Sala piena alla Casa Italiana Zerilli Marimò per la presentazione del libro di Maria Laurino The price of Children. Pubblicato da Open Road Media, è stato preceduto da una versione italiana uscita nel 2023 per i tipi Longanesi: Il prezzo degli Innocenti. Non a caso. Il libro infatti racconta una vicenda che ha origine in Italia, che affonda le sue radici nei secoli, che si alimenta di patriarcato, Chiesa, Stato nella gestione congiunta del corpo delle donne. Ma il libro ha rilevanza nel presente, in una società che sta togliendo alle donne la libertà di scegliere se avere o meno un figlio, portare o meno a termine una gravidanza.
La vicenda originale è nota, anche grazie ad un servizio televisivo della CBS nella trasmissione 60 Minutes: dagli anni ’50 fino ai ‘70, quando in Italia è stata introdotta la legge sull’aborto, si è diffuso l’uso della pillola contraccettiva, ma soprattutto le pratiche per le adozioni in patria sono state rese più semplici, circa 3700 bambini sono stati trasferiti negli Stati Uniti per essere adottati (molti di più dei bambini tolti alle mamme in Irlanda con il sistema delle Magdalene Laundries fra il 1950 e il 1970). Le madri biologiche erano spesso giovanissime, portavano in grembo figli della colpa, gli veniva consigliato di liberarsi di quei bambini per non portare disonore alla famiglia, per rifarsi una vita illibata. Erano spesso ragazze stuprate, povere, ignoranti senza i mezzi per fronteggiare una società maschilista e oppressiva. Era finita da poco la guerra, che aveva fatto saltare le regole e il Vaticano temeva il degrado dei costumi, lo sbriciolamento dei sacri valori della famiglia. Nello specifico Papa Pio XII, denuncia Maria Laurino, che ha lavorato 5 anni negli archivi per scrivere il suo libro, temeva l’aumento dei bambini nati fuori dal matrimonio, dai sacramenti, e ha avviato per loro un programma di adozione in America in famiglie scelte in base alla loro espressa cattolicità. Tramiti furono monsignor Landi in Italia e negli Usa monsignor Komora.
Il programma, avviato nel 1948, prevedeva che i bambini fossero sotto i 16 anni, orfani di entrambi i genitori persi durante il conflitto, ma nel 1950, grazie ad un emendamento introdotto dal Congresso americano e accolto dai governi italiani, il programma fu ampliato ai bambini con un solo genitore e “non in grado di accudirli”. Ovvero i figli di ragazze madri. Le ragazze, spesso del sud, portavano a termine la loro gravidanza al nord e lasciavano poi i bambini in brefotrofio convinte di poterli riprendere appena trovata una sistemazione. Gli venivano fatte firmare delle carte, senza che loro ne capissero il contenuto, che si rivelavano poi essere rinunce alla podestà. Se quindi si presentavano in seguito a chiedere i bimbi gli veniva detto che erano morti, o che erano già partiti, e avendo cambiato la loro identità, ritrovarli diventava impossibile. I bambini rimanevano in istituto per circa due anni prima di essere trasferiti a New York, al Chelsea Hotel, vicino alla sede della chiesa che si occupava delle adozioni, per poi essere smistati. La richiesta è presto aumentata e quello delle adozioni è divenuto un commercio redditizio: gli americani pagavano.
Laurino nota come invece di aiutare le ragazze a tenere il bambino la chiesa le spingeva all’abbandono, così come da tradizione antica, si pensi alla ruota degli innocenti nell’istituto disegnato da Brunelleschi a Firenze. La scrittrice nota anche come la stessa cosa stia avvenendo ora, e il ruolo un tempo svolto dalla chiesa lo svolga la destra repubblicana.
Da tempo in America si è diffuso il movimento Safe Haven che sostiene che una donna anziché abortire debba portare a termine la gravidanza e dare il bimbo in adozione. Oggi tutti i 50 stati hanno leggi Safe Haven che proteggono le donne da conseguenze penali. Ma le leggi, nate per prevenire atti di crudeltà sui neonati, sono state cavalcate dalla destra evangelica per condannare l’aborto e promuovere la vita dei bambini. Per i quali sono state predisposte le Safe Haven Boxes, la versione moderna della Ruota degli Innocenti, collegate ai vigili del fuoco, polizia o ospedale che entro due minuti prelevano il bambino per poi darlo in adozione. La giudice della Corte Suprema Amy Coney Barrett ha definito le leggi Safe Haven una valida alternativa all’aborto perché permettono alle donne di portare avanti la gravidanza “senza la responsabilità del divenire genitori”. E il giudice Samuel Alito nella sua decisione di abrogare Roe v. Wade ha detto che le leggi Safe Heaven sono uno sviluppo moderno che ovvia alla necessità di abortire.
Di nuovo anziché aiutare le donne ad abortire o a prendersi cura dei loro bambini, le si invita a abbandonare i figli, relegandole sostanzialmente al ruolo di riproduttrici, di corpi da sfruttare per la riproduzione della specie. Le consegne di bambini nelle Safe Haven Boxes sono ancora poche, l’organizzazione che le sponsorizza, The National Safe Haven Alliance (e guadagna tra gli 11mila ai 16mila dollari a scatola rivela Maria Laurino), calcola che quest’anno siano state 82. Ma la guerra contro il diritto di aborto è appena iniziata negli Stati Uniti e l’esito di queste elezioni presidenziali ne potrebbe sancire l’esito.