Con l’accompagnamento al piano di Cristiana Pegoraro, che ha composto sinfonie ad hoc per l’occasione, Manuele Morgese, fondatore e direttore di Teatro Zeta, una compagnia di sperimentazione de L’Aquila, presenta e interpreta La Divina Commedia di Dante all’Istituto Italiano di Cultura. “Essere qui a New York è un’emozione unica”, dice Morgese con gli occhi che brillano.
Cinque le letture in totale, intervallate da piccole premesse e spiegazioni. “La scelta dei cinque canti rappresenta un percorso dettato dall’amore – spiega Morgese – l’amore per se stessi nel canto I dell’Inferno, l’amore carnale nel canto V di Paolo e Francesca, l’amore per la conoscenza nel canto XXVI di Ulisse, l’amore per la libertà nel canto I del Purgatorio di Catone l’Uticense (si suicida perché va contro la dittatura di Cesare) e infine l’amor che move il sole e l’altre stelle del canto XXXIII del Paradiso”.
Pause di tensione, toni alti e bassi, accenti e sibilati aiutano il pubblico a dimenticare quello che succede fuori – New York viene investita da una bomba d’acqua – per immergersi in un’ora di Dante. Nella sala ci sono soprattutto appassionati, tanto da portarsi dietro direttamente il proprio manuale della Divina Commedia per non perdere il segno.
“Come compagnia sperimentale ci stiamo concentrando soprattutto sui classici”, racconta Morgese. “Non c’è niente di più rivoluzionario di tornare ai grandi nomi della lingua italiana, a Leopardi, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli” – il prossimo progetto che sta organizzando con il direttore Finotti è proprio riuscire a portare in scena Il Principe.
A promuovere la Divina Commedia in giro per il mondo c’è la Società Dante Alighieri. Morgese volerà a Boston (13 settembre), poi a Philadelphia (15 settembre) e, infine, a Toronto (22 settembre), ma è già arrivato anche a Barcellona e a Parigi. “Dante è sempre attuale – dichiara l’attore. – Tutti noi dovremmo prendere esempio da questo viaggio salvifico che intraprende e metterci in discussione per ritrovare la luce e arrivare all’amore”.