Si può viaggiare in tanti modi. Il viaggio della vita però è un cammino a piedi. Spesso in salita: arrampicandosi perfino lungo il crinale di una montagna. Dipende dove ci si trova e dove si vuole arrivare.
Perché si viaggia? Per diletto o per necessità. Ma il vero viaggio, quello che cambia l’esistenza, è voler capire se stessi. E capire significa andare all’origine, ritrovare le radici per farsi molte domande che durante l’infanzia, la giovinezza, l’inizio dell’età adulta non abbiamo avuto il coraggio o il tempo di farci. E’ sempre la famiglia d’origine quella che vogliamo capire. I comportamenti di padri e madri determinano la nostra esistenza.
L’attore Sam Heughan – il mitico eroe Jamie Fraser della amatissima serie tv Outlander – è un uomo estremamente intelligente e l’ha capito. Com’era mio padre? Perché mi ha abbandonato? Si deve esser chiesto. Per trovare risposte, ha fatto fagotto e si è incamminato a piedi per quasi 100 miglia, nel freddo mese di novembre, lungo la West Highland Way con l’intento di arrivare sulla cima del Ben Nevis, la montagna più alta della Scozia.

Durante i cinque giorni di viaggio ha tenuto un diario che ha dato poi alle stampe con il titolo Waypoints. My Scottish Journey (Radar). Un toccante resoconto esteriore e interiore dove parla della splendida natura che lo circonda e di se stesso, di quanto sia stato difficile diventare quello che è oggi, un uomo di successo. Ha tenuto duro e combattuto, guardando sempre avanti con determinazione e convinzione. Ma è rimasto quello di prima, sempre desideroso di ascoltare e aiutare gli altri. E oggi insegna a prefiggersi dei traguardi nella vita attraverso la sua fondazione benefica My Peak Challenge. Il bambino Sam giocava ad essere re Artù o Robert the Bruce e ha così ben imparato a fare l’eroe che da adulto è diventato una forma moderna di eroe, un benefattore, riuscendo a raccogliere dal 2015 circa 6 milioni di dollari per la ricerca della cura del tumore del sangue.

Nei miti, tra le imprese che un eroe doveva affrontare c’era quella della ricerca del padre ignoto. Non conoscere un genitore e non esserne amato è lacerante e destabilizzante. Ci si sente rifiutati. Avere invece un genitore che ti maltratta e denigra, minandoti l’autostima, è forse peggio perché si rimane insicuri tutto la vita. Sam Heughan non è certo insicuro, ma insicura è la terra sotto ai suoi piedi. Per questo ha già fatto tre libri sulla Scozia, infatti è la terra dove è nato a conferirgli le radici identitarie. Quando non conosci le tue origini familiari o le hai perdute, cerchi il radicamento, la solidità, la terra, la patria. La patria è la terra dei padri. Da dove vengo; pensa Sam Heughan. E ha voluto conoscere bene la sua Scozia, attraversandola in lungo e in largo. Perché la natura sa parlarci, se sappiamo ascoltarla. E bisogna essere soli, lungo il cammino, per potere sentire la sua voce.
Cosa succede allora se un padre non fa il proprio mestiere? La sua figura di riferimento scompare. E senza padre non ci sono figli. Quella di Sam Heughan è una ricerca universale perché viviamo in una società dove il padre è assente. Anche nelle famiglie in cui c’è, spesso non è in grado di iniziare un figlio alla vita, ma solo alle comodità materiali che con il denaro può dargli. Gli uomini hanno perso la dimensione spirituale della paternità. Solo riuscendo a crescere un figlio possono dimostrarla.
Nel 2016, in questa rubrica, recensii l’illuminante saggio (tradotto in varie lingue) dello psicanalista Luigi Zolja: “Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre”. Egli spiega che un figlio acquisisce identità attraverso l’elevazione, la benedizione e l’iniziazione del padre. L’elevazione è il gesto che l’eroe troiano Ettore fa sollevando al cielo il figlio Astianatte, per richiedere la benedizione degli dei. Di certo senza essere a conoscenza di questa teoria psicologica, Sam Heughan scrive: “Ho osato venire da così lontano per essere ascoltato dagli dei”. L’iniziazione era un rito di passaggio, che gli adolescenti dovevano affrontare in tutte le società del mondo con modalità diverse, ma con il medesimo significato simbolico. Rifiutando questo percorso al figlio, un padre non riesce a trasmettergli il modello di uomo adulto.
Ora, come si sente un figlio senza esser stato “eletto” tale dal padre? Orfano, senza radici, senza ascendenza, perché non è stato elevato al cielo, verso Dio, e poi benedetto nel suo processo di vita. Un padre serve per insegnare, condurre per mano. E’ questo gesto, secondo gli ebrei, che attesta l’identità di padre. E’ il figlio, preso per mano, a generare il padre, chiamandolo con questo nome.
Heughan scrive con il cuore in mano e ci commuove: “Venire a patti con la perdita della persona amata è un cammino, penso, e spesso senza fine”. Ma proprio questa ricerca della figura del padre permette di conoscerne il valore. Spesso è la consapevolezza della mancanza che ti forma ad affrontare la vita. Infatti l’attore in un’intervista televisiva ha affermato: “Se oggi sono quello che sono, lo devo – nel bene e nel male – anche a lui”.
Inconsciamente Sam Heughan ha scelto la via dell’iniziazione che un padre dovrebbe fare, imboccandola da solo. Perché nel suo cammino ha cercato la propria identità, nella salita alla montagna l’elevazione e, arrivando sulla cima e alzando le braccia al cielo, la benedizione degli dei. Forse non sa che è guarito così dalla ferita psichica, cioè dell’anima, che il padre gli aveva causato abbandonandolo, ma è consapevole che ora è un uomo trasformato, rinato. Ha trovato se stesso sul Ben Nevis scoprendo di essere il padre di se stesso, perché ha saputo tracciarsi la strada della vita da solo.
Diventando il carismatico Jamie Fraser si è spianato l’ “epic journey” tanto sognato da bambino e chissà che un giorno non gli venga proposto un “tailor-made role” di re Artù o di un altro eroe che tuttora desidera interpretare. Secondo Shakespeare, noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. Ma come ha sottolineato Sam Heughan: “Non mi fermo finché non ottengo ciò che voglio”: che il sogno diventi realtà.
Frasi di Sam Heughan in originale:
I’ve dared to come this far for an audience with the gods
Coming to terms with the loss of a loved one is a journey, I think, and often one without end
I won’t stop until I get what I want