Ha aperto l'8 marzo al MoMa la mostra Gauguin: Metamorphoses dedicata a un lato poco noto della produzione artistica del pittore francese. L'esposizione si concentra infatti su stampe e incisioni dell'artista, circa 130 lavori cui si aggiungono una trentina di quadri e sculture che alle stampe sono collegati. È la prima grande mostra monografica che il MoMa dedica a Gauguin ed è stata curata da Starr Figura che per il museo newyorchese si occupa proprio di stampe e illustrazioni e che per questo evento ha attinto a più di 50 diverse collezioni nazionali e internazionali, pubbliche e private.
Molti dei lavori esposti non sono mai stati mostrati al pubblico americano e raccontano un Gauguin inedito che gioca con i materiali e che dai materiali stessi viene influenzato dando vita a opere più cupe rispetto ai colorati quadri haitiani che lo hanno reso celebre.

La curatrice della mostra, Starr Figura
La mostra mette in luce aspetti molto innovativi del lavoro di Gauguin: “Le opere qui esposte – ha detto Starr Figura in occasione della presentazione alla stampa dell'evento – mostrano un aspetto diverso di un artista che tutti pensano di conoscere. E offrono una finestra eccezionale sul processo creativo di Gauguin che in questi lavori cambia di materiale in materiale. C'è quindi la ripetizione ma anche la trasformazione”.
La mostra evidenzia anche il desiderio di Gauguin di essere sempre originale e i diversi materiali che utilizza, dal legno alla carta, offrono all'artista che, come ha spiegato la curatrice, era un autodidatta assolutamente convinto del suo genio creativo, l'occasione di trascendere la normalità e mostrare tutta la sua originalità. “Fu proprio grazie ai primi esperimenti di Gauguin che le incisioni su legno e le stampe riguadagnarono il favore degli artisti fino a diventare molto popolari nell'Espressionismo tedesco e nel lavoro di artisti importanti come Picasso” ha detto Figura.

Oviri (Savage), 1984, Mus├®e d’Orsay, Parigi
In mostra c'è anche una delle sculture più famose di Gauguin, il piccolo primitivo Oviri (Savage) che l'artista, che vedeva se stesso come un selvaggio, riteneva il suo capolavoro e che considerava una sorta di autoritratto, tanto che diede disposizione perché fosse posto sulla sua tomba. L'opera è oggi di proprietà del Musée D'Orsay di Parigi dove resta esposta. Una sua copia in bronzo, tuttavia, è stata posta sulla tomba dell'artista alla fine degli anni '70.
Il rapporto di Gauguin con il mondo primitivo e naive ha caratterizzato molta della sua opera, soprattutto dal momento che, nel 1895, l'artista decise di lasciarsi definitivamente alle spalle la mondana Parigi e la civiltà europea per cercare l'innocenza primordiale a Tahiti. La mostra al MoMa racconta questa sua immersione nel mondo selvaggio e il suo desiderio di “essere originale attraverso un ritorno al primordiale”, secondo le parole della curatrice.
Di questa mostra abbiamo ampiamente parlato nella rubrica Vita Estetica, a cura di Beniamino Vizzini. Le opere resteranno in mostra al MoMa fino al 9 giugno.