Chiuso al pubblico da molti decenni per motivi conservativi, il Ninfeo della Pioggia è stato riportato al suo originario splendore grazie a un importante progetto di recupero e valorizzazione da parte del Parco archeologico del Colosseo, avviato nel 2020 e conclusosi nel 2023.
Il Ninfeo della Pioggia negli Horti Farnesiani sul Palatino è una delle testimonianze più significative della cultura romana di età tardo rinascimentale e barocca.
Collocato nel cuore di quelli che furono tra i giardini aristocratici più celebri d’Europa, il Ninfeo, progettato Girolamo Rainaldi, figura di spicco dell’architettura barocca italiana, sul modello di quelli dell’antica Roma e del primo Rinascimento, veniva utilizzato dai Farnese, soprattutto nella stagione calda, come luogo per la festa e il diletto.
Gli ospiti si riunivano nella grande stanza semi sotterranea decorata con affreschi e sculture antiche, dove potevano godere della penombra rinfrescante e del melodioso risuonare della fontana congegnata in modo da riprodurre il suono naturale della pioggia.
Come sottolineato da Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo “Il progetto di restauro ha comportato la risoluzione del complicato problema di infiltrazioni di acqua che interessava le murature del Ninfeo, il consolidamento e il restauro di tutta la struttura”.
Nell’ambito del progetto, un particolare impegno è stato dedicato al recupero filologico della Fontana della Pioggia e di tutte le superfici interne decorate ad affresco e stucco. Questa indagine ha portato a comprendere meglio il contesto storico – culturale legato al monumento.
Roberta Alteri, responsabile del progetto, spiega che “La Fontana della Pioggia è stata restituita al suo aspetto originale, con il suo gioco idraulico di sette vaschette metalliche di diverse misure e le sue decorazioni a finte stalattiti. Il restauro degli affreschi ha consentito il recupero integrale dei testi pittorici ancora conservati, che nuove ricerche di archivio attribuiscono alla mano del Modanino, interessante figura del Barocco ancora poco nota agli studi”.
Alfonsina Russo aggiunge “La rilettura integrale degli affreschi permette oggi di comprendere bene quali fosse la funzione originale del Ninfeo e i suoi usi: uno spazio concepito illusoriamente come una pergola in un giardino, animata da musica e canti, poesia e colte conversazioni all’ombra degli antichi e della natura simulata grazie agli artifici dell’architettura.”
È ancora Alfonsina Russo a raccontare la volontà di far conoscere a tutti i risultati dei restauri e questo monumento “dimenticato” del barocco romano: “Il Parco archeologico del Colosseo da sempre è attento ai valori della comunicazione, della partecipazione e dell’inclusione. Tutelare per noi significa sempre conoscere e condividere con cittadini, visitatori e studiosi. Restituiamo oggi al pubblico un altro pezzo di storia del Palatino e della città”.
Dal 13 al 15 dicembre il Parco organizzerà un convegno internazionale dedicato ai Ninfei antichi e moderni a Roma e nel Lazio, e una mostra intitolata Splendori Farnesiani dal 12 dicembre al 7 aprile, che racconterà la storia degli Horti Farnesiani dalla prospettiva della cultura immateriale, ricostruendo con opere d’arte e apparati multimediali le atmosfere della festa, del banchetto e della cultura botanica e zoologica del Seicento.