Cosa succede quando il genio ribelle di Marlon Brando incontra il talento ipnotico di Billy Zane e la visione cinematografica di Bill Fishman? Nasce Waltzing with Brando, il film in anteprima mondiale che chiude la 42ª edizione del Torino Film Festival. Al centro della narrazione, l’ambizioso progetto di trasformare un’isola polinesiana in un rifugio ecologico. Non solo un’impresa visionaria, ma anche il riflesso del desiderio di Brando di rompere le regole di un’industria che lo celebrava senza mai comprenderlo fino in fondo.
Tra il 1969 e il 1974, Brando si trova in un momento cruciale della sua esistenza. Sono gli anni in cui interpreta personaggi iconici destinati a ridefinire il cinema – da Il padrino a Ultimo tango a Parigi – ma anche il periodo in cui il suo rapporto con Hollywood inizia a sgretolarsi. Non gli basta più essere una star: Brando vuole riscrivere le regole, inseguendo una libertà che lo porti oltre lo schermo, verso una vita più in armonia con la natura.
È in questo contesto che prende forma il progetto di Tetiaroa, una piccola isola polinesiana acquistata da Brando, destinata a diventare un paradiso sperduto nell’oceano. Per realizzare questo sogno, Brando si affida a Bernard Judge, giovane architetto idealista e pragmatico. “Questa storia non è solo una nota a margine nella vita di Brando“, spiega Bill Fishman, regista e sceneggiatore del film. “È una finestra sulla sua anima, sul suo desiderio di fuggire dalle ipocrisie di Hollywood e costruire qualcosa dove poter dare forma alle sue convinzioni, come il rispetto per l’ambiente e per l’umanità. Tetiaroa era pensata come uno spazio in cui le persone potessero riflettere e studiare le grandi sfide del mondo”.
Nei panni di Marlon Brando, troviamo Billy Zane, noto per il suo ruolo nel thriller anni Ottanta Ore 10: calma piatta e per aver interpretato l’indimenticabile antagonista di DiCaprio in Titanic. “Billy non interpreta Brando, è Brando“, afferma Fishman. “Non volevamo fare una caricatura o un’imitazione. Volevamo catturare l’essenza dell’uomo, i suoi sogni, le sue contraddizioni“. Zane ha affrontato il ruolo con una mimesi che lascia senza fiato: i suoi gesti, il tono della voce, perfino i silenzi sembrano appartenere al Brando degli anni d’oro. E non si tratta solo di tecnica. “Ho cercato di invitare Brando dentro di me, di farlo parlare attraverso di me“, racconta Zane. “Non volevo ossessionarmi con la perfezione, ma lasciarmi fluire nel suo mondo“.
Da una parte c’è Brando, sognatore lunatico, capace di immaginare l’impossibile; dall’altra Judge, Jon Heder un uomo concreto, metodico, che si trova a dover trasformare in realtà un’utopia apparentemente irrealizzabile. “La loro amicizia è il cuore della storia“, spiega Fishman. “È un valzer, una danza di visioni e contrasti, che li trasforma entrambi“. Tra tensioni, incomprensioni e momenti di pura magia, il film segue il percorso di questi due uomini mentre lottano contro ostacoli immensi: le difficoltà tecniche, le sfide economiche e, non ultimo, il peso della fama di Brando. “Brando voleva dimostrare al mondo che un modo diverso di vivere era possibile“, dice Fishman. “Judge, inizialmente scettico, finisce per credere in quel sogno tanto quanto lui“.
Parte del film è stata girata sull’isola di Tetiaroa, oggi una riserva naturale. Niente descrizioni cartolina, solo immagini che raccontano una lotta silenziosa: l’energia selvaggia dell’isola contro la vulnerabilità che il tempo e l’uomo portano con sé. “Volevamo che lo spettatore sentisse ciò che Brando provava per questo luogo: non un rifugio, ma una possibilità”, spiega il regista Fishman. L’isola, oggi gestita da una fondazione dedicata alla conservazione ambientale, è diventata un simbolo dell’impegno di Brando per la sostenibilità.
In uscita negli Stati Uniti nel 2025, Waltzing with Brando non è un film nostalgico, ma una riflessione su un pensiero ecologico straordinariamente lungimirante. “Brando parlava di sostenibilità in un’epoca in cui la parola non esisteva nemmeno”, conclude Fishman.