Dall’Inghilterra alla Sicilia nel segno dei grandi tesori dell’archeologia. Tornano per la prima volta in Italia, dopo oltre 3 secoli, alcuni preziosi reperti custoditi dal British Museum di Londra e sono protagonisti di un evento d’arte e cultura tra le sale espositive di uno dei più grandi musei archeologici d’Europa: il ‘Paolo Orsi’ di Siracusa. E’ stata inaugurata al Museo archeologico regionale siciliano, infatti, la mostra dal titolo “Gli ori del British Museum” allestita nel caveau del polo museale dove si snoda la storia più antica e preziosa della Sicilia attraverso le sue monete greche.
In mostra, fino al 28 novembre, il tesoro di Sant’Angelo Muxaro, Comune dell’Agrigentino che conserva le vestigia della cultura secolare siciliana. Si tratta di una coppa d’oro datata al VII secolo avanti Cristo decorata a sbalzo con la raffigurazione di una serie di tori dalle lunghe corna. La coppa era una sorta di status symbol per la nobiltà dell’epoca e faceva parte di una collezione raccolta nei primi decenni del Settecento con passione e dedizione dal vescovo di Girgenti. Furono i suoi eredi a venderla a lord William Hamilton, ambasciatore alla corte di Napoli e marito di lady Hamilton, amante di Orazio Nelson, dalle cui mani passò a quelle degli esperti curatori del British Museum, che acquistarono la coppa conservandola fino ad oggi.
La coppa (in greco patera) è tra i gioielli del museo londinese ed è esposta insieme con altri reperti d’oro tra cui un anello, sempre del VII secolo a. C., recuperato da Paolo Orsi negli anni Trenta del secolo passato. Il monile raffigura una mucca che allatta un vitellino. Secondo gli studiosi moderni, questi reperti sarebbero stati realizzati da un orafo chiamato “Il maestro degli ori di Sant’Angelo Muxaro”. “Probabilmente un artista indigeno – dice il docente di Archeologia classica dell’Università di Catania, Dario Palermo – formatosi nella colonia rodio-cretese di Gela. Non conosciamo l’occasione in cui tanto metallo prezioso sia pervenuto a Sant’Angelo, forse attraverso la stessa Gela, probabilmente come dono per le autorità locali o come ricompensa in una circostanza a noi ignota”.
“Obiettivo di questa esposizione – dice la direttrice del museo archeologico ‘Paolo Orsi’ di Siracusa, Gioconda Lamagna – è duplice: far ritornare per la prima volta nel loro luogo d’origine tesori siciliani conservati lontano e, nel contempo, mostrarli per la prima volta insieme con i preziosi provenienti dallo stesso contesto, o dallo stesso ambito culturale, rimasti custoditi nella nostra Isola”.
Tornano così in Sicilia, per la prima volta, anche i gioielli del cosiddetto “ripostiglio di Avola”, scoperto nel 1914 nelle campagne della cittadina aretusea e subito dopo disperso dal mercato antiquario. In mostra alcune monete e gioielli custoditi dal British Museum che saranno messi accanto al piccolo gruzzolo di monete d’oro – dieci in tutto delle oltre trecento trovate forse in origine – appartenenti alla collezione del museo siracusano che arricchisce così la sua collezione e apre le porte a un gemellaggio nuovo sull’asse Sicilia-Inghilterra sotto l’egida del più grande passato.
*Isabella di Bartolo è laureata in Lettere classiche, E' un'archeologa e giornalista esperta di beni culturali e patrimonio storico e artistico. Collabora con i quotidiani La Sicilia e Repubblica oltre che con riviste specializzate. Scrive di cultura, costume e società. E' un'esperta di divulgazione della cultura classica, argomento che oggi affronta nel nostro giornale.