In tribunale a Washington l’orchestra la dirige lei.
La giudice federale Tanya Chutkan è stata molto chiara. “La libertà d’espressione in America non è superiore alla giustizia. Esiste e va garantita non solo ad un ex presidente degli Stati Uniti ma ci sono dei limiti, soprattutto se si è indiziati di reati criminali e in attesa di processo…”
Per Donald Trump suona come un monito preciso. L’ex presidente, infatti, anche se impegnato nella campagna elettorale – dove guida con larghissimo margine la schiera dei pretendenti repubblicani -, è in libertà condizionata dopo essere stato arrestato e rilasciato con l’accusa di aver tentato di manipolare e cambiare l’esito del voto delle presidenziali del 2020.
Trump ha attualmente avviati 3 processi e forse un quarto scatterà la settimana prossima in Georgia, dove è accusato di aver chiesto al segretario di stato di trovargli 11780 voti che non c’erano.

Tutte queste accuse comunque non gli impediscono di poter fare il candidato e nemmeno di vincere le presidenziali. Potrà in sostanza fare tutti i comizi che vorrà. Ma per la causa di Washington, dove in tanti cominciano a chiedere la diretta televisiva perché si tratta di un vero “processo all’America” e al suo sistema di giustizia, non potrà utilizzare “materiale sensibile” che verrà presentato in aula durante le fasi del dibattimento. Soprattutto non potrà intimidire o corrompere testimoni e giurati che verranno scelti e indicati per il processo.
I difensori dell’ex presidente di fatto hanno concordato nella sostanza della restrizione che il magistrato ha imposto, mentre il procuratore speciale Smith voleva che ogni documento fosse off limits.
La vera battaglia però sarà sui tempi del processo e soprattutto del suo inizio. L’accusa ha già proposto il 2 gennaio 2024 come termine ultimo mentre gli avvocati di Trump vogliono iniziare solo dopo le elezioni di novembre 2024.
La giudice Chutkan la settimana prossima saprà la data esatta chiesta dagli uomini di Trump ma ha già chiarito che le elezioni e il processo sono due cose separate che non devono interferire fra di loro. In altri termini, ha lasciato intendere che il processo non si può bloccare per questo e la giustizia viene prima di ogni candidatura o contesa elettorale

Nel dossier del procuratore Smith le testimonianze e i documenti raccolti ammontano a diverse migliaia di pagine. La stima per un processo di questa portata e con i capi di imputazione collegati a Trump una volta selezionata la giuria viene indicata fra le 4 e 6 settimane. La convention repubblicana che attribuirà la nomination al candidato vincitore delle primarie – e a questo punto potrebbe essere solo Trump – si terrà tra il 15 e il 18 luglio a Milwaukee, in Wisconsin, uno Stato chiave e incerto.
L’ex presidente, che continua ad insultare tutti i magistrati che si occupano dei suoi casi giudiziari, ma anche gli avversari politici come Joe Biden- che definisce “corrotto” senza portare alcuna prova -, nelle prossime settimane potrebbe dover valutare se mantenere la sua libertà di parola in giro per l’America o rischiare gli arresti domiciliari per oltraggio o violazione delle regole imposte dai vari giudici nei suoi confronti.
L’estate sta incenerendo le Hawaii ma anche in campo politico gli incendi potrebbero iniziare presto ed diventare fatali, in un Paese sempre più polarizzato e spaccato. Saranno tutti quanti processi storici e le elezioni del 2024 senza il minimo precedente.
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