Simboli dei nostri tempi, musiciste infallibili, macchine da marketing, geni della narrazione, figure iconiche di successo femminile: il 2023 è stato un anno straordinario per Taylor Swift e Beyoncé, superstar diventate anche tema di corsi universitari.
La Northeastern University a Boston si unisce a una lista di atenei che offrono un corso su Swift, questo intitolato “Speak Now: Gender & Storytelling in Taylor Swift’s Eras”: The Eras Tour è il sesto tour di concerti della cantautrice Usa, recentemente arrivato in America del Sud, e ne celebra la carriera a diciassette anni dal debutto, da Taylor Swift a Midnights.
Il corso si concentra sulla sperimentazione della popstar in termini di narrativa e genere (storie di rotture devastanti, rabbia contro l’intrusività dei media, amori da favola). Secondo la docente, Catherine Fairfield, che è anche una fan, Swift “è prolifica, l’archivio della sua musica non descrive solo una generazione ma varie”. Le lezioni verteranno anche sulle narrazioni femminili, sulle radici da cui muove Swift, da Charlotte Bronte a Daphne Du Maurier a lettere a diari.
Non è l’unico ateneo nell’area di Boston, anche la prestigiosa Harvard questa settimana ha annunciato un corso dal titolo più banale, “Taylor Swift e il suo mondo”. Un corso sulla produzione di Swift c’è anche al Berklee College of Music. Spostandosi altrove, ci sono corsi sulla popstar anche alla Stanford University in California, alla University of Texas di Austin, alla New York University.
Accanto a Taylor Swift, anche Beyoncé è diventata una opinion leader che interessa i dipartimenti universitari di studio della comunicazione e quelli di genere, a cominciare dalla Rutgers University in New Jersey, che tenne il corso “Politicizing Beyoncé”, ma c’è stato nel 2017 un corso anche al Dipartimento di Arti e Studi Culturali dell’Università di Copenaghen, “Beyoncé, Gender and Race”.

Donne di successo, donne di enorme impatto sulla cultura del nostro tempo, e anche acceleratori economici. Entrambe hanno appena prodotto un docufilm sui rispettivi tour di quest’anno: Taylor Swift: The Eras Tour e Beyoncé: Renaissance.
I film portano denaro a loro, ma i tour di concerti sono stati una manna per le economie delle città che li hanno ospitati. A Philadelphia il mese di maggio in coincidenza con i concerti di Swift ha segnato gli incassi più alti dalla pandemia per il settore alberghiero. La Northeastern University, ancora lei, conia il termine Swiftonomics o Taylornomics – un settore specifico di quello che i ricercatori della Bank of America chiamano la funflation, ovvero la spinta positiva per l’economia che deriva dai soldi investiti in divertimento (invece che in altre cose che fanno crescere l’inflazione).
Secondo la US Travel Association l’impatto economico totale dell’Eras Tour potrebbe essere calcolato in 10 miliardi di dollari (ma Swift ha distribuito bonus per 55 milioni di dollari a tutti quelli che hanno lavorato allo show, inclusi gli autisti e il catering).
In cosa si concretizzano queste spese? Prima l’album, poi i biglietti dei concerti (magari a prezzo maggiorato), poi gli aerei o i treni (quando Swift ha dovuto spostare un concerto per maltempo in Venezuela, diverse compagnie hanno offerto un cambio gratis ai fan), nonché l’hotel, e per essere in tono con l’occasione anche i vestiti giusti, e poi ci sono i ristoranti i drink e i gadget.
Beyoncé e Swift hanno creato due universi, completi di simboli, linguaggio e messaggi segreti; e i fan fanno a gara – sui social – per fornire la migliore accoglienza possibile ai loro idoli. Oltre che nei dipartimenti di musica e studi di genere, sarebbe utile anche qualche corso di studio a loro dedicato in marketing e business.