Digital Mourning, associazione di due termini digitale e lutto, spiega una dimensione in cui la vita stessa è una simulazione di modelli costruiti specificamente per comprenderne l’essenza. Neïl Beloufa è tra gli artisti più brillanti della generazione 80’s e per la prima volta arriva in Italia con un’esibizione curata da Roberta Tenconi presso l’Hangar Bicocca fino al 18 Luglio 2021 (mer – ven 10 – 22. Ingresso libero).

Il visitatore sperimenta una complessa installazione multimediale creata per evidenziare i meccanismi di controllo insiti nella nostra routine quotidiana. La ricerca dell’artista, infatti, si focalizza sulla società contemporanea e sul modo d’interazione con il digitale, quanti di noi oggi non possono fare a meno di pc, smartphone e app varie? La mostra è dunque un viaggio attraverso video, sculture, attrezzature, giochi, alternanza di suoni e luci volta a motivare l’esperienza sensoriale e a svelare il sistema di valori di una società pervasa dalla tecnologia dove tutto, dalle scelte alimentari alle relazioni umane, è definito in base ad un algoritmo.
Il percorso si apre con “Screen Talk” progetto sperimentale online caratterizzato da una miniserie “Home is Whenever I’m with you” girata nel 2014 alternata a dei quiz. Gli episodi rappresentano un mondo affetto da una pandemia e la corsa tra laboratori farmaceutici antagonisti per la ricerca di una cura contro il virus. Sebbene concepita come una fiction sette anni fa, lo scenario assume oggi un nuovo significato e una veridicità spaventosa dei fatti che sottolinea una guerra economica tra potenze mondiali. Segue “Kempinski” un video trasmesso su un monitor posto in una struttura in MDF e resina con al suo interno una gradinata dove lo spettatore può sedersi. Una sorta di cinema all’aperto e il documentario fantascientifico rimanda ad una visione utopica della contemporaneità con attori solitari che emergono dall’oscurità illuminati da una luce al neon.

Un’interpretazione del rapporto morboso con i social media in cui gli individui sono talmente occupati a sembrare dei perfetti fenomeni in mondi distorti e artefatti senza fare i conti con la realtà fisica. Ardue prove di coraggio sintetizzate anche in “Global Agreement” serie di installazioni scultoree che ricordano le panche di una palestra con schermi abbinati che proiettano interviste di persone appartenenti al mondo militare dedite al culto del corpo e della cura fisica. Quanto è attuale anche questa tematica? Per non parlare di “World Domination” video riprodotto sulla superficie irregolare dell’omonima scultura che esibisce cinque capi funzionari di governo occupati a risolvere problemi che affliggono gli stati come la crisi, la disoccupazione, l’aborto, l’obesità, l’attivismo cadendo poi in trappole retoriche estremiste. Altra opera curiosa è “Data for Desire” installazione presentata come un disegno tridimensionale realizzato con filo tubolare di metallo che crea una struttura simile alla silhouette di una casa. In questo ipotetico ambiente domestico è inserito un monitor sul quale scorrono immagini di una sottospecie di reality show controllato da dei data scientist che cercano di formare algoritmi sui comportamenti sociali/emotivi.
Infine il percorso espositivo termina con “La morale de l’histoire” concepita come una narrazione tecno-fiabesca dove sculture, proiezioni, suoni di richiamo mitologico o dell’immaginario infantile danno vita ad un’allegoria sull’economia capitalista, l’estinzione e l’intimità familiare. L’intento della mostra è la capacità di scombinare le supposizioni comunemente accettate come veritiere, accogliendo così una diversa interpretazione sulle relazioni e sui significati personali.
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