Quattro artisti, quattro linguaggi, due nazionalità, una mostra: Say it Loud è l'esposizione inaugurata il 15 aprile al Monitor Studio, un progetto nato nel 2003 con l’idea di offrire alle nuove generazioni di artisti la possibilità di avere uno spazio dove sperimentare ed esprimere le proprie idee. Monitor Studio è un luogo di ricerca artistica per offrire spazio e supporto ai giovani alle prese con le difficoltà di inizio carriera.
Con questa mostra, il Monitor porta a un nuovo e più profondo livello lo scambio e il confronto che costituiscono la sua identità. Un’identità dalla doppia cittadinanza: infatti, oltre la sede di New York, il Monitor Studio si trova anche a Palazzo Sforza Cesarini a Roma. Paola Capata, direttrice della galleria, sottolinea la filosofia liberale del Monitor Studio che vuole essere un laboratorio sperimentale di emozioni, tra due continenti, aperto a giovani talenti.

Tommaso De Luca al Monitor Studio
Nello studio del Lower East Side, su Bowery, questo ponte tra i due continenti si esprime nell’unione di quattro artisti, della stessa generazione ma provenienti da due paesi diversi, Italia e Stati Uniti. A legarli è un progetto comune e un vetrina importante: Say it Loud, mostra che riunisce le opere di due artisti italiani e due americani e che resterà aperta fino a fine maggio. Il messaggio di queste quattro voci si esprime attraverso quattro diversi mezzi di comunicazione e linguaggi artistici: disegno, pittura, grafica e video.
Danilo Correale, artista napoletano che attualmente collabora con la Galleria Raucci Santa Maria di Napoli, racconta a La VOCE la collaborazione con gli altri artisti del progetto. Con ognuno di loro c’è stato un passato: “Con Walter Smith, eravamo in una residenza in comune a Como, con Walter Sutin, eravamo in una residenza insieme negli Stati Uniti e con Tomaso De Luca, ho collaborato diverse volte in Italia. Quindi quando Paola Capata mi ha parlato di questa mostra per me è stato come un ritrovarsi in una grande famiglia”.

Danilo Correale al Monitor Studio di New York
L’opera che Correale presenta al Monitor Studio si intitola Putting Right Wath's Gone Wrong e parte da un progetto realizzato nel 2012, mentre si trovava a Londra e quando era da poco era scoppiato lo scandalo Murdoch con il giornale News of the World. “Rupert Murdoch ha chiesto scusa ai suoi lettori, appunto con il suo magazine – ci racconta l'artista – Mi interessava molto capire come le istituzioni, come il mondo del potere, presentassero le scuse al pubblico, e vedere l’aspetto umano del capitalismo”. In quell'occasione l’artista napoletano realizzò la “grossa opera su carta” esposta al Monitor: un grande manifesto di scuse, ispirato dalla lettera di Murdoch. L’opera è stata letteralmente scritta a mano e secondo Correale rappresenta una lunga lista di scuse che la società dovrebbe presentare ai cittadini. Quello che gli interessa è evidenziare la mancanza di chiarezza e la pratica comune del non-apology/apology, delle scuse non scuse, e il valore reale di queste scuse. “Il mio lavoro si concentra sulla critica delle istituzioni e della società” ci spiega l'artista.
Dalla lunga e critica lista di scuse di Correale, si passa al video di ispirazione kitsch di Tomaso De Luca, il secondo artista italiano in mostra che collabora da anni con il Monitor Studio. Nato a Verona nel 1988 e milanese dal 2002 De Luca conduce una ricerca che parte da uno “sguardo storto” sulla realtà, dall’indagine sulle modalità anti-logiche di percezione, quelle che prevedono un percorso a ritroso, se non contrario, nella comprensione di ciò che siamo. Il progetto di De Luca The Practice, presentato anche all’American Academy di Roma, è un video ideato durante i suoi giorni di noia. Parte del lavoro di questo artista consiste nel riprendere e stravolgere le sue stesse opere, disegnandoci e scarabocchiandoci sopra.
Walter Smith è americano. I suoi dipinti esposti al Monitor sono un'estensione di una precedente serie di opere dal titolo Rag Cinema in cui accosta scritte tracciate a mano a segni visivi per esplorare la plasticità dei rispettivi significanti.
Infine Walter Sutin, anche lui americano, nelle sue opere unisce fantasia e realtà. In occasione della mostra al Monitor Studio, Sutin presenta due disegni dalla serie intitolata Three Patients: studi sul rapporto simbiotico tra il corpo e le istituzioni che guidano il corpo stessi nelle situazioni più pericolose.