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January 17, 2016
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May 15, 2014
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Alla Frick Collection in mostra La schiava turca che non è schiava né turca

Fabiana Yvonne LuglibyFabiana Yvonne Lugli
Vista dell'installazione The Poetry of Parmigianino’s “Schiava Turca” alla Frick Collection. Foto: Lisa Goble

Vista dell'installazione The Poetry of Parmigianino’s “Schiava Turca” alla Frick Collection. Foto: Lisa Goble

Time: 4 mins read

 

Per la prima volta negli Stati Uniti, arriva La schiava turca, un dipinto ad olio su tavola del Parmigianino conservato nella Galleria Nazionale di Parma. L'opera viene esposta assieme ad altre quattro opere che rievocano il Rinascimento italiano all'interno della mostra The Poetry of Parmigianino’s “Schiava Turca”, ospitata nella Sala ovale della Frick Collection di New York, dal 13 Maggio al 20 Luglio.

schiava

Francesco Mazzola, detto Il Parmigianino (1503–1540) Schiava Turca, c. 1531–34 Oil on panel 26 3/4 x 20 7/8 inches Galleria Nazionale di Parma. Foto: Scala/Art Resource, NY

Francesco Mazzola (1503-1540), detto il Parmigianino, è stato uno dei più prolifici e celebri artisti del XVI secolo divenuto famoso per i suoi ritratti, al punto che questa sua opera, che ritrae la splendida misteriosa dama con turbante, è divenuta icona di Parma. "La schiava turca, raffigurata in abito esotico e con lo sguardo seducente, che si trova ora esposta nella Sala Ovale dello splendido museo newyorchese – ci racconta Aimee Ng, curatrice della mostra e docente al dipartimento di Storia dell'Arte e Archeologia della Columbia University – non è una schiava e tantomeno dalle origini turche". Probabilmente abbiamo invece a che fare con una poetessa attiva alla corte di Parma che, assieme a  Gaspara Stampa e a Vittoria Colonna, era una tra le letterate più illustri della sua epoca: la celebre Veronica Gambara che il Parmigianino ebbe opportunità di incontrare e conoscere personalmente. Un'interpretazione suggerita all'abbigliamento della dama e da alcuni dettagli quali ad esempio il copricapo, simile a un turbante, accessorio di moda nel '500. Il turbante è fermato da una spilla in oro raffigurante Pegaso, figura mitologica che rappresenta la fonte d'ispirazione poetica e adottato come emblema da Pietro Bembo, il poeta più famoso dell'epoca. Bembo era amico della Gambara, signora di Correggio, che avrebbe avuto 50 anni quando venne ritratta, ma Parmigianino la ringiovanì come fece anche Tiziano con la sessantenne Isabella d’Este.

In mostra nello stesso ambiente si trovano esposte altre quattro opere: due ritratti di Tiziano, Pietro l'Aretino e Uomo con il berretto rosso, il Ludovico Capponi di Bronzino e un'altro quadro del Parmigianino, Ritratto di uomo con barba, opera proveniente da una collezione privata e raramente esposta al pubblico. "Non esistono altre opere del Parmigianino in collezioni pubbliche negli Stati Uniti.  È così che si viene a creare una rara occasione di rievocazione rinascimentale nella Sala ovale in questa primavera-estate 2014" dice ancora Aimee Ng.

È in questo evento eccezionale che si concretizza la terza collaborazione tra la Foundation for Italian Art and Culture (FIAC) di Alain Elkann e Daniele Bodini e il museo newyorchese, mirata a proporre in mostra immagini femminili del Rinascimento. Nei due precedenti appuntamenti nati da questa collaborazione sono stati esposti, sempre alla Frick Collection, la Fornarina di Raffaello (Galleria Nazionale d'Arte Antica – Palazzo Barberini, Roma) e, ancora del Parmigianino, l’Antea (Museo di Capodimonte, Napoli).

Dopo New York, l'opera del Parmigianino verrà esposta anche sulla West Coast nel complesso monumentale del California Palace Fine Arts Museums of San Francisco de Young/Legion of Honour, dal 26 luglio al 5 ottobre 2014. Per la mostra è stato stampato un catalogo illustrato con prefazione dell'esperto di Rinascimento italiano, David Ekserdjian, e con un saggio della curatrice Aimee Ng che propone nuove ed intriganti prospettive nell'interpretazione dell'opera.

vista

Vista dell’installazione delle opere della Alana Foundation ad affiancare l’opera del Bellini San Francesco nel deserto (Frick Collection). Foto: Michael Bodycomb

In occasione di questo evento, il museo newyorchese ha parallelamente inserito opere di autori italiani rinascimentali della Alana Foundation nell'esposizione della Living Hall. Nella sala, dal 6 maggio al 20 luglio, sono in mostra il San Francesco nel deserto di Bellini e i due San Geronimo nel deserto, rispettivamente di Baccio della Porta, detto Fra Bartolomeo, e di Benvenuto Tisi, detto Garofalo. Affiancando ai ritratti opere di pittura devozionale, il museo vuole così proporre una visione più ampia dell'arte rinascimentale italiana. I dipinti del Bellini, di Fra Bartolommeo e di Garofalo esprimono chiaramente le diverse origini dei maestri provenienti da Venezia, Firenze e Ferrara. Le tre opere offrono diverse interpretazioni del tema comune del santo penitente intento nella contemplazione divina e nella preghiera. I santi, nelle loro diverse azioni, sperimentano intensi stati emotivi proponendo un confronto tra le varie esperienze mistiche. I dipinti esposti, inoltre, offrono la visione del paesaggio comune in un genere che vede il suo sviluppo proprio durante il periodo rinascimentale italiano. Xavier F. Salomon, curatore, commenta così l'installazione: "L'esposizione temporanea di queste opere nella Living Hall del museo segna una partenza per la Frick Collection. Questa è la prima volta che opere in prestito al museo vengono incorporate nell'installazione di questa sala. Un'esposizione visivamente accattivante che fornisce ai capolavori di Bellini un contesto formale e tematico di grande rilevanza e senza precedenti”.

 

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Fabiana Yvonne Lugli

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