Da sempre strenuo oppositore delle armi da fuoco in libera vendita, Stephen King ha scritto un breve, amarissimo editoriale per il New York Times. Il grande scrittore si è espresso pubblicamente molte volte sul tema e molte volte ha dichiarato le sue simpatie politiche (conducendo su Twitter una campagna contro Donald Trump per esempio). Questa volta, la strage di Lewiston lo tocca da vicino: il Maine è la sua terra, li è nato, lì vive, fra le foreste e i laghi del Maine ha ambientato i suoi grandi successi (a partire dall’immaginario, stregata città di Derry).
Il pezzo è breve, perché così esordisce: “Non c’è soluzione al problema delle pistole e c’è poco altro da dire, perché gli americani sono drogati di armi da fuoco”.
King ricorda che il deputato del Maine Jared Golden, un democratico favorevole alle armi, dopo il massacro di Lewiston con i suoi 18 morti ha cambiato idea e ora si dice favorevole a mettere fuori legge i fucili semiautomatici d’assalto come quello usato dal killer, Robert Card. “Ma né la Camera né il Senato appaiono vicini ad approvare una legge simile e se pure il Congresso lo facesse, la Corte Suprema come è oggi quasi certamente la dichiarerebbe incostituzionale”. La Corte Suprema odierna ovvero quella a maggioranza repubblicana grazie ai tre giudici nominato nei quattro anni della presidenza Trump. Quello che King non dice esplicitamente questa volta ma che tutti sanno è che la Corte difenderebbe il Secondo Emendamento della Costituzione: “una milizia ben regolata essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero, non si può limitare il diritto del popolo di avere e portare armi”.
Su questo testo si basa tutta la difesa delle armi, anche da guerra, in libera vendita, anche senza controlli sulla salute mentale o le capacità d’uso del compratore. Su questo testo si appoggia da un lato l’individualismo degli americani, dall’altro la potentissima lobby della NRA, la National Rifle Association, che foraggia la politica repubblicana e non solo. Ed è per questo che gli Stati Uniti hanno il record mondiale degli omicidi di massa (secondo i dati del Gun Violence Archive, finora nel 2023 sono avvenute 565 sparatorie con più di 4 vittime, e 33 omicidi di massa. Con 54 sparatorie, il Texas guida la classifica), mentre i difensori delle armi libere inventano contorte giustificazioni che sfidano la logica.
“Ogni strage di massa è un pugno nello stomaco; ogni volta la gente priva di immaginazione dice ‘non avrei mai pensato che potesse succedere qui’, ma queste cose possono succedere e succederanno ovunque in questo paese con il colpo in canna. Le armi sono disponibili e i bersagli sono teneri” scrive King. “Là dove è difficile ottenere armi a fuoco rapido, le cose migliorano; ma non vedo miglioramenti simili in prospettiva. Gli americani amano i fucili, e sembrano disposti a pagarne il prezzo col sangue”.