Crediamo di sapere tutti cos’è un colore. Un pigmento che dona luce e ombra, calore o gelo a un dipinto, un abito, un oggetto, all’intero creato che ci circonda. Ma non è solo questo, ci dice questo libro di Lauretta Colonnelli, “La vita segreta dei colori”, che si legge come un romanzo, come un viaggio affascinante tra leggende, arte antica e moderna, letteratura, aneddoti, grandi verità, emozioni e scoperte che nascono dall’inafferrabile ‘cosa’ che è il colore. Il sottotitolo recita “Storie di passione, arte, desiderio e altre sfumature”
La voce dell’autrice, esperta d’arte e grande affabulatrice, riesce ad ammaliare e trascinare in un percorso di echi, specchi e labirinti. Di rimando in rimando. I colori sono infatti inafferrabili perché sfumano in molto altro, a cominciare dai sensi e difatti possono essere musica, odore, gusto, tatto e tanto ancora.
Possono essere un richiamo, una ossessione così come fu il giallo per Van Gogh che, pare, finisse per mangiare il colore dai tubetti convinto che quel giallo lo avrebbe strappato alla depressione.
Proust dice nella “La Recherce” che i nomi dei luoghi e delle persone emanano essenze colorate, così Parma è mauve, Venezia ‘arrossata dagli affreschi di Giorgione’, Firenze è una corolla di gigli. E pensare che Firenze e Parma non riuscì mai a visitarle!
Sapremo da Colonnelli perché la Piazza Rossa a Mosca si chiama così, perché i cieli azzurri di Michelangelo erano invece d’oro zecchino nel Medioevo. E Carrà percepiva i colori dall’olfatto: le officine e le stazioni ferroviarie gli mandavano il rosso, mentre i bar e i ristoranti l’argento, il giallo e il viola.
In un capitolo, “Quando i colori presero a cantare” Vasilij Kandinskij coglie l’ora incantata del tramonto su Mosca come un’orchestra che fonde il rosa, il lilla, il bianco, il turchino… Sempre Kandinskij dice del giallo che è un colore violento, una tromba acuta suonata sempre più forte.
La scrittura sapiente e la capacità di mescolare tanta conoscenza fanno di questo libro una lettura vibrante, anche per i titoli che Colonnelli dà ai singoli capitoli e che sono una potente calamita. Esempio: La superbia della porpora; Una scandalosa attrazione per il malva; La vanità del cremisi….