Una lunghissima giornata per rimettere in discussione tutta una vita. Con una Parigi in tutta la sua bellezza sullo sfondo e una dolorosa e misteriosa storia del passato da rivisitare. In sole 70 pagine, l’ultimo libro di Alain Elkann, pubblicato in italiano da Bompiani con il titolo Una Giornata e ora riproposto con il titolo A Single Day da Bordighera Press con la traduzione di K.E. Battig von Wittelsbach, racconta una vicenda personale e storica di enorme complessità con uno stile preciso e veloce, ma senza lasciare nulla di inesplorato.
Nel mondo della cultura italiana, e soprattutto nel mondo della cultura ebraica, Elkann non ha ovviamente bisogno di presentazioni. Allievo di Moravia, romanziere, giornalista, conduttore televisivo e presidente di diverse istituzioni culturali, ha fatto sentire la sua voce in molti settori diversi. Nei suoi oltre 30 libri, lo scrittore ha spesso descritto le sfumature e le problematiche di una società ebraica spesso sconosciuta al resto della società italiana, ispirandosi alla sua storia personale. Solo per fare un esempio, ha raccontato in I soldi restano in famiglia il difficile esilio negli Stati Uniti durante gli anni della seconda guerra mondiale di una ricca famiglia ebrea franco-italiana, chiaramente modellata sulla sua, e ha descritto con emozione in Nonna Carla l’incredibile personalità di sua madre Carla Ovazza, erede di una famiglia di banchieri ebrei torinesi e sopravvissuta a un brutale rapimento subito dopo il matrimonio di Alain con Margherita Agnelli. E anche nel suo ultimo romanzo, la lontana vicenda familiare di Ettore Ovazza, lo zio di Carla che era stato un acceso sostenitore di Mussolini prima di finire trucidato dai nazisti insieme alla sua famiglia a ottobre del 1943, ha probabilmente una sua eco.
Adesso, contemporaneamente alla pubblicazione del nuovo libro in inglese, la sua importanza nel mondo culturale americano è stata confermata anche dalla cerimonia durante la quale ha donato il 26 marzo alla Collezione di libri rari e manoscritti della Cornell University il suo intero archivio di bozze, appunti, manoscritti e registrazioni.
“Spero che i miei manoscritti e gli altri documenti potranno aiutare gli insegnanti e gli studenti di Cornell a fare ricerche sulla letteratura italiana, in particolare la letteratura ebraica italiana”, ha spiegato Elkann.
In A Single Day la storia si incentra su Edmond Bovet-Maurice, sessantasettenne direttore del più famoso museo di Parigi , fino a quel momento considerato da tutti un uomo raffinato e di successo nel suo lavoro e nei suoi rapporti con le donne.
Per lui, il momento della pensione si avvicina, ma a garantirgli in futuro un continuo accesso all’alta società francese dovrebbe essere la prossima e probabile elezione a membro dell’Accademia di Francia , che ne farebbe un “immortale”.
Quella che dovrebbe essere una normale e serena giornata di maggio da dividere tra il lavoro al museo e l’incontro con la sua nuova amante giovane e brillante, comincia invece con una piccola e apparentemente insignificante delusione, quando la cameriera gli conferma che durante l’inverno ha preso qualche chilo in più. Purtroppo per Edmond, la piccola preoccupazione di non avere più la linea perfetta per un raffinato gentiluomo francese , è solo la prima in una lunga serie di rivelazioni destinate a renderlo sempre più insicuro, incerto e turbato. In mente, mentre si dirige al suo ufficio, ci sono il ricordo della sua relazione con Odile, la moglie che amava e che lo ha lasciato qualche mese prima dopo aver scoperto un suo tradimento, e l’ansia per un grosso neo che ha appena osservato sulla pelle. Per rassicurarlo, ora dopo ora, non bastano l’incontro con la nuova giovane e vivace amante, Saskia, che, sia pure in modo gentile, gli fa capire di non avere intenzione di occuparsi di lui da vecchio, e neppure la visita al fedele medico di famiglia, che gli suggerisce di far vedere il suo neo a uno specialista.
Ad alleggerire la tensione, dovrebbe essere l’appuntamento con il Segretario Privato dell’ Accademia di Francia, che dovrebbe, nelle sue speranze confermargli la prossima elezione . Ancora una volta, però, lo attende una delusione, quando il Segretario lo informa che la sua elezione sarà rimandata a causa dell’opposizione di due membri dell’Accademia e gli spiega che la causa potrebbe essere il comportamento di sua madre e di sua nonna durante gli anni dell’occupazione nazista e negli anni immediatamente successivi. E proprio su questo si concentra l’attenzione di Alain Elkann e la parte più coinvolgente del romanzo.
Mentre cammina per una Parigi descritta nei dettagli, racconta lo scrittore, Edmond comincia a interrogarsi anche su quel misterioso aspetto della sua storia personale, sul ruolo che hanno avuto le due donne, che nel loro passato avevano avuto dei contatti stretti con gli occupanti nazisti, nella sua vita. Passo dopo passo, incontro dopo incontro, i dettagli si definiscono, il passato di una nonna che aveva nascosto il suo ebraismo cambiando il nome e aveva avuto un lungo rapporto con un misterioso svizzero filo- nazista, e quello della madre, che come interprete aveva lavorato per i tedeschi e frequentato Goebbels, anche se era sposata con un medico vicino ai partigiani.
Per il sofisticato intellettuale, ormai stanco e provato, che ha bevuto troppo con un vecchio amico morente, il colpo finale arriva con il sospetto che a favorire la sua carriera siano state le manovre di sua madre, decisa nel pretendere nel dopoguerra un ringraziamento concreto da parte del nuovo governo dopo aver rivelato il nascondiglio delle opere d’arte trafugate dai nazisti. E la scoperta, in una Parigi notturna ormai deserta e improvvisamente ostile, diventa un ammonimento a ripensarsi con dolore e constatare con rabbia di essere stato troppo spesso dalla parte di chi aveva il potere “con moderazione, in modo silenzioso”.
Per Alain Elkann, che ha spesso spiegato che, a suo giudizio, in un romanzo si possono spesso dire cose difficili da raccontare in altri modi, A Single Day rappresenta sicuramente un passo in più per invitare tutti a interrogarsi sugli errori di una generazione in cui troppi sono stati collaborazionisti o indifferenti, e alle conseguenze di questi ambigui comportamenti sul nostro mondo di oggi.