Si può dipingere sull’acqua? Si possono riprendere le scie di colore e gli schizzi fluidi e farne un’opera unica? Beatrice Pediconi, artista italiana che vive da 20 anni a New York, ha portato all’evento organizzato dal Consolato italiano a New York sull’arte contemporanea in Italia una video-creazione giocata sui colori viola, bronzo e bianco.
“Quest’anno il nostro appuntamento si lega al Frieze, la rassegna dedicata alle gallerie di arte contemporanea che colorerà la città di New York fino al 7 maggio – spiega il Console Generale Francesco Genuardi – L’arte abita il nostro Paese dove ha radici importanti e dove Giotto e Caravaggio sono amati universalmente, eppure siamo fieri anche dell’arte contemporanea italiana che a New York possiamo ammirare nelle gallerie, nelle collezioni a prova che l’Italia sa ancora parlare il linguaggio della creatività anche con i contemporanei”. Il Console Generale ha poi ribadito l’importanza di fare squadra insieme: “Artisti, istituzioni, galleristi e collezionisti possono ancora dare lezione al mondo artistico se lavorano compatti”.

Gli artisti italiani sono protagonisti anche all’Agora Gallery di Bissera Antikarov che dal 25 maggio inaugurerà una mostra personale del fotografo italiano Marco Carnaroli. Fondata nel 1984, questa galleria americana ha ospitato nelle sue sale decine di artisti italiani offrendo loro non soltanto un palcoscenico di visibilità, ma anche la possibilità di essere acquistati da collezionisti di rilievo. Carla Delia Piscitelli ha deciso di aprire le porte della sua Ierimonti Gallery ai giovani: le brillano gli occhi mentre mi racconta dei suoi tour nei festival e nelle fiere alla scoperta di talenti acerbi che nel tempo si sono rivelati artisti di razza. “Io nasco con le avanguardie e con gli emergenti e mi piace lavorare con i giovani, perché quando hanno un’idea vincente è bellissimo vederli crescere e fare in modo che i collezionisti investano su di loro”. Carla non ama parlare di sé, ma che ami il suo lavoro è innegabile: “È la mia passione, è una scommessa, un gioco estremamente gratificante che ti fa scommettere sul bello: l’arte è carnale e il mio non è un mestiere che si fa senza amore”.

Un amore contagioso che non ha risparmiato il figlio, Vincenzo, suo primo collaboratore: “New York è certamente il posto giusto e noi italiani arriviamo con un bagaglio culturale importante da offrire, ma bisogna trovare il proprio spazio, il proprio luogo di creatività. Abbiamo esposto nomi famosi ma soprattutto avanguardie sia italiane che americane perché non facciamo distinzione se c’è un’idea vincente”.
Apprezzamento per la serata è stato espresso anche da Sebastiano Tronchetti Provera, documentarista che ha appena concluso un documentario sugli artigiani di Pietrasanta, esperti nella lavorazione del bronzo e del marmo. “L’Italia è il paese numero uno per le abilità artigianali e per la capacità di costruire con creatività e professionalità. Le nostre maestranze sanno esprimere un’arte che sta dietro ai successi di grandi nomi, come ad esempio nel caso del cinema. Anche questa in fondo è avanguardia e io ho voluto celebrarla con il mio precedente documentario “Cinema, maestro!” raccontando il dietro le quinte di tanti artisti italiani che hanno fatto la storia anche del cinema americano. I documentari in fondo dovrebbero servire anche a questo: a celebrare la nostra capacità di creare arte”.