Incontro Mario Testino mentre osserva alcune sue fotografie esposte in una galleria di Milano. Testino è uno dei grandi della fotografia di moda. Nato il 30 ottobre 1954 a Lima in Perù da padre italiano e madre irlandese, Mario Testino è stato l’ultimo di sette fratelli. Studia alla Universidad del Pacifico, alla Pontificia Universidad Catolica del Peru e all’University of San Diego. Nel 1976 si trasferisce a Londra, in un appartamento presso un ospedale abbandonato vicino a Trafalgar Square. In poco tempo trova lavoro come fotografo per la realizzazione di portfolio per aspiranti modelle. Si fa pagare un prezzo ridicolo, 25 sterline, inclusi hairdressing e makeup. Ma la cosa gli permette di farsi conoscere, di mostrare le sue capacità.
Oggi Testino è considerato uno dei più celebri e ricercati fotografi di moda viventi. I suoi lavori hanno contribuito a creare l’immagine di grandi case di moda come Burberry, Gucci, Calvin Klein, Yves Sait Laurent, Dolce e Gabbana, Versace. Attualmente collabora con le principali riviste internazionali di moda, tra cui le edizioni americane, francesi e italiane di Vogue, The Face e Vanity Fair. Alcuni lavori fotografici sono esposti al Victoria and Albert Museum a Londra, al Carpenter center for the Visual Arts di New York e al FAAP di San Paolo in Brasile. Ha inoltre pubblicato molti libri tra cui Any Objections, From Row/Backstage e Alive.

Grande scrupolosità, passione per l’immagine e la sperimentazione sono le caratteristiche di Testino, considerato un “creatore di icone”: a lui è stato attribuito il merito di aver messo fine al “regno” delle supermodelle” e, agli inizi degli anni novanta, di aver dato vita a una nuova “stirpe” di modelle, meno appariscenti. Nulla è lasciato al caso nei suoi ritratti. Dietro l’apparente nonchalance si cela sempre una preparazione meticolosa, una scelta precisa di luci e di colori, un lavoro di équipe diretto con estrema cura, proprio come fosse un regista durante il making of di un film. Il suo stile è stato descritto come “luxury realism”: ogni personaggio fotografato da Testino è volutamente reso speciale, pur mantenendo sempre i tratti salienti della propria personalità.

Mario Testino, come è arrivato ad esporre qui a Milano?
“Per un caso della vita. Una caso fortunato. Sono arrivato ad esporre in questa galleria, che tra l’altro non conoscevo, grazie ad una collezionista di mia foto che sta in Svizzera, e che ha aperto ora anche un suo museo nella città di Zugo. Lei mi ha presentato un giorno i due galleristi, Luca Casulli ed Eugenio Calini, i fondatori della 29Arts in progress, e mi sono convinto. Ma sì, facciamolo, mi sono detto. Credo proprio che se uno è aperto alla vita, tutto quello che deve venire viene da solo. Inutile andare a cercarle: se le cose devono venire, vengono. E per dire proprio la verità, io ho accettato di esporre le mie foto in questa galleria senza mai vederla”
Risultato, un progetto espositivo a lunga scadenza, iniziato in autunno e che continua a Milano sino alla fine di febbraio. Due mostre una dietro l’altra, una sorta di Mario Testino Unfiltered, che presenta le immagini più famose e iconiche del grande fotografo peruviano e anche molte immagini inedite e forse meno conosciute. Quelle che svelano il lato più nascosto di Testino, spesso alla ricerca di immagini sociali ed etnografiche, lontane dal classico mondo del fashion.

Lei è molto legato all’Italia. Come mai?
“Io sono nato in Perù ma mio nonno era italiano, veniva dalla Liguria, e ligure erano tutti i suoi avi. Quindi un po’ mi sento italiano, anche perché lo considero il Paese più bello al mondo. Questo anche se io non ho mai abitato in Italia, perché a 19 anni ho lasciato il Perù e sono andato a Londra, e li ho iniziato la mia carriera di fotografo. Ma devo anche dire che sin dai miei primi anni inglesi, le vacanze le ho passate sempre in Italia. Mi sono innamorato di questo Paese e non lo ho mai ringraziato abbastanza perché, grazie alle mie origini italiane, ho avuto il passaporto italiano, e quindi questo forse mi ha aiutato di più nella mia carriera”.
E come ha pensato di ringraziare quindi l’Italia?
“Con un libro fotografico che si intitola “Ciao”. E’ un omaggio alle cose più belle dell’Italia.”

Nella sua lunga, straordinaria carriera, ha fotografato le donne più belle al mondo, attrici, modelle, personaggi come Lady Diana, che lei fotografò nel 1997 per copertina di Vanity Fair. Tra tutte queste, ce ne è una in particolare che considera un po’ la sua personale icona, il suo portafortuna?
“Si, mi viene subito in mente Kate Moss. Lei è stata, per me, la musa più importante. L’ho fotografata tante volte nel corso degli anni. Le foto con lei sono quelle che mi vengono subito in mente quando penso alla moda.”
Lei considera un uomo fortunato?
“Molto fortunato. La vita mi ha dato tanto. La salute è ancora incredibile, e questo non è poco, poi viaggiare è una cosa magnifica. Credo che la vita mi abbia dato più di quello che da a tante altre persone”.