Il nuovo sito di Casa Italiana Zerilli-Marimò è stato selezionato tra i cinque finalisti nella categoria “General Desktop & Mobile Sites – Community” dei Webby Awards 2025. Un premio che, nel mondo digitale, ha il peso di un Oscar. Accanto a giganti globali del web, c’è anche lei: la Casa. L’istituto affiliato alla NYU che da oltre trent’anni costruisce ponti tra Italia e Stati Uniti – con grazia, rigore, e una passione che non chiede permesso.
Dietro il sito, mesi di lavoro silenzioso. Ore piccole e riunioni lunghe. Il direttore Stefano Albertini, anima instancabile della Casa dal 1994, lo dice senza retorica: “Abbiamo cercato di portare online quello che facciamo dal vivo da più di trent’anni. È stato faticoso, ma ne è valsa la pena. Volevamo un sito bello, accessibile, libero. E ce l’abbiamo fatta”.

E infatti il sito è lì: elegante senza essere freddo, tecnologico ma umano. Curato da Giuseppe De Lauri e realizzato con l’agenzia creativa Takt, è un archivio vivente. Video, conferenze, documentari, poesie, articoli, fotografie: tutto gratuito, tutto accessibile, senza tracciamenti né pubblicità.
Una giuria internazionale selezionerà i vincitori ufficiali, ma è anche possibile sostenere la Casa Italiana attraverso il voto popolare. Fino al 17 aprile è possibile partecipare al Webby Awards People’s Voice, selezionando Casa Italiana nella sezione dedicata alla Community. Una procedura semplice, ma con un passaggio fondamentale: una volta espresso il voto, è necessario confermare cliccando sul link ricevuto via email. Senza questa conferma, il voto non verrà conteggiato. L’annuncio dei vincitori è atteso per il 22 aprile. Non ci sono premi in denaro, ma la visibilità e soprattutto la legittimazione che derivano da un tale riconoscimento possono fare la differenza per un’istituzione pubblica che opera con risorse limitate e si rivolge a un pubblico ampio, curioso e trasversale.
Fondata nel 1990 dalla baronessa Mariuccia Zerilli-Marimò, la Casa non ha mai inseguito sponsor o riflettori. Non è commerciale, non è diplomatica, non è accademica. Eppure è tutto questo insieme, e anche di più. È un luogo libero, dove puoi ascoltare Luciano Canfora parlare di democrazia, scoprire il cinema neorealista, perderti tra versi di poesia contemporanea. Per Albertini e il suo team, la candidatura ai Webby è già una forma di riconoscimento. In un ecosistema digitale dove tutto sembra costruito per sparire in fretta, Casa Italiana sceglie di lasciare tracce. Di costruire memoria, con pazienza e coerenza.