Il mondo giocoso di Coralina apre le porte agli esploratori di meraviglie. Il 27 gennaio è stata inaugurata l'esposizione Toys From The Blaze dell'artista (e nostra columnist) Coralina Cataldi-Tassoni. La mostra è allestita negli spazi di A Private Studio, fino al 10 marzo.
Coralina é una creatura affascinante e complessa dalle mille sfaccettature, poliedrica. Nata a Manhattan da madre originaria di Brooklyn e padre milanese, attivissimi nel campo dell'opera lirica, fu da subito coinvolta dai genitori nell'arte e nel teatro e inizià a recitare quando aveva poco più di tre anni. Dopo aver compiuto i cinque anni, l'artista si trasferisce con la famiglia a Roma dove cresce rafforzando le proprie radici italoamericane. Durante il difficile processo di adattamento, Coralina si scopre sempre più autenticamente newyorchese soprattutto in quella che é da subito la sua idea di arte, risultato di un percorso di formazione iniziato a New York. Ha uno spiccato senso rivolto verso la multisensorialitá e la contaminazione delle arti. Durante il suo percorso formativo spazia infatti dal teatro al cinema, passando per la musica fino ad arrivare con estrema naturalezza alla pittura. Quando torna a New York, l'Italia le è ormai entrata dentro. Nelle sue opere, per ammissione stessa dell'autrice, si sente la presenza di Roma con i suoi colori e forme.

Coralina Cataldi-Tassoni con Laurance LaCause
“Questa mostra – racconta Coralina a La VOCE – é stata fortemente voluta da due artisti, Laurence La Cause e John Haracopos, e si struttura su una serie di lavori che sono un insieme di opere dedicate alla persona. Un viaggio introspettivo che porta sempre lo stesso risultato: you”.
La mostra compone un percorso intimo che è quasi un collage di un'immagine dell'artista stessa: “Tutti i pezzi fanno parte di un unico grande puzzle e le composizioni si connettono tutte tra di loro attraverso un racconto personale ed é quasi come se ognuno di essi indicasse il percorso di una caccia al tesoro – racconta ancora l'artista – Amo particolarmente la dimensione dei giochi e dei bambini, perché io lo sono ancora e in questa mostra si raccontano i personaggi che popolano il mondo dell'infanzia come se fossero dei super eroi incontenibili e meravigliosi”.
Coralina descrive le sue opere con intensità, con il coinvolgimento di chi ama quello che fa: “Non ho figli ma ogni pezzo da me creato è come se lo fosse. Sono tutte mie creature”. A prima vista le sue opere possono sembrare oli e acquerelli, ma si tratta in realtà di acrilici. “That's me! – dice l'artista – Questo modo di dipingere davvero mi rappresenta ed esprime a pieno la mia emotività. Passo dall'intensità dell'olio alla leggerezza dell'acquerello”.
Il processo creativo che sta dietro la nascita dei suoi lavori è un percorso, un vero rituale che Coralina compie immergendosi completamente nell'opera, tanto che tutti i suoi pezzi vengono eseguiti con un accompagnamento musicale. “Di solito non dico alla gente quale sia il brano che ascolto mentre dipingo, perché lo ritengo un fatto privato. Ma durante l'azione entro in un vero e proprio stato di trance attraverso il quale riesco ad imprimere quelle che son le mie emozioni sulla tela. Una volta ultimata l'opera, dico sempre a me stessa che la battaglia é finalmente terminata (oppure é appena iniziata?)”. Ogni quadro esprime qualcosa di unico e diviene testimonianza di racconti fatti per immagini che rievocano suoni, colori, e parole.
Intanto Coralina ha in cantiere la realizzazione di un film assieme a Mariano Baino, amico e regista di Dark Waters, con cui condivide la stesura dell'opera Astrid's Saints. Un film drammatico, pieno di suspense, quasi un thriller psicologico ambientato a Brooklyn. Un'opera che racconta un ponte culturale tra Europa e America. In bocca al lupo, Coralina!