“L’arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare” diceva Salvador Dalì, artista poliedrico che riusciva a destabilizzare il pubblico attraverso opere bizzarre e surreali. Gli artisti, e i pittori nella storia dell’arte, hanno sempre utilizzato il pennello per cristallizzare un dato momento storico, al fine di conservare una memoria da raccontare ai posteri, circoscrivendo immagini ed emozioni in pigmenti di colore ad olio su tela bianca. Nel 1937, per esempio, Pablo Picasso crea la monumentale opera ‘Guernica’, che raccontava al mondo intero il conflitto fratricida che si consumava nel Paese Iberico, quando gli aerei tedeschi, in accordo con le truppe di Franco, bombardavano la città di Guernica. L’arte rappresenta da sempre la forma più intima del pensiero individuale, il rifugio dell’artista mediante il quale poter comunicare al mondo con un linguaggio soggettivo e trasmettere un pensiero, un’emozione.
La pensava così anche il pittore tedesco Otto Dix, che attraverso le sue tele raccontava la morte, il Primo conflitto mondiale e il dolore da lui vissuto. Un trauma talmente grande da essere stato tragicamente impresso nel 1932 in una tela chiamata “La Guerra”, che immortala corpi fatti a pezzi, abbandonati sul terreno e in avanzato stato di decomposizione, con uno spettro di un soldato che indossa una maschera antigas e che sovrasta il cimitero senza tempo. L’italiano Carlo Carrà è stato uno dei massimi esponenti del futurismo e successivamente della metafisica. La sua attività artistica, però, fu interrotta dal primo conflitto mondiale che lo coinvolge in un primo momento come attivista e successivamente viene chiamato alle armi. Un’esperienza che lascia dei segni indelebili sulla sua persona, tanto da essere ricoverato al nevrocomio di Ferrara. Nel 1917, conosce Giorgio De Chirico e Filippo de Pisis e la sua espressione artistica cambia forma e colore, diventando Metaficica. Gli artisti contemporanei, proprio come i loro predecessori, raccontano ancora con l’inchiostro sulla tela la realtà che li circonda. Il pennello rimane ancora un veicolo attraverso il quale sfogare il malessere nei confronti di una società inquinata da ideologie politiche che spazzano via le fondamenta democratiche e civili.
Un vespaio di odio e violenza che sta attanagliando lo stivale, figlio di un rigurgito fascista che proviene direttamente da un passato lontano, oscuro e che fa paura. “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”, si legge nella Costituzione.
Flavio Campagna, in arte Kampah o anche F CK, originario di Parma, è un regista, pittore, designer, illustratore, fotografo e stencil artist di fama internazionale con un curriculum rispettabilissimo. Pioniere della motion graphics televisiva, ha viaggiato in ogni parte del mondo, realizzando opere di Stencil Artist che sono diventate un vero e proprio simbolo culturale e politico. Un artista unico nel suo genere. Nel 2017 ha realizzato a Cuba una stampa serigrafica in tiratura limitata raffigurante il volto del Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump nella veste della famosa attrice Marilyn Monroe con un pugno di colore in faccia su ognuno dei 100 esemplari. Ha raffigurato Silvio Berlusconi tra le sbatte o con le orecchie da Topolino, Matteo Salvini nella tavoletta di un water e ad Agrigento, sui muri di FARM Cultural Place a Favara, ha inserito il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin all’interno di un cassonetto della spazzatura, con la scritta “Put in the trash. “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni” diceva Picasso.
Recentemente ha realizzato un grande stencil 360×140 al MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna dedicato alla storia culturale territoriale e regionale. La mostra è intitolata ‘PENSATEVI LIBERI Bologna Rock 1979’ ed è dedicata all’evento musicale che il 2 aprile 1979 ha radunato più di seimila persone all’interno del Palasport di Bologna per assistere al concerto di gruppi rock, punk e new wave come Skiantos, Luti Chroma, Wind Open, Gaznevada, Confusional Quartet, Naphta, Frigos, Rusk und Brusk, Cheaters, Andy J. Forest accompagnato dai The Strumblers. Una mostra che traccia un percorso storico dell’epoca attraverso immagini, video, vinili, fumetti, comunicati e quanto più documentaristico possa esserci. Flavio Campagna ancora oggi vuole scuotere le coscienze attraverso le sue raffigurazioni irruente e provocatorie. Un viaggio contemporaneo che punta l’occhio sui più grandi leader della terra, spogliandoli delle loro vesti e trasformandoli in popolari oggetti di attenzione visiva. Una pennellata di colore che separa nettamente la figura del leader inarrivabile con l’icona popolare vestita di accostamenti generalisti.
