GEN_, diretto da Gianluca Matarrese e scritto insieme a Donatella Della Ratta, sarà l’unico film italiano in Concorso al Sundance Film Festival, che si terrà dal 23 gennaio al 2 febbraio a Park City e a Ogden, nello stato dello Utah, negli Stati Uniti. Al centro c’è il Dr. Maurizio Bini, medico dell’ospedale Niguarda di Milano, che ogni giorno accompagna coppie infertili e persone in transizione di genere nel loro percorso più intimo. Un uomo che si muove tra le sfide di un sistema spesso impietoso, restituendo umanità a storie che rischiano di essere ridotte a semplici statistiche.
Ogni paziente che entra nel mondo del Dr. Bini porta con sé una domanda che è insieme personale e collettiva: fino a che punto possiamo spingerci per essere ciò che desideriamo? E a quale prezzo? “Il film affronta dilemmi etici, sociali e legali presenti non solo in Europa e nelle democrazie occidentali, ma anche a livello globale”, spiega Matarrese. “Desideri umani, come quello di avere un figlio o di affermare profondamente la propria identità di genere cambiando aspetto e nome legale, sono universali. Ma la strada per realizzarli è spesso piena di ostacoli, e il film si addentra proprio in quel terreno fragile e complesso, dove i sogni si incontrano con la realtà”.
Matarrese, che firma anche la fotografia, costruisce un universo visivo fatto di contrasti: i corridoi asettici dell’ospedale si contrappongono alla vitalità dei pazienti. Non è difficile vedere in questo ritratto la riflessione di un tema più ampio e inquietante: il corpo umano come terreno di scontro tra diritti e capitalismo.
La selezione di GEN_ al Sundance Film Festival segna un momento significativo per il cinema italiano contemporaneo, che si impone con decisione su uno dei palcoscenici internazionali più prestigiosi dedicati al cinema indipendente. Sulla scia di opere come Human Factors di Ronny Trocker o Le otto montagne di Felix van Groeningen, il film di Gianluca Matarrese – già autore di Fuori Tutto, La Dernière Séance (premiato con il Queer Lion alla Mostra del Cinema di Venezia) e Fashion Babylon – scava nel particolare per restituire un ritratto profondo dell’umano, un racconto che si muove sui confini tra progresso e sfruttamento, tra sogno e mercato.