Era la seconda volta che i coniugi californiani Karen e Matt Boos venivano a Roma a distanza di soli due anni e, per la seconda volta, avevano scelto il Modigliani. Ma, se nel primo caso, avevano scelto casualmente, surfando qui e là su Internet tra i numerosissimi alberghi romani, stavolta erano voluti tornare appositamente lì.
C’era un motivo preciso e il motivo era un libro, il thriller The Other Eisenhower scritto dal proprietario dell’hotel, imprenditore-scrittore, che loro avevano ben conosciuto durante la loro prima visita.
I due Boos erano letteralmente entusiasti di quel romanzo ambientato durante la seconda guerra mondiale, tanto da aver deciso di tornare in Europa in vacanza e di ripercorrere, passo dopo passo, i luoghi descritti dal libro. La storia iniziava da Londra, per poi trasferirsi via via, in Francia, Belgio, Olanda e Germania, ma loro avevano comunque scelto di partire da Roma, prima di decollare verso l’Inghilterra, per salutare ed omaggiare l’amico scrittore.
Lo trovarono seduto al tavolo del bar, mentre chiacchierava con una giovane giornalista del quotidiano Il Messaggero che lo aveva appena intervistato. Lo abbracciarono calorosamente e lo ringraziarono un po’ per tutto, ad iniziare dalla bellissima stanza che aveva loro riservato al piano alto dell’hotel, con vista mozzafiato su tutta Roma.
“Non solo è la più bella stanza che abbiamo – rispose lui sorridendo – Ma è anche la mia vecchia casa. I primi anni di matrimonio, infatti, io e mia moglie abitavamo proprio lì. Mi raccomando di non mancare l’ora del tramonto, quando il sole a forma di palla rossa scende giù a picco dietro la cupola di San Pietro che si vede sullo sfondo”.
Poi i due americani presero a parlare del libro, dicendo che lo avevano apprezzato moltissimo e che anche i loro amici negli Stati Uniti lo stavano comprando a ripetizione sui vari siti online. L’autore ringraziò, comunicando loro che però buona parte del merito era anche da attribuirsi al suo partner americano che viveva ad Orlando, in Florida, lo scrittore Augustine Campana. Si erano conosciuti qualche anno prima, proprio lì al Modigliani, dove lui si trovava in vacanza con la moglie. Erano subito diventati amiconi e avevano iniziato a pensare una storia da scrivere insieme, cosa che fecero nell’anno successivo, lavorando a distanza.
Alla fine avevano trovato un editore del Connecticut che aveva scelto di pubblicare il libro, ora in vendita nelle librerie americane e in tutti i siti online più conosciuti, con positivi commenti un po’ dappertutto. E ora stavano scrivendo un altro thriller ma erano ancora in una fase orientativa, un semplice abbozzo. E stavano studiando la storia, poiché sempre da lì partivano le loro opere in cui i fatti e i personaggi autentici andavano a mescolarsi con la fantasia dei due scrittori.
“Il mio amico Augustine, detto Gus, è quello che mette in corretto americano il tutto. Io scrivo la mia parte in italiano, non mi sarebbe possibile fare il contrario. Naturalmente ci parliamo ogni settimana su Skype e poi ci inviamo decine e decine di mail, praticamente ogni giorno. Un grande lavoro davvero.”
Karen riferì che aveva molto apprezzato soprattutto la parte in cui i protagonisti della storia, inseguiti dai nazisti, incontrano i giovani partigiani francesi che li aiutano a mettersi in salvo. “La Francia è sempre un luogo così romantico, anche in quegli anni di guerra doveva essere incredibile. E i partigiani, poi, erano così coraggiosi ed eroici! ”.
Matt, invece, era assolutamente convinto del fatto che qualche importante produttore avrebbe dovuto farne al più presto un film: “Ci sono azione, mistero, suspense, ritmo, inseguimenti ! Praticamente tutto ciò che serve per un vero kolossal di Hollywood. Vedo bene Bruce Willis in una delle parti principali”.
I due spiegarono in dettaglio il programma del loro Eisenhower tour in giro per l’Europa, aggiungendo che non vedevano l’ora di percorrere a piedi le vie di Londra in cui si ambientava la storia e di ritrovare pub, ministeri e ambienti vari descritti nelle pagine del libro.
L’italiano spiegò che anche lì a Roma c’era un tour del genere che si chiamava Angeli e demoni e che seguiva, passo passo, gli ambienti descritti dall’omonimo libro di Dan Brown.
“Ma il tuo libro è molto più bello di quello di Dan Brown !”, esclamò Karen, guadagnandosi un abbraccio dello scrittore e anche una meravigliosa cena in un ristorante limitrofo, in compagnia dell’autore prediletto e di sua moglie.