“Ciò che traspare in questi quadri è la personalità di ciascuna donna ritratta, ognuna contraddistinta dalla stessa grazia, dalla stessa intelligenza e dalla stessa eleganza di Marina”. Con queste parole Antonio Monda, professore alla NYU Tisch School of the Arts e direttore artistico del Roma Film Festival, ha inaugurato alla Ierimonti Gallery la mostra Sagona – The Comedy of Women, un progetto ideato dall’illustratrice italiana Marina Sagona, in cui arte e letteratura si intrecciano, traendo ispirazione dal capolavoro più influente della letteratura italiana: La Divina Commedia di Dante Alighieri. “Credo che, così come Dante aveva Virgilio, lo studio della Divina Commedia abbia bisogno di una guida – ha raccontato l’artista – Io l’ho trovata in Vittorio Sermonti e in uno straordinario professore dell’Università di Yale. Rileggere Dante a quest’età è una scelta, proprio perché nessuno ti impone di farlo come al liceo e, sebbene all’epoca lo odiassi, penso che il mio legame con lui sia quasi genetico e viscerale, dal momento che mia nonna lo citava continuamente con espressioni entrate a far parte del lessico familiare. L’amore di cui è diffuso il poema è qualcosa di cui non mi ricordavo e che mi è arrivato in modo particolare”.

I ritratti immaginari di Marina Sagona catturano le idiosincrasie e la potenza archetipica dei personaggi femminili che popolano l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Così Francesca, Manto, Taidè, Beatrice, Elena di Troia, Pia de’ Tolomei e tante altre ancora, sono descritte nel loro stato di dannazione o nel loro cammino di purificazione e beatitudine, concepiti come metafora del viaggio intrapreso dalla donna per redimersi, attraverso un processo di perdita e riscoperta di sé. In merito al progetto, Sagona ha raccontato: “All’inizio è nato tutto in maniera un po’ inconscia, poi ho deciso di dare dei volti a quelle donne da cui mi sentivo particolarmente attratta e di cui non esiste un’iconografia. E forse l’ho fatto anche per contrastare quella misoginia che serpeggia nell’intera opera. Quindi mi sono chiesta come sarebbe stato innescare una catena di sguardi femminili su di loro e, siccome ho molte amiche scrittrici, le ho coinvolte in questo progetto. Tutte hanno reagito in modo sorprendente”.
A loro volta, infatti, le note autrici Judith Thurman, Jhumpa Lahiri, Alice Sebold, Claire Messud e Anna Funder (tra loro anche un uomo: lo scrittore di origini irlandesi Colum McCann che ha voluto partecipare proprio per aggiungere al progetto quello sguardo maschile onnipresente nell’universo femminile) hanno risposto alle visualizzazioni di Sagona dell’opera di Dante, dando vita a un’efficace combinazione di testo e immagini.
Interessante, secondo Sagona, il racconto di Claire Messud sul personaggio di Beatrice, nonché la prospettiva da cui ha analizzato il suo rapporto con Dante, che la idealizza nel corso di tutto il poema, perseguitandola quasi come uno stalker.

“È un privilegio per me far parte di questo progetto ed è davvero commovente vederlo concretizzato in uno spazio del genere”, ha dichiarato Jhumpa Lahiri, autrice di origini bengalesi, premio Pulitzer 2000 e appassionata di cultura italiana. “Marina mi ha parlato del progetto circa un anno e mezzo fa, quando vivevo ancora a Roma, e questo è stato un ottimo pretesto per rileggere l’opera di Dante, per la prima volta in italiano. Mi ha proposto di scrivere liberamente qualcosa sulle figure femminili della Divina Commedia, dandomi un elenco di possibili nomi con relative citazioni a cui ispirarmi. La mia scelta è ricaduta su Manto, proprio perché non sapevo niente sul suo conto, ma anche perché ho un legame particolare con la città di Mantova. Il risultato è stato un racconto, che ho scritto in italiano, avente per protagonista una straniera che vive in un luogo imprecisato”.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 2 aprile.
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