Stephen Lash, Fondatore e Chairman Emeritus di Christie’s USA è un distinto signore dall’aria patrizia. A suo agio in italiano, francese ed ovviamente in inglese ci riceve al 20 Rockefeller Plaza, quartier generale di Christie’s USA. L’incontro avviene a pranzo. Servito da una catena alimentare fast and casual, acqua minerale e caffè per bevande.
“Sono un grande ammiratore dell’arte Italiana”, esordisce Mr. Lash, “ed anche collezionista. Colleziono modelli e cimeli di navi italiane, piroscafi, transatlantici: il Conte di Savoia, il Rex. Sono capolavori di architettura e design. L’anno prossimo la mia collezione sarà esposta a Londra al Victoria ed Albert Museum”.
Conosce la grande tradizione cantieristica napoletana?
“No. Dovrò studiarla”.
Come inizia la sua relazione professionale con Christie’s?
“Dopo l’MBA avevo trascorso un periodo di lavoro in finanza in Inghilterra e frequentavo i musei e le case d’asta. Al rientro a New York mi resi conto che mancava Christie’s così la avviai. 42 anni fa. Ormai siamo una firm globale con uffici a Londra, New York, Singapore, Parigi, Dubai, Ginevra, Shangai. In Italia eravamo a Roma nei pressi di Piazza Navona, ora abbiamo spostato la nostra sede a Milano, dove c’e’ un mercato dell’arte contemporanea molto attivo”.
L’Arte ed il business vanno a braccetto?
“Noi facciamo business. Siamo una compagnia privata di proprietà di Mr. Pinault, un uomo d’affari francese. Dobbiamo produrre profitti. Tuttavia in Christie’s ognuno ha una grande passione per l’arte. Investire in opere d’arte, acquistarle, è sempre un rischio. Bisogna fare attenzione: magari capita di comprare un’opera d’arte dell’artista giusto ma l’opera sbagliata”.

Come acquisite le opera d’arte da mettere all’asta?
“In diversi modi. Vale sempre la regola generale delle tre D (death, divorce, debts, ovvero morte, divorzio e debiti). Noi garantiamo attraverso il nostro network di clienti ed esperti la collocazione sul mercato”.
Ci può dire qualcosa sull’acquisto del Salvator Mundi di Leonardo, battuto a 400 milioni di dollari?
“Il rapporto con i nostri clienti è molto confidenziale e severe norme legali e creditizie non permettono di rivelare notizie in merito. Posso dire che si è trattata di una vendita straordinaria. Quanti Leonardo si possono ancora vendere? Questa unicità ha contribuito a far lievitare l’offerta”.
Ma chi può spendere $400 milioni per un dipinto? Un emiro del Qatar?
“Ci sono tanti ricchi acquirenti che seguono le offerte di Christie’s”.
Christie’s ha una aura di elitismo? Conferma questa voce?
“No. Christie’s non è un club. Certo se si hanno molti contatti aiuta ad arrivare a Christie’s. Come pure un certo rango sociale. Il figlio della Principessa Margaret d’Inghilterra, David Armstrong Jones, dirige Christie’s UK. Noi cerchiamo giovani con una grande passione per l’arte. In genere sono i giovani a contattarci. In merito abbiamo aperto un centro educativo e rilasciamo un Master. Il nostro centro al 20 Rockefeller Plaza è aperto al pubblico 7 giorni la settimana. Ed un giorno al mese sino a tarda ora. Organizziamo visite guidate e ognuno può vistarci e chiedere informazioni sul recruiting e sulla carriera. Christie’s valuta molto la meritocrazia.
Partecipare ad una asta da Christie’s non è da tutti, vero?
“Altro mito da sfatare. La tecnologia, I social media hanno rivoluzionato il nostro mondo. Si possono fare offerte on line su oggetti messi all’asta del valore di pochi migliaia di dollari a centinaia di migliaia. Oggetti esposti nelle nostre sale al primo piano. Visibili on line. Tutto il catalogo Christie’s è on line”.
Veniamo al suo rapporto con l’Italia e Napoli.
“Chi opera nel mondo dell’arte seppure per business non può non amare l’Italia. Ho fatto numerosissime vacanze in Italia. Adoro la Costa d’Amalfi. Ho praticato il trekking sul Sentiero degli Dei. Straordinario. Ho visitato Napoli diverse volte. Amo Napoli. Una città di grande bellezza e carattere. So dei grossi problemi sociali ed economici. Il patrimonio artistico di Napoli è straordinario. Amerei trascorrere un periodo di studi e approfondimenti artistici a Napoli. Vede, il patrimonio artistico Italiano e di Napoli è immenso. Tuttavia è difficile acquisire opera italiane. Troppe norme giuridiche bloccano i processi di acquisti e di esportazione delle opera d’arte italiane. Spero queste norme possano essere riviste ed ammirate in ogni angolo del mondo”.