Nella nazione in cui il capitalista gode del riconoscimento di etica virtù, sono pochissimi i figli di prima generazione dei migranti che hanno lasciato un’impronta indelebile del loro lavoro in America anteponendo il benessere e il progresso della comunità all’obiettivo di accrescere la propria ricchezza. La storia di Amadeo Peter Giannini, figlio di un commerciante di frutta e verdura arrivato a San Francisco da un minuscolo paese della Liguria, è l’emblema di un capitalista sui generis, fondatore agli inizi del XX secolo di quella che da Bank of Italy diventerà con gli anni la principale banca d’America (proprio col nome di Bank of America). Alla sua morte, nel 1949, Giannini lascia un conto personale in banca da benestante ma non milionario, pur riuscendo a raggiungere un successo straordinario nell’ impresa bancaria, che ne fa il pioniere leggendario della “finanza etica”.
Giannini permise a milioni di immigrati negli USA di vivere il “Sogno Americano”, contribuendo al contempo a progetti di grande rilevanza come la ricostruzione di San Francisco dopo il terribile terremoto del 1906, lo sviluppo del settore agricolo in California, la nascita dell’industria cinematografica di Hollywood (finanziò i primi film muti di Charlie Chaplin fino al leggendario “Via col Vento”), la costruzione del Golden Gate Bridge nella baia di San Francisco e infine, l’attuazione del Piano Marshall nell’Europa distrutta dalla Seconda guerra mondiale.

Due cineaste italiane, Valentina Signorelli e Cecilia Zoppelletto, che non conoscevano nulla di Giannini, durante il periodo della pandemia scoprono la sua storia sul web e da lì si organizzano per raccontarne la vicenda imprenditoriale vista attraverso l’epopea dell’immigrazione italiana in America a cavallo tra due secoli. Così nasce lo straordinario documentario: “AP Giannini – Bank To The Future”.
In questo mese di ottobre, in cui si celebra l’Italian Heritage and Culture Month negli Stati Uniti, le case di produzione Daitona e Preston Witman Productions hanno organizzato un tour americano per il lancio del documentario scritto e diretto da Signorelli e Zoppelletto. Dal 13 al 18 ottobre, ben sei eventi sold-out in cinque diverse città: New York e Washington DC nella East Coast e poi tre in California: Niles, San Francisco e Berkeley.

Abbiamo visto la proiezione a New York tenuta all’Istituto Italiano di Cultura di New York diretto da Fabio Finotti. La serata è stata introdotta da Massimo Sarti in una sala pienissima; con le registe, era presente anche l’attore Giorgio Cantarini (La Vita è Bella, Il Gladiatore), bravissimo nell’interpretazione di narratore del documentario, che nel contesto della straordinaria vita di Giannini, mette a fuoco le difficoltà e i soprusi che gli italiani appena arrivati in America, i cosiddetti “dagos”, dovettero affrontare prima di raggiungere il loro “sogno americano”. All’istituto Italiano di Cultura c’era anche Steven Istock, CEO di California Pictures, che distribuisce negli USA il film. Per contenere la presenza straordinaria di pubblico, l’Istituto ha messo a disposizione un secondo spazio collegato in diretta con la sala di proiezione.
“Non conoscevo la storia di Giannini” ha detto Cantarini, “mi ha veramente emozionato, dopotutto anche io sono un emigrato. Certo, al mio arrivo nel Queens nel 2018, ho avuto la fortuna di avere intorno persone subito disponibili ad aiutarmi a trovare casa, tutti mi hanno fatto sentire ben voluto. A differenza di quello che avvenne per gli italiani arrivati in America della generazione di Giannini”.

Le registe hanno rivelato come la famiglia Giannini sia stata indispensabile per ricostruire certe vicende nel documentario (il padre Luigi Giannini, nato a Favale di Marnaro in provincia di Genova nel 1840, cioè prima dell’Unità d’Italia, venne assassinato nel 1877 a San Francisco da un impiegato del suo negozio di frutta e verdura quando Amadeo era ancora bambino), e la produzione si è avvalsa dei documenti conservati nei vari archivi di università e fondazioni che preservano le testimonianze di imprese avviate e realizzate da AP Giannini.
A Washington Il film è stato proiettato durante le celebrazioni del 48esimo anniversario della NIAF – National Italian American Foundation – e con le registe, in sala erano presenti Fatou Assah della World Bank e Dario Scatena, discendente della famiglia Giannini. Poi, alla cena di Gala, oltre alla First Lady degli Stati Uniti, Dr Jill Biden, la prima first lady italo-americana della storia, a sorpresa, ha partecipato anche il presidente Joe Biden.

A Niles, in California, la proiezione si è tenuta presso la sala del Niles Essanay Film Museum, ente dedicato alla conservazione delle pellicole del cinema muto. Oltre alle registe, il film è stato presentato insieme a Warren Sherk, Associate Director, Special Collections and Photograph Archive dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’archivio ufficiale degli Oscar. A San Francisco, l’evento organizzato presso lo storico Club Fugazi di North Beach in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco e Italian Community Services: con le registe, il film è stato introdotto dal Console Sergio Strozzi e dalla nuova direttrice di IIC San Francisco Roberta Lai; in sala anche molti vip della comunità italoamericana della Bay area. A San Francisco, si è tenuta anche una proiezione privata organizzata dal gruppo Vornado per i propri rappresentanti insieme a quelli di Bank of America nell’iconica sede di 555 California, costruita attorno ad AP Giannini Plaza nel cuore del distretto finanziario della città.

A Berkeley, il 18 ottobre c’è stata la proiezione dedicata agli studenti e ai docenti della prestigiosa università pubblica della California, all’interno della Giannini Hall della Facoltà di Economia. Organizzata dal Prof. Daniel A. Sumner, economista e presidente della A.P. Giannini Foundation For Agricultural Economics, con Dr. Ellen Bruno, Associate Professor of Cooperative Extension. Insieme alle registe, in sala era presente anche il Prof. David Zibelman economista e Wolf Prize in Agriculture nel 2019.
Valentina Signorelli e Cecilia Zoppelletto, con il loro documentario, sono riuscite con maestria cinematografica e soprattutto con metodo “scientificamente” storico, a ricostruire la storia di A.P. Giannini, che racconta molto di più della vita di un banchiere di successo. La storia di un figlio di emigrati negli Stati Uniti che con la sua tensione “etica” del lavoro spinge il progresso e milioni di persone verso il benessere; ovvero la storia di un uomo che può inorgoglire – senza freni di “revisionismo storico” – tutti gli italiani in patria e discendenti di italiani in America e nel mondo.