La mostra di Ilana Savdie è un tripudio di gioia. Al piano terra del Whitney Museum of American Art di New York, nella Lobby gallery gratuita dedicata agli artisti emergenti, ha aperto al pubblico Radical Contradiction, una collezione di nove opere prodotte da Ilana Savdie, pittrice nata a Baranquilla, in Colombia, cresciuta a Miami, in Florida e che ora vive a Brooklyn. Attraverso questi lavori l’artista vuole analizzare la fluidità dei corpi, espressa con colori sgargianti e intensi che si mischiano su tessuti diversi. Sembra quasi che siano stati ritagliati e poi incollati insieme.
A emergere sono forme indefinite, liquide e tratti a volte ruvidi e opachi, a volte lisci e lucidi. Si vedono ancora le gocce di pittura lasciate colare prima di asciugarsi. Savdie, nel dipingerle, si è ispirata al carnevale di Barranquilla, uno degli eventi più importanti e sentiti della cultura colombiana, riconosciuto come Patrimonio dell’Unesco.
Con un audio, disponibile attraverso il QR all’entrata, l’artista racconta come si è approcciata a questi lavori: “Vorrei che, con questa tavolozza di colori acidi e pacchiani e personaggi carnevaleschi, l’osservatore sia sedotto e si senta costretto a confrontarsi con qualcosa con cui non vuole. […] Luci e palette diverse, elementi contraddittori perché non sono mai stati pensati per coesistere. Trovare un modo per farle coincidere senza farle scontrare tra loro è parte di questo lavoro”.
Un piccolo appunto prima di entrare: alcuni titoli delle opere sono stati tradotti in modo automatico, mentre altri più liberi sono stati dati direttamente dall’artista. Quindi la versione inglese e quella spagnola – perché tutta la collezione è bilingue – potrebbero non corrispondere. All’entrata ci si ritrova di fronte a una parete da cui emergono sette teche. Lo sfondo è l’ingrandimento di una micrografia del parassita Curtuteria australis, realizzata con un microscopio elettronico a scansione. I disegni appesi sono gli unici di tutta la collezione a essere in bianco e nero, come se fossero delle prove per poi arrivare alle versioni definitive a colori.
La sala, relativamente piccola ma alta abbastanza da contenere tutte le opere, rimane vuota fino a quando non entra per sbaglio una ragazza con un minidress coloratissimo. Sembra quasi appena uscita dai dipinti. La guardia si mette a ridere. Armando Jaramillo García, 61, è nato anche lui in Colombia, a Pereira. “Questi disegni rappresentano perfettamente l’atmosfera del nostro carnevale. È come se non ci fosse un limite: quanti colori esistono? Usiamoli tutti”.
