In una serata piovosa, sulla High Line, ci siamo imbattuti con grande sorpresa e piacere nell’artista italiana Maria Rapicavoli che stava con alcuni spettatori davanti alla sua opera di video art, proiettata in uno degli spazi protetti, al riparo dalla pioggia. Rapicavoli è nata a Catania, vive e lavora a New York.
“Sono arrivata a New York da Londra nel 2011 per partecipare al Whitney Independent Study Program, un programma di teoria e pratica dell’arte del Whitney Museum. Dopo solo pochi mesi mi sono resa conto che New York sarebbe diventata la mia città. E non sono più andata via.

Parlaci dell’opera che stiamo guardando – e che i lettori possono vedere oggi, 15 marzo.
Oggi espongo un mio video sulla High Line, nella mostra Neither Here Nor There curata da Melanie Kress. In mostra ci sono tre video, To Feel Myself Beloved on the Earth (2020) di Jeffrey Gibson, Under the Nothing Night (2021) di Laida Lertxundi e il mio The Other: A Familiar Story, nella nuova versione a uno schermo del 2022. Le tre opere sono state realizzate durante i primi due anni di pandemia e raccontano i luoghi e l’assenza di luoghi e i sentimenti mutevoli di essere nei nostri corpi, in relazione allo spazio e agli altri.
Qual è la storia raccontata dal tuo video?
Il mio video, The Other: A Familiar Story, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council 2019, nasce dalla storia vera di una donna della mia famiglia, che dalla Sicilia è dovuta emigrare negli Stati Uniti agli inizi del ‘900 lasciando i suoi figli e i suoi affetti. È una storia sulla violenza di genere, l’alienazione, l’abuso, lo spaesamento legati alla condizione di chi emigra. È la storia di un viaggio, fisico, mentale e transgenerazionale che unisce memorie collettive e personali. Racconta l’influenza spagnola e lo sciopero del Bread and Roses avvenuto a Lawrence in Massachusetts, la violenza domestica e il dramma dell’essere donna in una società fortemente patriarcale.
Cosa ha rappresentato per te esporre sull’High Line?
La High Line è una linea ferroviaria sopraelevata dismessa, trasformata in parco pubblico e attraversa Manhattan da nord a sud per più di 2 chilometri. È anche un importante parco d’arte pubblica e quindi una splendida vetrina all’aperto e quando mi è stato proposto di esporvi la mia opera, ho pensato subito al flusso di gente che la percorre ogni giorno e che magari anche per qualche minuto, distrattamente si sarebbe fermata e fatta catturare dalle immagini o dai suoni del mio video per poi riprendere la propria camminata. Attorno ai binari, crescono piante di tutti i tipi da cui sbucano opere d’arte, scorci dell’Hudson River o dei grattacieli poco distanti. E ultimamente rivelano anche cosa succede dentro i lussuosi appartamenti che vi hanno costruito attorno grazie alle ampie finestre che danno sul camminamento. L’idea di poter portare il mio video in un luogo pubblico così lontano dagli spazi convenzionali delle white cube dell’arte, ma anche così prestigioso nel contesto newyorchese, mi ha catturata e ho accettato subito.

Quando l’hai vista realizzata, che cosa ti ha colpito del luogo?
Il continuo movimento e mutamento di questo luogo è l’elemento che lo rende così interessante ai miei occhi: un ponte sopraelevato dove prima passava il treno e dove adesso passano centinaia di persone al giorno, dove la ciclicità della natura cambia i colori e gli odori a seconda delle stagioni e dove i rumori della città e delle automobili sottostanti aggiungono nuovi livelli di percezione in chi lo attraversa. Un luogo di passaggio non più funzionale allo scorrere dei treni, ma al passaggio delle persone che possono fermarsi e soffermarsi, anche se per pochi minuti, prima di riprendere la loro strada.
https://www.thehighline.org/art/projects/neither-here-nor-there/?