Elena Ketra è un’artista visiva che vive e lavora tra Treviso e Roma, la cui ricerca affronta temi sociali, su tutti l’empowerment femminile e l’inclusione di genere. Le sue opere da “Girlpower”, un tirapugni a dondolo per bambine feroci, la serie “Serialmirrors”, specchi feticcio che riflettono storie di donne assassine fino a “Utereyes”, l’utero con gli occhi che non subisce ma sceglie, sono accomunati da quell’indole chiara alla ribellione ai ruoli assegnati e agli stereotipi di genere.
Di recente ha presentato a Roma in anteprima internazionale la performance digitale Sologamy, che affronta il fenomeno sociale della sologamia, attraverso la quale tutti possono sposare se stessə, con tanto di certificato di matrimonio sologamico.
Ci potrebbe spiegare come il suo percorso di artista l’ha avvicinata alla pratica della sologamia?
La mia ricerca pone al centro tematiche sociali, come l’empowerment femminile, le questioni di genere e la coscienza di sé, quindi la sologamia è stato un incontro naturale perché si fonda su una filosofia intimista che ha in sé le basi dell’inclusione sociale. La performance digitale “Sologamy” ne è il manifesto più limpido, in quanto esiste solo grazie all’interazione e abbraccia tutti i generi.
Questa esperienza già diffusa in diversi Paesi anglosassoni è ancora poco conosciuta in Italia, secondo lei quale può essere il motivo?
Credo che in Italia non sia ancora così conosciuta per la forte tradizione che permea la nostra società ancora così incentrata sul matrimonio di stampo tradizionale. Qualsiasi altra forma di legame od unione che non sia tra uomo e donna viene visto come una minaccia al quadretto della famiglia del mulino bianco tramandato di generazione in generazione come unico modello. La società però non può essere rinchiusa in schemi standard – perlopiù di stampo patriarcale – è destinata ad evolversi e ad assumere nuove forme e espressioni, scardinando stereotipi e modelli di vita arcaici, è anche questa la bellezza e la forza dell’essere umano, sentire e interpretare lo spirito del tempo senza costrizioni o chiusure mentali sterili. La libertà di espressione e di scegliere come o con chi vivere non è standardizzabile. Penso poi che la sologamia non sia stata ancora colta nella sua essenza anche per la mancanza di fonti autorevoli che approfondiscono l’argomento al di là dell’intrattenimento o dello show. La sologamia è una filosofia di vita profonda.

Come si è sviluppato il progetto Sologamy?
È da qualche anno che lavoro su questa tematica, le prime opere che ho esposto attorno a questo concetto risalgono al 2021, una serie di lastre specchianti sulle quali è impressa una torta nuziale stilizzata a più piani sopra la quale troneggia un pezzo degli scacchi femminile, maschile e neutro, e sotto la definizione della parola sologamia (la definizione ufficiale in realtà non esiste tuttora nemmeno nella Treccani, per cui ho cercato di spiegarla nel modo più diretto e semplice possibile) in dialogo con un’altra opera-specchio “Nontiscordardite”. Dopo questa serie sentivo il bisogno di rendere l’opera un’esperienza più personale e intima, che chiunque poteva fare dove e come voleva, senza per forza essere legata alla mostra o all’evento. Così assieme al team di Supermartek, la galleria con la quale lavoro, abbiamo progettato lapiattaforma interattiva sologamy.org che tramite qualsiasi dispositivo ti permette di sposarti con te stessə – gratuitamente e senza alcun vincolo. Quindi l’opera è un’esperienza personale, dove l’essenza sei tu.
Ci può spiegare meglio come funziona e se saranno previste ulteriori performance nel nostro Paese oltre a quella appena conclusasi a Roma?
Al festival Videocittà che si è svolto al gazometro di Roma, grazie a Fondazione Solares delle Arti che ha creduto nel mio progetto, ho portato per la prima volta la performance digitale Sologamy. Attraverso un touchscreen collegato alla piattaforma sologamy.org chiunque poteva sposarsi con se stessə. Seguendo una semplice procedura e dopo aver flaggato le varie promesse veniva rilasciato il certificato che attestava il matrimonio sologamico. Il certificato unico ed esclusivo, in quanto riporta il tuo nome e cognome è esso stesso un’opera d’arte, unica e esclusiva. Ho voluto una veste semplice e pulita per questa piattaforma, non servono fronzoli o decorazioni, l’essenza sei tu, altro non serve aggiungere. A settembre ci sarà un altro evento a Roma e poi la porterò in altre città.
