“Se dovessi morire domani, mi andrebbe bene, è stato un gran viaggio”.
Lo ha dichiarato Bruce Springsteen alla prima del suo nuovo docu-film “Road Diary” in uscita ad ottobre, presentato in questi giorni in esclusiva mondiale alla Roy Thomson Hall, a Toronto, in Canada.
Il documentario racconta il tour mondiale del rocker statunitense e della sua storica “The E Street Band” e promette di regalare “una visione più approfondita” su come The Boss e il suo gruppo si preparano per i concerti. Racconta le fasi del “processo creativo” del cantautore anche attraverso i “filmati delle prove e di alcuni momenti speciali vissuti nel backstage”.
L’opera appare più introspettiva e completa rispetto ai lavori realizzati in passato. La maturità di Springsteen, che ha 74 anni, sembra avere un peso determinante, come pure la perdita di amici e colleghi, da Danny Federici a Clarence Clemons. Il film dedicato alla madre scomparsa a febbraio, dopo una lunga malattia, si chiude con un ricordo della donna che balla sulle note di “In the Mood”.
Ad aver influenzato il musicista sicuramente anche la rivelazione che arriva da Patti Scialfa, componente della E Street dal 1984 e moglie di Bruce dal 1991. Nel 2018, spiega nel lungometraggio, le è stato diagnosticato un mieloma multiplo, una forma di cancro del sangue, che l’ha costretta a ridurre gli impegni sul palco.
Il cantante negli ultimi dieci anni della sua carriera aveva scelto varie forme per raccontare la sua storia. Nel 2016 attraverso l’autobiografia “Born to Run”, diventata subito un bestseller, poi gli show “Springsteen on Broadway” al Walter Kerr Theater e al St.James Theater di New York, in cui tra parole e musica aveva messo in scena i momenti più significativi del suo vissuto. Infine con i film “Western Stars” del 2019 e “Letter to You” del 2020, nato dall’album scritto registrato e prodotto nello studio costruito nella casa a Colts Neck, nel New Jersey, basato sui ricordi e sulle esperienze del passato che lo hanno trasformato in uno dei più grandi narratori del rock.
Diretto ancora una volta da Thom Zimny, “Road Diary: Bruce Springsteen and The E Street Band” è quindi il nuovo capitolo della serie autobiografica del “Boss” che cerca di raccontare non solo la sua vorticosa esistenza, ma anche la perdita, la mortalità e il senso di comunità.
Springsteen è tuttora impegnato nel tour partito nel febbraio dello scorso anno da Tampa, in Florida, e ripreso a marzo dopo uno stop forzato, durato alcuni mesi, a causa di un’ulcera che lo aveva colpito.