Abbiamo intervistato in esclusiva Flavio “Kampah” Campagna e ci ha spiegato la genesi delle sue opere.
L’arte rappresenta ancora un veicolo per esprimere il più intimo pensiero di un artista?
“Non so cosa rappresenti l’Arte per gli altri, e non ho la presunzione di saperlo, vivo al di fuori dei circuiti commerciali e della mercificazione delle opere artistiche da sempre. Faccio la mia Arte perché mi viene naturale, ne sono portato e lo faccio da sempre. E’ la parte più importante della mia vita, quella che oltre alle relazioni sociali e i sentimenti mi tiene ancorato alla vita, il suo divenire e soprattutto il suo ritmo quotidiano. Vivo, mangio, lavoro, dormo pensando alla mia Arte continuamente e questo dà un senso in più alla mia vita terrena. Per me quindi è ovvio e naturale che serva anche per esprimere il mio pensiero piu’ intimo, e a volte anche quello politico, non so per gli altri e, sinceramente, non me ne importa molto”.
Quanto influisce nell’arte la contemporaneità?
“Nel mio caso, tantissimo, è per me molto importante che quello che faccio sia motivato e guidato dagli avvenimenti attuali e da quello che sta succedendo nel mondo e nella mia vita mentre lo sto facendo. Essendo una mia espressione artistica e personale riflette direttamente i miei umori intellettuali, gli sbalzi della storia e i fatti importanti del momento in cui sto creando le mie opere”.
Donald Trump, Putin, Berlusconi, Salvini. Come mai hai deciso di immortalarli?
“Sono soprattutto i personaggi come loro, così importanti famosi e influenti, che con le loro contraddizioni o convinzioni occupano spesso il mio pensiero e la mia visione positiva del futuro del mondo. La loro influenza è così più importante ed influente della mia che provoca in me una reazione Davide/Golia e una voglia e un coraggio di contrastarli con il mio pensiero nella forma della mia espressione artistica del momento, sia questa un quadro, un murales o un fotomontaggio politico. Credo così facendo di rappresentare il pensiero e i sentimenti anche dei più deboli e di esercitare il mio diritto di critica, di satira e soprattutto di riflessione libera”.
Pensi che le coscienze si possano smuovere nel momento in cui i grandi leader vengono svestiti della loro quotidianità?
“Credo che l’opinione e la visione critica delle persone debba essere esercitata liberamente e serva a produrre un giudizio più complesso e profondo degli argomenti che occupano il nostro quotidiano. Una coscienza civile deve tenere conto delle molteplici sfaccettature dei fatti e dei personaggi e uno dei compiti di un Artista è per me quello di tenere le coscienze accese e attente soprattutto quando si tratta di contrastare un pensiero e l’agire dittatoriale dei potenti. Fare ritratti significa per me non solo rappresentare i tratti fisici dei personaggi che ritraggo, ma anche mostrare la loro vera natura intrinseca, giocare sui doppi significati delle loro azioni e a volte anche mettere in discussione le loro convinzioni. Amo da sempre la satira, i fumetti e ho lavorato per anni in pubblicità in America, quindi spesso il mio linguaggio viene influenzato da queste mie tendenze e stili. Spogliare i leader mondiali dei loro panni ufficiali serve a definirne le loro personalità umane, una sorta di Il Re è nudo. Nel mio caso…nel cesso, o nel cassonetto!”.
Come vedi la situazione politica in Italia, oggi? E in USA? Come vedi il futuro, invece?
“Sia in Italia che in America siamo in un momento critico e cruciale e noto un dietrofront generale mondiale nei confronti di diritti base degli individui, per i quali i nostri predecessori e antenati hanno combattuto così tanto per ottenerli e permetterci di vivere in un mondo che era ed è migliore del loro. E’ molto importante ricordare sempre quello che è stato fatto in passato e come le cose sono cambiate per il meglio, anche per questo il mio lavoro a volte è basato sulla memoria. Ricordare il passato per non commettere gli stessi errori e immaginare un futuro migliore per realizzarlo e’ alla base della mia cultura e della mia ispirazione anche per quello che faccio artisticamente. Senza entrare nello specifico dei colori politici che per me non significano tanto ma che spesso invece riducono la politica e il progresso sociale a mera competizione “da stadio”, credo che quello per cui valga la pena combattere siano i valori e i diritti degli individui nei confronti di una società evoluta, funzionale e armonica. Vedo il futuro in modo ottimistico ma solo se l’uomo riuscirà finalmente a mettere gli interessi economici mondiali al servizio di quelli che sono i valori e i diritti umani, che sono infinitamente più importanti, e non il contrario. Un compito molto difficile ma non impossibile, se tutti ci metteremo insieme per farlo accadere”.