Damiano David, il volto di gennaio 2025 per la copertina di Vogue Italia, si apre in un’intervista esclusiva realizzata dal premio Pulitzer Andrew Sean Greer. L’artista che si presenta in una veste inedita: viso pulito e ben rasato e con una giacca rosa sbottonata che lascia intravedere i tatuaggi, racconta della sua nuova vita in California, della decisione di intraprendere un percorso solitario e del rapporto con la moda.
Dopo aver lasciato l’Italia, la famiglia e i Måneskin, David si è trasferito a Los Angeles per lavorare al suo primo album da solista. Il cantante descrive la città come un luogo che lo ha inizialmente spiazzato, un vero “choc culturale”. La mancanza di piazze, bar all’aperto e piste ciclabili, che per lui sono essenziali a Roma, hanno reso la “Città degli Angeli” una metropoli “a volte desolante”. Tuttavia, ha anche trovato una libertà creativa inattesa.
Durante la conversazione, il musicista riflette anche sulle trappole tese dalla fama e dal successo, sottolinea l’importanza della coerenza artistica: “Il segreto è sapere chi sei. Se un album non funziona, non significa che non hai talento, ma solo che non era il momento giusto. Bisogna insistere, sono consapevole di essere in grado di creare qualcosa di grande”.
Il suo nuovo disco, anticipato dai singoli Silverlines e Born With a Broken Heart, viene descritto come un “viaggio introspettivo” che si allontana dal rock aggressivo per esplorare sonorità più mature e riflessive. Le influenze spaziano, ma le atmosfere cupe e malinconiche riflettono il momento di trasformazione che il performer sta attraversando.
“A Los Angeles nessuno mi conosceva” spiega David, “questo mi ha permesso di reinventarmi”, racconta come sia riuscito a costruire un ambiente innovativo fatto di nuovi compositori. Questo processo lo ha ispirato profondamente, offrendogli la possibilità di mettere da parte ciò che aveva fatto in passato.
Anche il suo rapporto con la moda emerge come un aspetto fondamentale della sua personalità: “Mi piace come gli abiti possano trasmettere sensazioni diverse. Sono uno strumento efficace, un sistema eccellente per comunicare, e a me piace trasmettere”.
David cita con affetto anche artisti come Bon Jovi, Bruce Springsteen e Mick Jagger, che hanno influenzato il suo percorso, ne elogia la loro autenticità e umiltà ma critica chi al contrario, usa atteggiamenti fasulli per mascherare insicurezze personali.