Quante persone hanno deciso di sposarsi con sé stesse? È stato possibile tracciare un identikit in base a sesso, età, estrazione sociale?
Sologamy è stata molto partecipata, devo dire oltre le aspettative e l’atmosfera che si è creata è stata veramente bella, perché c’erano persone di ogni età, sesso e provenienza, non c’era un identikit preciso, questa è la forza della sologamia, il mondo variegato dell’umanità. Lì in tutto si sono sposatə in 316.
Quale può essere la motivazione principale che spinge una persona a compiere questo passo?
Ogni persona ha la sua intima motivazione, non ne esiste una in particolare. Semplicemente la sologamia ti porta a riflettere su te stessə, sulla tua vita e identità, è un impegno a volersi bene, a rispettarsi e a valorizzarsi, è una dichiarazione di indipendenza e di autoaffermazione al di là di diktat estetici, sociali e sessuali uniformanti.
Una persona che sceglie questo tipo di status esclude automaticamente tutti gli altri?
La società bolla tutto ciò che è inerente all’individualismo come egoismo, narcisismo e solipsismo, tutti termini con valenza negativa, la sologamia ha questo di rivoluzionario e illuminante: capovolge questa visione critica, per elevare la sfera dell’io ad una accezione positiva che porta benefici anche alla collettività. L’inclusione sociale parte prima di tutto da noi stessə. La sologamia non esclude o toglie nulla, anzi include e connette le persone. Non è uno sterile atto di egoismo o chiusura verso gli altri e la società, ma è il contrario: è l’autoimpegno a volersi bene e rispettarsi, solo così si è liberi e sereni anche verso gli altri, entri in connessione con chi ti circonda se sei tu a sentirti connesso con te stessə. La sologamia è fondata sul principio di autoconsapevolezza e autodeterminazione, la realizzazione di sè ma senza privare gli altri di qualcosa, anzi, grazie a questa presa di coscienza e
È prevista una sorta di castità? Un matrimonio di questo tipo esclude ogni qualsiasi altro rapporto anche occasionale?
La sologamia non è un atto di privazione verso l’esterno o un atteggiamento antisociale, è l’esatto contrario. È un percorso di autoconsapevolezza e conoscenza profonda di se stessə per focalizzare la nostra vita, sogni e ambizioni, semplicemente cosa ci fa bene e cosa no per poi sentirci più connessə e apertə verso il mondo esterno. Ribadisco che l’inclusione sociale parte prima di tutto da noi stessə. Per cui la sologamia non esclude, ma include. Questo è un concetto fondamentale. Se ti senti bene con te stessə, sei più propensə a stare bene con gli altri e a vivere relazioni piene… quante relazioni tossiche si potrebbero evitare se solo ci rispettassimo di più. Più conosci te stessə, più sei liberə. Liberə di scegliere chi frequentare, amare, e sposare. Molti mi chiedono che se sono già sposati si possono sposare con se stessi, certo che sì, il matrimonio sologamico è un atto simbolico intimo e personale che non va a prevaricare o adombrare le promesse che abbiamo rivolto all’altra persona, ma la piena consapevolezza di ciò che siamo e vogliamo le rende ancora più forti.
Questo matrimonio può essere sciolto? E come viene affrontato il desiderio di maternità?
“Divorziare da se stessi” lo trovo ridicolo, significherebbe non accettarsi e non rispettarci, ma lasciare ad altri il controllo su di noi, un’autodafe innaturale che dichiara al mondo il rifiuto di noi stessə, il non volerci, ed è terribile, oltre che degradante. Perché dovrebbero gli altri a volerci se noi stessə siamo lə primə a non accettarci? Questo sarebbe l’inizio di una bella storia d’amore tossica, costruita su prevaricazione e assoggettamento.
La maternità? È una scelta, che tu sia sposatə o meno, la sologamia ti porta semplicemente a riflettere su ciò che veramente vuoi. Da solə o con chi desideri.