Pier 54 è una mostra concepita come contributo e in contrasto alla mostra Pier 18 organizzata da Willoughby Sharp nel 1971, dove 27 artisti, tutti uomini, fuorono radunati per realizzare un evento nell’allora abbandonato Pier 18, una delle banchine di attracco navi sull'Hudson River, nel Financial District di Manhattan. L'evento non era aperto al pubblico ma tutte le performance furono riprese dall’obiettivo del duo Shunk-Kender e successivamente le immagini furono esposte al MoMA. Tra gli artisti di maggior spicco c’erano Vito Acconci, John Baldessari, Gordon Matta-Clark, Allen Ruppersberg e Richard Serra.
Più di quarant’anni dopo, la curatrice dell'arte della High Line, l'italiana Cecilia Alemani, ha voluto tributare lo spirito dell’epoca in chiave femminile, attraverso un evento analogo svoltosi nell’estate del 2014 sul Pier 54, come ha spiegato a La VOCE di New York: “Nel mio lavoro da curatore cerco sempre di avere una giusta proporzione tra uomini e donne. In questo caso sono 27 donne proprio come contrasto alla versione originaria che era composta solamente da uomini. Cerco sempre di lavorare con tante donne proprio perché siamo state marginalizzate nel corso della storia dell’arte ed è importante far sentire la nostra voce”.
Alemani rivela inoltre il suo approccio un po' da talent scout nello scegliere il collettivo di artiste: “Con alcune abbiamo lavorato in passato sulla High Line, altre sono artiste che ammiravo e con le quali volevo lavorare da tempo. Il mio lavoro è quello di andare alla ricerca di nuovi talenti, sia come curatrice della High Line, sia come curatrice di Frieze Art Fair”.

Cecilia Alemani, curatrice dell’arte per la High Line, davanti ad alcune delle foto della mostra Pier 54
Cecilia Alemani ha illustrato alle artiste come ciascuna performance dovesse dialogare con lo spirito dell’evento ispiratore e i risultati sono stati molteplici, come racconta lei stessa: “Gli artisti hanno reagito in modo diverso, ma per noi la cosa più importante era di riconoscere le radici artistiche del West Side Waterfront. I pier, costruiti all’inizio del Novecento, erano il luogo in cui tutte le grandi navi di immigrati sbarcavano. Negli anni ‘60 sono stati completamente abbandonati, esattamente come la High Line, costruita negli anni ‘30. Dopodiché è stata la comunità artistica ad occupare i pier, che erano dei derelitti, e scegliere di usarli come un’immensa tela dove si potessero esprimere attraverso le performance”.
Come per Pier 18, il pubblico non ha potuto assistere direttamente alle performance create nel corso dell'estate, ma queste sono state immortalate dalla lente della fotografa Liz Ligon, optando per il nostalgico e magico bianco e nero. Le sue fotografie sono ora state raccolte in una mostra, organizzata dalla high Line, che racconta l'evento al pier. È la prima volta che la High Line “scende” a livello strada, aprendo la propria arte a nuovi spazi, in questo caso una galleria.
La mostra Pier 54, al 120 di Eleventh Avenue, si svolge dal 6 novembre al 13 dicembre. Nelle immagini esposte, le artiste coinvolte volteggiano sulla High Line, impersonano la recalcitrante Greta Garbo – che all’età di 35 anni si ritirò dalle scene e passeggiava per la Grande Mela celando il volto ai paparazzi – e utilizzano il corpo come strumento creativo per rivitalizzare il pier dimenticato.
L'elenco completo delle artiste coinvolte nel progetto Pier 54:
Leonor Antunes, Rosa Barba, Francisca Benitez, Carol Bove, N. Dash, Liz Glynn, Sharon Hayes, Iman Issa, Margaret Lee, Maria Loboda, Marie Lorenz, Shana Lutker, Liz Magic Laser, Jill Magid, MPA, Virginia Overton, Leah Raintree, Emily Roysdon, LaToya Ruby Frazier, Aki Sasamoto, Xavier Simmons, Mika Tajima, Andra Ursuta, Sara VanDerBeek, Allyson Vieira, Marianne Vitale, Anicka Yi.