La gipsoteca del Museo di Canova Possagno dedica una mostra alla figura femminile, in particolare alle danzatrici, che furono modelli di riferimento di Canova, sia per svago creativo sia come studio per le sue incredibili creature di marmo. La bellezza è sicuramente il tratto distintivo che accomuna queste opere, la loro lievità che poi Canova riusciva a rendere col marmo e che invitava ad una “joie de vivre” eccezionale.
L’idea di questa così originale mostra deriva da uno dei capolavori custoditi nella Gipsoteca; il gesso originale della “Danzatrice con i cembali” che fu realizzata per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij, ora custodita presso il Bode Museo di Berlino.
Durante la Prima Guerra Mondiale e i bombardamenti che si abbatterono anche su Posssagno, le braccia e il cembalo della danzatrice furono distrutti da una granata austroungarica; oggi, grazie alle nuove tecnologie e grazie alla disponibilità del Bode Museum, si sta realizzando un’accuratissima scansione in 3D che servirà a ricostruire le parti non più esistenti del gesso di Possagno. Altre due sono state le magiche “Danzatrici” realizzate da Canova, la versione con le mani sui fianchi di cui si innamorò l’Imperatrice Josephine de Behaurnais e l’altra col dito al mento commissionata dal Conte Manzoni. Erano di certo creature ammalianti e affascinanti tanto per l’artista quanto per chi ne godeva e fu questo probabilmente il motivo per cui Canova ne fece diverse repliche negli anni successivi, da quella nella Stazione Centrale dei Telefoni di San Pietroburgo fino a quelle in paesi anche lontani come il Messico, Cuba o il Canada.
Nessuna di queste tre incredibili danzatrici potrà essere alla mostra – per fragilità e unicità sono considerate praticamente inamovibili- ma rivivranno attraverso bozzetti e disegni che hanno ritratto queste eleganti donne contemporanee nell’atto di danzare, dee e muse ispiratrici di uno dei più grandi scultori di tutti i tempi.
[CANOVA E LA DANZA. La danza nella scultura e nella pittura di Antonio Canova, Possagno (Tv), Museo e Gipsoteca Antonio Canova, fino 30 settembre 2012]