“Perché dovrei scappare? Vent’anni ho vissuto in prigione. Ora ho qualcosa per cui vivere. La vita ha un significato”. In queste poche parole pronunciate da un detenuto del carcere di Volterra, sta il profondo significato dell’importante ruolo sociale che l’arte può svolgere.
Ed è proprio questo ruolo rieducativo dell’arte che si vuole presentare con la mostra fotografica di Clara Vannucci Crime & Redemption Theatre, inaugurata venerdì 21 febbraio all’Istituto Italiano di Cultura di New York e che resterà aperta al pubblico fino al 13 marzo, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 del mattino alle 4 del pomeriggio.
Le immagini, di forte impatto, rappresentano i detenuti del carcere di Volterra ritratti in diversi momenti: durante le prove, i preparativi e gli spettacoli allestiti dal regista e drammaturgo italiano Armando Punzo, che con la sua Compagnia della Fortezza svolge attività teatrale a fine riabilitativo con i carcerati di Volterra dal 1988.
Il progetto è stato fortemente voluto da Fabio Troisi, addetto alla cultura dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, che spiega: “In passato ho lavorato come volontario nel carcere di San Vittore, e credo profondamente nello scopo rieducativo della detenzione, e nell’importante ruolo che l’arte può ricoprire, contribuendo a migliorare davvero la società”. Fabio Troisi racconta di come il progetto teatrale di Armando Punzo per il carcere di Volterra rappresenti un perfetto esempio di successo del teatro come attività riabilitativa, e sottolinea l’importanza per un Istituto Italiano di Cultura, di mostrare anche il ruolo sociale dell’arte e della cultura italiana nel mondo.

La fotografa Clara Vannucci
“Ho iniziato a fare fotografie in diversi carceri italiani nel 2007, mi colpì particolarmente quello di Volterra, così iniziai a seguire la Compagnia della Fortezza, andando con loro anche in tournée, e da allora non ho più smesso – Dice Clara Vannucci – Non sono interessata alle colpe dei detenuti, ma a tutto ciò che il teatro ha dato e continua a dare loro, in primis una ragione per vivere”.
La fotografa spiega come all’inizio fosse stupita che nonostante i controlli fossero molto più blandi durante le tournée, nessuno abbia mai provato a scappare, poi un giorno un carcerato le ha detto di non aver motivo di fuggire, perché finalmente grazie al teatro ha trovato uno scopo nella vita.
Aniello Arena, un ergastolano condannato per omicidio, ha avuto un particolare successo, acquisendo anche fama internazionale dopo aver recitato come attore protagonista nel film Reality di Matteo Garrone del 2012, uscito anche negli States.
“L’argomento ha riscosso più interesse negli Stati Uniti che in Italia – dice Clara Vannucci – Dopo un primo articolo uscito sul New York Times, ho portato gli scatti in mostra al Look3 foto festival di Charlottesville, poi a Washington, ed ora a New York”. A New York la fotografa si è anche occupata di un progetto sulle donne criminali all’interno del carcere di Rikers Island, notando un sistema maggiormente punitivo in confronto a quello osservato in Italia.
La mostra è stata curata da Veronica Santi, che dice di aver immediatamente creduto nel progetto e anche nella fotografa, e sottolinea l’importanza di dare ai giovani una chance di visibilità.