stadi italiani sarebbero in molti a dover rimanere fuori); o quella di Romeo Benetti (nella foto a lato), detto "il macellaio" per la sua maniera diciamo un po' rude di interpretare il proprio ruolo di mediano, una faccia da film western e una foto diventata storia che lo immortala mentre contempla dei canarini in gabbia. E Marilyn? Il ritratto che questo libro ci consegna è legato ad un'altra foto, quella che il fotografo Sam Shaw le scattò il 12 maggio del 1957 a New York, allo stadio di Ebbets Field, quando diede il calcio d'inizio alla partita di soccer fra l'Hapoel di Tel Aviv e una rappresentativa dell'Asl, l'American Soccet League, nell'anniversario della nascita dello Stato di Israele (mentore dell'evento l'allora marito della bionda attrice, il celebre drammaturgo ebreo Arthur Miller).
Le storie di Martinelli sono il distillato di una cultura enciclopedica, in fatto di sport ma anche e soprattutto di libri, e non solo. Sarebbe difficile altrimenti spiegarsi un accostamento come quello fra Balotelli e Roland Barthes o Walter Benjamin. Ma sono anche il frutto di una passione per l'aneddoto, per il dettaglio che improvvisamente schiude un mondo, per i misteriosi, affascinanti percorsi di ciascuna esistenza. Ecco quindi Paul Breitner, roccioso terzino maoista del Bayern Monaco, lontano parente di papa Ratzinger, ecco Peter Knowles, astro nascente del calcio inglese, una carriera felicemente abbandonata per seguire il suo credo di Testimone di Geova, ecco l'irascibile Almir Pernambuquinho, detto il Pelè Bianco, ucciso in un bar di Copacabana mentre per una volta cercava di mettere pace fra un gruppo di portoghesi sbronzi e dei travestiti. E via e via…
Fra gli altri titoli di Edizioni Incontropiede, Arrigo, storia romanzata di Arrigo Sacchi, ex-allenatore del Milan, il romanzo Il calciatore stanco, di Giovanni Fracchetti, e Il romanzo di Julio Libonatti, di Alberto Facchinetti, dedicato al primo calciatore straniero – di origini argentine – a giocare in Italia, negli anni '30.
Carlo Martinelli, Campo per destinazione – 70 storie dell'altro calcio, Edizioni Incontropiede, 2014.