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June 15, 2016
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Due South: la Sicilia come non l’avete mai vista

Tappa a Sud per il progetto che esplora le isole vulcaniche e coinvolge artisti americani e siciliani

Valentina BarresibyValentina Barresi
due south

L'artista David Kessler; la curatrice di Due South, Marianne Bernstein; l'artista Steve Earl Weber; la curatrice di Delaware Contemporary, Jackie Milad, a Villa Palagonia, Bagheria

Time: 5 mins read

Occhi nuovi si posano sulla Sicilia e la sorvolano, assumendo i riflessi cangianti della sua arte e della sua storia millenaria, carpendo i colori della sua natura ribelle e mitologica. Si chiama Due South il progetto che mira a svelare l’isola nella sua autenticità, liberandola dai giudizi obsoleti di chi la descrive perennemente in preda al torpore: protagonisti 30 artisti siciliani e americani che, attraverso un’inedita contaminazione di sguardi e culture, puntano ad accendere i riflettori internazionali sulla Trinacria e sulle sue eccellenze.

I risultati dell’incontro di talenti saranno esposti al Delaware Contemporary Wilmington, in una mostra trimestrale che verrà inaugurata nel gennaio 2017. Ad arricchirla, una serie di eventi collaterali e successivi per promuovere la cultura e le tradizioni enogastronomiche siciliane, tra cui anche un tour dell’isola che permetterà ai partecipanti all’iniziativa di catturarne l’essenza in una fase di cambiamento.

Curatrice del progetto è Marianne Bernstein, ideatrice di un affascinante itinerario artistico-culturale in quattro tappe, che esplora le isole vulcaniche e mescola arte e interpretazione nuova dei luoghi in una serie di incontri tra artisti internazionali e comunità locali. “Sud è uno spazio sul quale proiettiamo sia i nostri desideri sia i nostri pregiudizi: un ritorno alla terra, a un ritmo più lento, al calore, all’ospitalità, ma anche una paura di arretratezza, povertà e mancanza di miglioramento” ha detto Bernstein, che è già stata in Sicilia sette volte, incontrando artisti e residenti, imprenditori e agricoltori, esplorando anche la questione dei migranti che giungono sulle coste dell’isola.

Da nord a sud
due south
L’artista Steven Earl Weber si lascia ispirare dall’arte siciliana

Dopo il percorso Due North, ambientato in Islanda, è il momento della Sicilia, terreno fertile per la mission del progetto, che punta a scuotere i preconcetti legati a un territorio, attraverso l’esplorazione, lo scambio e l’espressione artistica individuale. “Due South, come Due North, è su come perdersi nel viaggio e creare nuove relazioni. Ho scelto le isole vulcaniche perché hanno molto in comune. La geologia esplosiva ha una tendenza a generare l’isolazionismo, un senso di orgoglio e rabbia, ma anche una gloriosa indipendenza e passione. I giovani stanno tornando alla terra” ha spiegato Marianne Bernstein, descrivendo il filo logico che lega ciascun tassello del percorso intrapreso.

Gli artisti sono già volati in Sicilia e durante i loro viaggi sono stati integrati nella comunità culturale locale, allo scopo di creare arte concettuale basata sulle percezioni esterne ed interne dell’isola. Nelle ultime settimane, un nuovo tour ha coinvolto alcuni di loro, che sono stati accolti tra Bagheria e Palermo. Insieme a Marianne Bernstein e Jackie Milad, curatrice del Delaware Contemporary, gli artisti Jane Irish, Serena Perrone, Cindi Ettinger, Steven Earl Weber e il regista David Scott Kessler sono stati impegnati in diverse attività, legate al loro excursus artistico e alle loro precedenti esperienze siciliane, caratterizzate da installazioni scultoree, pittura di interni e di ceramiche ispirate alle varie culture che hanno conquistato la Sicilia e da una sintesi sperimentale tra documentario e narrativa, frutto dell’esperienza dei luoghi.

due south
Gli artisti a Porticello

Gli artisti si sono trattenuti nel capoluogo siciliano, dove hanno visitato Villa Malfitano, Palazzo Francavilla, Palazzo Gangi, Palazzo Conte Federico, Palazzo Lanza Tomasi e Villa Tasca, ma alcuni di loro hanno avuto anche occasione di assistere a uno spettacolo del teatro dell’opera dei pupi di Mimmo Cuticchio e di ammirare le Stanze al Genio. Hanno inoltre raggiunto Bagheria, dove hanno visitato Villa Palagonia e Villa Sant’Isidoro de Cordova, e sono stati accolti al Museo Civico di Castelbuono, diretto da Laura Barreca.

