Ce n’è per tutti i gusti dicono gli organizzatori e in effetti il Tribeca Festival 2023 che avrà luogo dal 7 al 18 giugno, sarà una kermesse affollata e multiforme. Film romantici ambientati nel ‘700, un giallo a Detroit oggi, documentari sulle leggende della boxe e sugli eroi dell’hip hop del Bronx, lungometraggi apocalittici sugli zombie a Manhattan e sui cannibali a Washington Heights. Più di 100 storie raccontate da registi debuttanti, e non, provenienti da 36 paesi. 93 film in prima assoluta e più della metà dei registi in competizione per la prima volta appartiene al genere femminile.

Il Festival in questi 21 anni ne ha fatta di strada. Creato nel 2002 da Robert De Niro, Jane Rosenthal e Craig Hatkoff per rispondere alla depressione in cui era caduto il quartiere dopo la tragedia delle torri gemelle dell’11 settembre 2001, il festival è subito decollato. all’inizio grazie al lavoro di centinaia di volontari, ormai è un appuntamento imprescindibile per i cinefili e gli addetti ai lavori.
Quest’anno ci sarà il ritorno a Tribeca del regista Steven Soderberg con la serie Full circle che vede protagonisti Dennis Quaid e Claire Danes. Ci saranno film diretti da attori: First Time Female Director di Chelsea Peretti e Bucky F*cking Dent di David Duchovny. Documentari su Rock Hudson, su Dan Rather seguito da una conversazione con l’anchor della CBS e Frank Marshall, su Gloria Gaynor con la presenza della cantante.
E ci sarà anche l’Italia, come sfondo e come protagonista. Nel film franco-tedesco Dead Girls Dancing 4 ragazze appena diplomate partono per un giro in macchina in italia e arrivano in un villaggio abbandonato dove sperimentano una nuova libertà.

Tutto italiano invece The last night of Amore, L’ultima notte di Amore: presentato al Festival di Berlino, uscito in Italia a marzo, avrà al Festival la sua premier nordamericana. Pierfrancesco Favino vi interpreta Franco Amore, un ufficiale di polizia che gli amici aspettano per una festa a sorpresa in occasione dell’ultimo giorno di lavoro. In 35 anni di servizio non ha mai ammazzato nessuno ed è riuscito a non infrangere mai il regolamento. Solo ogni tanto ha fatto da scorta al cugino della moglie e ai suoi traffici illeciti arrotondando così un po’ lo stipendio. Lo fa anche l’ultimo giorno, ma proprio allora le cose vanno storte e quello che doveva essere un addio alla divisa da festeggiare rischia di diventare un incubo.
Per il suo primo film in Italia dopo aver diretto a Hollywood Escobar: Paradise Lost con Benicio del Toro e The informer con Clive Owen, Andrea Di Stefano usa il poliziesco per raccontare una Milano lontana da ogni schema. E una umanità pronta a tradire e farsi corrompere. il finale come nelle regole del genere, è a sorpresa.