Giornalista, autore televisivo, conduttore: Osvaldo Bevilacqua da sempre informa e catalizza l’attenzione nel mondo variegato della comunicazione. E dal momento che viviamo tempi moderni, ha successo anche nel mondo social, dove interagisce volentieri con i followers condividendo viaggi ed esperienze, e mantenendo il suo stile televisivo.
Due lauree. Economia e commercio, sociologia. Ha iniziato la carriera da giornalista al quotidiano Paese Sera, in seguito ha diretto il settimanale Turismo Domani e Italia Regioni, da lui fondata, prima rivista ad occuparsi di regioni, quando nessuno ci credeva. Dal 1977 al 2019 ha lavorato per la RAI, trascorrendo più di 40 anni a fare Sereno Variabile, il suo programma di maggior successo, che all’inizio si chiamava Viaggiando viaggiando. Ambasciatore dei Borghi, cantore del Made in Italy, dal 2010 Ministro plenipotenziario a disposizione del corpo diplomatico della Repubblica di San Marino, vincitore di numerosi premi: un vulcano di idee e una fucina di esperienze.
E’ convinto che il ‘progresso’ tecnologico marci troppo velocemente rispetto al nostro grado di assimilazione, mettendo in difficoltà non tanto i giovani, ma chi ha conosciuto un mondo diverso. E guarda con preoccupazione alla frontiera dell’Intelligenza Artificiale e del 5G. Ci rivela che vorrebbe andare su Marte, e che nella sua vita c’è stato un momento in cui con la NASA stava trattando perché potesse fare una avventura nello spazio. Poi, non se n’è fatto più niente. Sorprendentemente Osvaldo: assomiglia al viaggiatore di Baudelaire, che parte sempre per il gusto di partire.
Tornando indietro, rifarebbe il giornalista?
Assolutamente sì. Lo consiglio pure. Ho cominciato con la radiofonia. Vengo da quel mondo, e ho fatto contemporaneamente per trent’anni sia la tv, con Sereno variabile, che la radio. La mia trasmissione La diligenza su Radio1 è andata in onda per due decenni alle 7:30 del mattino e poi alle 13:30. L’ho chiamata così – e mi piace ricordarla – perché mi occupavo degli scenari che poi si sono verificati con il tempo. Mi riferisco ai cellulari e a tutto quello che sta accadendo nella modernità. Io già all’epoca dicevo ‘è tutto troppo, troppo veloce… torneremo alle candele, e alla diligenza coi cavalli’.
Sereno Variabile è andato in onda fino al 2019 e vanta un posto nel Guinness dei Primati.
Esattamente. E’ un programma che ho ideato e condotto. E’ entrato nel Guinness nel 2015 per essere stato trasmesso ininterrottamente da più tempo. Da Londra, dall’entourage del Guinness, mi dicono che per questo secolo è impossibile battere il record. Ben 41 anni di messa in onda, con circa 18 milioni di chilometri percorsi in carriera, tra Italia ed estero. Qualcosa come 41 volte sulla Luna e 420 volte il giro del mondo. Il tutto certificato: è stata una commissione giornalistica che ha fatto i conti, non li ho fatti io.
Una vita dedicata al viaggio.
Al viaggio e alla diffusione del Made in Italy. Ho creato uno slogan: Con Sereno Variabile, l’Italia nel mondo e il mondo in casa. Questo è stato il successo del programma: mostrare ai telespettatori le meraviglie nascoste nel nostro splendido Paese, frequentato nei secoli scorsi dalle più alte famiglie di aristocratici d’Europa, che mandavano i loro figli in Italia per mesi, perché altrimenti non avrebbero potuto essere considerati uomini di cultura.
Tra artigianato, gastronomia, dialetti e storia, che cosa descrive meglio un luogo e lo identifica in maniera unica?
E’ un cocktail di tutto questo. Innanzitutto, per poter conoscere in profondità un luogo, bisogna parlare con gli abitanti. Ed ascoltare i loro racconti. La maggior parte dei borghi italiani, che sono migliaia, si stanno spopolando. Un’importanza straordinaria ce l’ha anche il dialetto. I ragazzi non dovrebbero perdere il contatto con le tradizioni, perché sono le nostre radici. Sulla cucina, che dire? Dai 5 ai 7 milioni di stranieri vengono in Italia per il nostro cibo. Vogliono conoscere la nostra cucina: è un fatto culturale. Preciso che tifo per i viaggiatori, che non sono i turisti.
Quale Paese le manca ancora da visitare?
La Nuova Caledonia: l’ho vista, ma di sfuggita, e vorrei rimediare. Penso potrebbe diventare addirittura la nuova frontiera del turismo. Vorrei anche andare nell’Est Samarcanda. Nel cuore mi è rimasta molto l’Irlanda: un Paese magico e poco conosciuto.
Lo scettro di Osvaldo: chi l’ha preso in tv?
Non posso dirlo io. Un professionista che a me piace molto è però Alberto Angela.
Cosa bolle attualmente nella pentola professionale?
Scrivo su La Freccia Magazine, collaboro ancora con Raiplay e tra qualche settimana uscirà un magazine sul web dal titolo L’Italia di Osvaldo, dove parlerò di eccellenze e racconterò storie con un riflesso collettivo. Parlerò di territorio attraverso le persone: ho sempre avuto a cuore il paesaggio umano.
Un saluto per gli italiani a New York.
Un abbraccio a tutti i nostri connazionali che stanno oltreoceano. Invito i ragazzi di seconda, terza e quarta generazione, a venire a conoscere il Paese dei loro antenati: ne guadagneranno in benessere e salute futura.