Due South
La curatrice di Due South, Marianne Bernstein; l’artista David Kessler; l’artista Steve Earl Weber; l’artista Jane Irish; la curatrice di Delaware Contemporary, Jackie Milad, a Palazzo Francavilla, Palermo

Tenaya Darlington, autrice di diversi libri sull’enogastronomia, conosciuta con il nome di Madame Fromage, sta visitando alcuni luoghi per scrivere dei formaggi storici della Sicilia: un’esperienza che sta documentando sul suo blog e che racconterà al Delaware Contemporary, dove il prossimo 28 giugno è prevista una Enchanting Evening per presentare Due South. Alla serata sold out parteciperanno anche membri e sostenitori, molto importanti in questa fase nella quale si cercano sponsor per finanziare il progetto.

L’attenzione per la Sicilia è davvero tanta, ha spiegato Karen La Rosa, consulente per la Sicilia di Due South, che ha accompagnato il gruppo in quest’ultimo tour: “Tutti i proprietari [dei palazzi visitati, ndr] si sono dimostrati così accoglienti, interessati e desiderosi di supportare il progetto” ha raccontato entusiasta, precisando che altri artisti hanno raggiunto l’isola negli ultimi giorni, impegnati da Catania ad Agrigento. Tra loro americani e italiani, come Gabriele Abbruzzese, Lisa Wade, Matthew Mazzotta, Federico Baronello, Glauco Canalis, Massimo Cristaldi, Carlo e Fabio Ingrassia, Cristina La Rocca, Filippo Leonardi, che hanno presentato i lavori elaborati per Due South. Obiettivo del tour è sviluppare negli artisti la comprensione della Sicilia attraverso il contatto con la sua popolazione, la sua storia, le vibrazioni e la bellezza che l’isola emana.

Terre di contraddizioni
due south
L’artista Jane Irish dipinge a Palazzo Malfitano, Palermo

Leitmotiv del progetto è superare i cliché legati ai luoghi, come racconta ancora la curatrice: “Come da stereotipo, sia l’Islanda che la Sicilia sono state viste come culture co-creatrici di contraddizioni: amore e paura, bene e male, nero e bianco. Al Nord ciò si è manifestato con una riverenza stoica alla natura e al soprannaturale, così come in una leggera diffidenza nei confronti degli stranieri; al Sud, attraverso stati mentali in opposizione tra loro, come il disprezzo di sé e l’egocentrismo, accompagnati da una paura del cambiamento. Gli stereotipi vengono plasmati da lontano. La mia speranza è che navigando territori inesplorati come artisti, riusciremo a dare nuova forma alle idee fissate, facendo esperienza di noi stessi e di questa isola esotica in modo diverso”.

Spingersi oltre i limiti, valicare i confini è la vera sfida insita in Due South, che prevede la collaborazione con la biennale europea di arte contemporanea Manifesta 12, che nel 2018 sarà ospitata a Palermo. L’incontro tra le due iniziative sarà occasione di esplorazione della scena fiorente di arte contemporanea nel capoluogo siciliano, per un decennio rimasta quasi interamente underground, ma alla quale oggi si offrono maggiori possibilità per affermarsi, oltre a spazi restaurati e innovativi.

Vento di cambiamento

Il vento di un cambiamento palpabile, per gli artisti che giungono in Sicilia, arriva dall’accesso a musei di prestigio mondiale, come la Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea di Palermo o la galleria Gianluca Collica di Catania; dall’incontro con curatori di talento come Daniela Bigi e Giusi Diana; ma anche dal contatto con la bellezza che si dischiude davanti a quanti si inoltrano nel labirinto di vicoli della Palermo antica, o alla scoperta di gioielli del barocco come Catania e Siracusa.

Anche il vivere quotidiano sa riservare a un acuto osservatore i piccoli segnali di un lento mutare. La terra di Renato Guttuso e Antonello da Messina, delle ceramiche e dei mosaici, del vino pregiato e del buon cibo, è scossa da nuove idee di giovani imprenditori o intraprendenti artisti. Nuove correnti la attraversano e promettono di cambiarne la percezione e con essa (forse) anche le sorti, re-immaginandone i contorni e trasformando l’ordinario stupore di chi la vive in meravigliosa scoperta fra quanti la osservano con occhi nuovi e incantati.

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Valentina Barresi

Valentina Barresi

Valentina Barresi è corrispondente dall'Italia per La Voce di New York. Giornalista dal 2008, s'interessa d'attualità, cultura, esteri e mafie. Vincitrice della 28esima edizione del premio "Mario Formenton", ha scritto per la Repubblica, America 24, il Giornale, la Sicilia e ha collaborato con gli uffici stampa dell'Ambasciata d'Italia a Washington DC e di Oxfam Italia. Tra le città in cui ha vissuto, ci sono Palermo, New York, Roma, Milano, Lussemburgo. Peregrina per necessità o diletto, non ha ancora trovato il suo "centro di gravità permanente", sebbene la Sicilia rimanga per lei l'ombelico del mondo.

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